Il trono di spade: finale stagione 2

Termina la seconda stagione della serie HBO con un trittico di episodi nei quali arrivano al climax gran parte delle storie intessute nell'arco degli episodi precedenti.

E guerra sia. Annunciata, anticipata, attesa. Con Il principe di Winterfell, e poi The Blackwater, la dirittura conclusiva della seconda stagione de Il trono di spade sfocia nella tanto sospirata battaglia che fa da preambolo a Chiunque può essere ucciso, un decimo episodio ben orchestrato, un season finale di forza pari a quello dell'anno precedente.
Un trittico di episodi che tira le fila delle storie abbozzate nell'arco della stagione, ma spesso non regala conclusioni e non potrebbe, perchè, non dimentichiamolo, quella a cui abbiamo assistito è la resa televisiva di un romanzo che è solo parte di un'opera più ampia, un tappa di un viaggio più complesso. Tanto più complesso da rendere inevitabili le critiche che si leggono in giro da parte di chi quelle storie le ha già lette e non riesce ad accontentarsi di quello che D.B. Weiss e David Benioff stanno facendo per conto della HBO, dandoci uno spaccato di quel mondo che, per quanto incompleto e parziale, riesce a portare avanti così tante storie e personaggi senza risultare frammentario e senza perdere l'equilibrio tra le sue tante parti.
Un mondo che, da digiuni di George R.R. Martin, non può che affascinarci, tanto da spingere tanti spettatori a diventare lettori a loro volta: tanti hanno letto la saga di Martin tra le prima e la seconda stagione della serie e questo non può che essere indice di un fascino che, pur nella sua riduzione, resta immutato sugli schermi della HBO (e di Sky, per noi Italiani).

Se c'è una storyline che però risulta penalizzata dall'adattamento è quella di Daenerys, che nella prima stagione aveva folgorato tanti spettatori de Il trono di spade: la natura delle vicende che la riguardano ha costretto gli autori a darle poco spazio nell'arco dei dieci episodi della stagione 2, riducendo i momenti chiave a due soltanto, ovvero il rapimento dei draghi alla fine di Vecchi e nuovi ed il faccia a faccia con gli Eterni per riprenderli, uno dei momenti più intensi di Valar Morghulis in cui la forza dei suoi draghi, seppur ancora cuccioli, si inizia ad intravedere. Il personaggio di Emilia Clarke è però quello che ci ha condotti in una delle nuove ambientazioni della serie, Qarth, e resta tra i più interessanti e con più potenzialità della saga.
Al pari di Tyrion. Peter Dinklage si conferma abilissimo e vede il suo momento di maggior risalto nel discorso ai soldati durante la battaglia che rappresenta il cuore del penultimo episodio The Blackwater: lo vediamo arringare gli uomini, essere acclamato e poi ferito, fino a ritrovarlo sconfitto e senza potere nel finale, curiosi di conoscere il suo sviluppo per il futuro. Ma per questo dovremo aspettare un anno.
Così come dovremo aspettare per assistere ad un nuovo incontro tra la piccola Arya e l'assassino Jaqen, dei servizi del quale la giovane Stark si è servita per fuggire avvalendosi di uno scaltro escamotage dopo aver scelto due mere pedine come bersagli dei primi omicidi che l'uomo le doveva.
Si tratta dei personaggi che più ci hanno colpito nel corso della stagione, ma anche altri hanno avuto i loro momenti d'interesse negli episodi conclusivi: basti pensare a Cersei, al suo ricatto a Tyrion, al suo discorso a Sansa durante l'attacco alla città e, soprattutto, il suo ruolo nell'assedio, che le ha permesso di rafforzare il suo potere accanto al figlio sovrano; o al toccante racconto del passato di Talisa a Robb; o al modo, forse un po' frettoloso, in cui Jon Snow riesce a conquistare la fiducia dei suoi carcerieri.
Ai volti noti si sono affiancati nuovi personaggi, tra i quali spiccano Ygritte e Brienne: la prima ha avuto i suoi momenti migliori alcuni episodi fa, nelle prime schermaglie con Jon Snow, mentre Brienne trova qui la sua miglior sequenza, quando accompagnando Jaime su richiesta di Catelyn è costretta ad affrontare da sola, e con relativa semplicità, tre avversari.
Sono singoli momenti che restano nella memoria ed emergono in una stagione dalla qualità medio-elevata, in cui gli autori sono costretti a fare i salti mortali per trovare scorciatoie, sia narrative che produttive: se da una parte a mettere in difficoltà è il livello di dettaglio dell'opera di Martin, dall'altra è il budget, cospicuo per una serie TV, ma pur sempre insufficiente a rendere in tutte le necessarie sfumature un mondo che, man mano che la storia procede, si arricchisce di elementi magici e soprannaturali, oltre che di nuove ambientazioni, richiedendo uno sforzo ulteriore in termini di effetti visivi e scenografie.
Con Valar Morghulis, che in Italia sarà trasmesso da Sky Cinema 1 venerdì 8 giugno, con la sequenza finale che ci mostra le temute creature che vivono oltre la Barriera, termina quindi la seconda tornata di episodi che si muovono paralleli alle vicende del secondo romanzo della serie, ma non per questo si smetterà di parlare de Il trono di spade: nell'era di internet, niente va mai definitivamente in letargo e già dalle prossime settimane si inizierà a parlare dei casting per i nuovi personaggi che verranno introdotti nella stagione 3 e del nuovo homevideo, mentre fioccheranno le interviste ai realizzatori, che vedranno il loro momento di punta durante il ComiCon di San Diego. Insomma l'attesa sarà lunga, ma non mancheranno i modi per ingannarla piacevolmente.

Movieplayer.it

4.0/5