Rivedere Lucio Fulci che snocciola aneddoti su aneddoti infarciti della sua schietta ironia con voce stentorea, a dispetto della sedia rotelle su cui è seduto, è un'emozione di cui potranno godere tutti i fan del regista. Dopo l'anteprima al Noir in Festival 2021, Fulci Talks è disponibile da oggi on demand su Chili e CG Digital e la regista Antonietta De Lillo non esclude un'uscita nelle sale, magari nelle arene estive, non appena sarà possibile.
Fulci Talks raccoglie i materiali di una lunghissima intervista registrata a Fulci dalla De Lillo nella sua casa nel 1993, tre anni prima della morte del regista de Il gatto nel cervello e Non si sevizia un paperino. Quattro ore e mezzo ridotte a ottanta minuti con grande sofferenza vista la ricchezza e la verità dei racconti fulciani che, dopo tutti questi anni, trovano la via dello schermo. A presentare il documentario al Noir, insieme ad Antonietta De Lillo, il critico Marcello Garofalo, estimatore di Fulci e coautore dell'intervista, il compositore Fabio Frizzi, che ha collaborato a lungo con Fulci musicando i suoi horror, ma anche gli western e le commedie, e Antonella Fulci, una delle due figlie del cineasta, che ha accolto Fulci Talks con un liberatorio "finalmente parla lui" che ci spiega nel corso dell'incontro: "Su mio padre sono stati realizzati tanti documentari, ma condensare il lavoro di mio padre, raccontarlo era impossibile. All'improvviso partiva uno show, potevi essere ovunque. Io ho perso un sacco di tempo a provare a decodificarlo, a ricondurlo ai padri delle mie amiche, e probabilmente mi sono persa il meglio. Difficile ancora oggi trovare uno spirito libero come lui".
Quattro chiacchiere col maestro dei generi
Come nasce Fulci Talks? Antonietta De Lillo rivela che è stato Marcello Garofalo ad avere l'idea bizzarra di far incontrare una giovane regista d'autore e un navigato regista di genere: "Domarlo era impossibile, ma siamo riusciti ad accerchiarlo dando vita a una conversazione in cui Lucio Fulci non solo ha svelato il suo lato inedito di spettatore raffinato, ma anche la sua esuberanza e umanità". In una scelta estrema, la regista ha scelto di realizzare un film dove è il solo Fulci a parlare senza uso di immagini di repertorio. "Se Fulci era un terrorista dei generi, io sono una terrorista dei ritratti" scherza la De Lillo. "Credo che una persona che si racconta sia un grande film. Così abbiamo scelto il materiale pezzetto per pezzetto, così da creare un'introduzione, uno svolgimento e dei colpi di scena. Non sembra, ma è stato fatto un'enorme lavoro di post-produzione invecchiando il materiale e creando un effetto analogico in chiave filologica". Solo nel finale, la De Lillo si concede un unico momento di musica che raccoglie tutto e accompagna le fotografie che Fulci stesso aveva fornito per il film".
I 20 migliori horror psicologici da vedere
Un'eredità sterminata
In Fulci Talks, il regista ripercorre rapidamente i suoi esordi, l'amicizia con Truman Capote (a cui si riferisce come "il nano"), l'ingresso al Centro Sperimentale dopo essere stato preso in simpatia da Visconti, l'incontro con Totò e Steno, la creazione del duo comico Franco e Ciccio, la stima per Fellini e la rivalità con Dario Argento che definisce "intrappolato nei suoi incubi". Fabio Frizzi, compagno di cammino di Lucio Fulci in tante pellicole di generi diversi, a partire dagli indimenticabili horror, riconosce il genio del maestro venerato non solo dai cinefili Eli Roth e Quentin Tarantino, ma anche dall'insospettabile Nicolas Winding Refn, ossessionato dall'opera fulciana. Mentre ricorda la loro collaborazione iniziata quando lui aveva appena 25 anni e terminata con Il gatto nel cervello: "Lucio mi ha fatto conoscere il cinema, era un grande artigiano, ma anche una persona molto esigente e difficile sul set. Sapeva quello che voleva, sapeva quale messaggio doveva arrivare al pubblico e con noi tecnici era spietato, ma era anche un grande maestro. Noi musicisti soffriamo la template music, usata per montare prima dell'arrivo nella score che spesso ci condiziona anche quando non dovrebbe. Fulci non la usava mai, cercava sempre l'essenza. Se io ancora oggi duro, è merito suo".
Pochi anni fa, prima dell'uscita di Fulci Talks, ci aveva pensato Simone Scafidi a omaggiare Lucio Fulci con Fulci For Fake, sorta di fiction documentaria in cui a interpretare il regista era Nicola Nocella. "Il pensiero che esisteva già un lavoro su Fulci mi ha dato la scusa per rimandare il mio film quando Marcello insisteva per recuperare l'intervista" scherza Antonietta De Lillo. "Per quanto riguarda l'inquadratura hitchockiana, io provengo dalla fotografia e ho scelto di filmare a casa mia per ricreare quella situazione in modo da concentrare l'attenzione su di lui". "Fulci Talks è un documento storico" aggiunge Marcello Garofalo, che ha incontrato Fulci la prima volta nel 1993 all'Istituto francese di Napoli per un incontro sul noir dando vita a un fruttuoso rapporto. "Questo è il motivo per cui volevo che tutti potessero godere di questo lavoro". "Un lavoro di assoluta verità per un bugiardo come Lucio" chiosa divertito Fabio Frizzi.
Il Fulci politico e il film del cuore
Quando arriva il momento di parlare del proprio film del cuore di Lucio Fulci, Antonietta De Lillo non ha dubbi: "Quando ero piccola, i miei parenti pugliesi avevano un cinema. Lì ho visto Non si sevizia un paperino a 12-13 anni. Pensavo che fosse vietato ai 14 anni, invece era vietato ai 18. Mi ha impressionato moltissimo, ma è stato anche un colpo di fulmine". Per Marcello Garofalo è impossibile scegliere tra titoli quali La lucertola con la pelle di donna o I quattro dell'apocalisse, ma cita All'onorevole piacciono le donne "perché è un film veramente fuori dal genere. Nasce commedia sexy, ma in realtà ha un sottotesto politico fortissimo e un finale sconvolgente".
E a proposito di sottotesto politico, ben presente in Fulci Talks in cui Fulci si definisce anarchico mite e polemizza con quella critica di sinistra da cui perfino lui, apertamente schierato a sinistra, è stato spesso snobbato a favore dei "soliti" Antonioni, Fellini e Rosi, Antonietta De Lillo confessa di aver dovuto censurare le parole dello scatenato Fulci espungendo una frase dall'intervista anche se ora sembra essersene un po' pentita: "Era una cosa che condividevo, ma era un po' sgarbata così, dopo 24 ore di sofferenza, ho deciso di toglierla. Ma non vi dirò mai di cosa si tratta".