Locarno 2018 sotto il segno di Ethan Hawke. L'attore, regista, romanziere, cantante e chitarrista a tempo perso è approdato al festival svizzero per ricevere il Pardo alla Carriera, riconoscimento che un po' lo preoccupa visto che, nonostante una filmografia importante, ammette di non sentirlo "meritato". "Sidney Lumet alla fine della vita disse 'Nessuno vuole darmi un premio alla carriera, ma non mi fanno neanche fare un altro film'" ricorda sorridente. "Non credo di essere arrivato al punto di dover ricevere un premio, il mio amico Richard Linklater mi ha detto che si tratta di un 'check-in di metà carriera. E' un punto di arrivo, festeggi e subito dopo tutti riprenderanno ad odiarti come prima. Il passo successivo sarà essere invitato a guidare una giuria'".
Camicia con fantasia di meduse, pantaloni blu scuro a righe, Ethan Hawke appare divertito e rilassato dall'atmosfera del festival, ma ammette: "Qui è incredibilmente caldo. Ho appena presentato Seymour: An Introduction (documentario dedicato al pianista Seymour Bernstein ndr) e nel pubblico tutti avevano il ventaglio in mano". Poi aggiunge: "Molti uomini hanno la crisi di mezza età e comprano una Porsche, io ho avuto la crisi di mezza età e ho girato un documentario su un pianista ottantenne".
"Volete farmi sentire triste per non aver vinto un Oscar? Fottetevi!"
"Logan? Un buon film, ma non è Bresson"
L'anno scorso Ethan Hawke era in concorso a Venezia con First Reformed di Paul Schrader, dove interpretava un prete lacerato dai tormenti. Quest'anno Locarno gli offre l'opportunità di presentare in Piazza Grande Blaze, la sua quarta regia, biopic dedicato al ruvido e misconosciuto cantante country Blaze Foley, scomparso nel 1989, anno in cui Ethan Hawke si faceva notare ne L'attimo fuggente. Sia Foley che Hawke sono di Austin, città che, grazie ai suoi cittadini illustri, è diventata un punto focale. Ethan Hawke specifica però: "Credo che tutto il mondo sia così, sono tante le storie che meritano di essere raccontate. Credo che sia possibile per ognuno fare un buon film che parla della sua città, l'importante è avere qualcosa da dire. Per Richard Linklater fare Slacker è stato un atto rivoluzionario, stessa cosa per Robert Rodriguez con El Mariachi. Il difficile, oggi, è la distribuzione; adesso tutti hanno i mezzi per girare un film, ma molti sono brutti. Per questo i festival sono importanti, aiutano a sostenere i film validi. Quando è uscito Logan - The Wolverine ne parlavano tutti come se fosse un film incredibile, è un bel film di super eroi, ma non è Bresson. Il business, però, spesso orienta il gusto".
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Hollywood: la fabbrica dei sogni finti
Ethan Hawke ha voglia di parlare di sé. A differenza di molti attori, si lascia andare a qualche aneddoto, ma il filo conduttore di tutta la chiacchierata è la sua vita interiore, la sua spiritualità, l'equilibrio raggiunto in anni di carriera "dedicati a girare per lo più film indie che nessuno ha mai visto. Sono felice di essere stato apprezzato in First Reformed, ma il motivo per cui è arrivato il successo sta nel fatto che ho cercato di risolvere tutti i miei problemi col lavoro. Quando il mio primo matrimonio è fallito mi sono rifugiato sul set, poi sono tornato a teatro, la miglior medicina perché sul palco devi essere umile. Quando è uscito First Reformed ho fatto una passeggiata con Paul Schrader, lui era così triste perché quando il film è arrivato in sala il marketing non era riuscito a trovare una frase da citare per il lancio che contenesse un superlativo. Un solo dannato superlativo. Poi sono uscite molte critiche positive, ma ormai era tardi.
A differenza di molti suoi colleghi, gli insegnamenti impartiti dalla famiglia hanno permesso a Ethan Hawke di non cadere nelle trappole delle sirene di Hollywood, dando il giusto peso agli eventi occorsi nel mestiere. "Mio padre e mia madre sono preoccupati solo della loro vita spirituale, non gli interessa che io abbia successo, mi amano per quello che sono. La celebrità, per me, non è mai stato un problema. L'ultima volta che ho parlato con River Phoenix era ossessionato dal modo in cui le persone lo percepivano, dalle etichette che gli avevano incollato addosso. Ho capito che non avevo quel problema, sapevo che tutto quello che mi circondava era finto. Sono stato agli Oscar per il film di Sidney Lumet ed è la fabbrica della finzione. Le statue dorate che vedete sono ricoperte di carta dorata, quando le persone si alzano per andare al bagno vengono sostituite da comparse, le persone che votano i film non li hanno nemmeno visti. Volete farmi sentire triste per non aver vinto un Oscar? Fottetevi!".
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Arte e commercio: la lezione dei maestri Peter Weir e Joe Dante
Il look di Blaze ribadisce, se ce ne fosse bisogno, la propensione di Ethan Hawke per il cinema indipendente. L'attore e regista ricorda con orgoglio la genesi di Boyhood, "un film fatto con niente da un gruppo di amici nell'arco di dodici anni che ha avuto un successo enorme", ma non rinnega i successi commerciali. "I miei maestri sono stati Peter Weir e Joe Dante. Se non hai visto i film di Bresson o Fassbinder, Weir ti urla 'Svegliaaaa!' E' ossessionato dall'arte. Joe Dante considera il genere un cavallo di Troia per raccontare altro. Ne L'ululato credi di andare a vedere un film di lupi mannari e invece stai vedendo segretamente un film sulla sindrome da stress post traumatico di un reduce del Vietnam. Scappa - Get Out è un grande esempio di questo cinema così come La notte del giudizio. Entri vedendo un popcorn movie ed esci consapevole di aver visto un film importante che ci dice qualcosa sulla nostra società. Lo stesso First Reformed è etichettato come art film, ma Paul Schrader è la stessa persona che ha fatto Il bacio della pantera e American gigolo, è un sensazionalista, ma sesso e violenza sono uniti a un discorso importante. Altri registi usano sesso violenza, ma dimenticano l'arte".
Ci auguriamo che dopo il passaggio a Locarno, Blaze riesca a trovare una distribuzione italiana. Nel frattempo a breve uscirà negli Stati Uniti un altro film che parla di musica, Juliet, Naked (adattamento del romanzo di Nick Hornby Tutta un'altra musica) che vedrà Ethan Hawke nel ruolo di un ex cantautore ritiratosi dalle scene da 20 anni. La musica continua a essere uno dei fili conduttori della carriera dell'attore texano che ammette: "La musica è la mia passione da sempre e Blaze è una celebrazione delle cose che amo. Non ho mai conosciuto Blaze Foley, ma conosco persone che lo hanno incontrato. Sono ossessionato dalla musica, è una forma d'arte per cui non sono mai stato pagato, per me è qualcosa di puro". Un'altra piccola ossessione è tornare a raccontare le vicende di Jesse e Celine trasformando la trilogia di Linklater Prima dell'alba in una quadrilogia: "Da sempre io e Julie Delpy vogliamo rivisitare i personaggi di Jesse e Celine in una forma diversa o una dimensione diversa. Qualche anno fa è uscito Amour, due grandi attori anziani che muoiono dopo essersi amati una vita. Julie Delpy mi ha scritto "Dannazione, lo hanno già fatto!".