Danny DeVito, un peloso guardiano senza peli sulla lingua

La nostra divertente chiacchierata con il carismatico attore americano, doppiatore d'eccezione del baffuto e peloso Lorax, un guardiano della foresta molto speciale in azione contro il disboscamento selvaggio nel nuovo film d'animazione confezionato dagli autori di Cattivissimo me.

Ambiente, progresso e futuro, tre concetti di importanza cruciale per l'umanità e di grande attualità narrati nella nuova storia animata che la Universal Pictures porta nelle sale per questo inizio d'estate. Protagonista nell'inedita veste di doppiatore multilingue di Lorax - Il guardiano della foresta (in quasi tutte le lingue in cui viene distribuito), il buon caro vecchio Danny DeVito presta la voce al divertente e baffuto personaggio al centro di questa bellissima fiaba color pastello. Durante il nostro incontro l'attore si è dimostrato una persona a dir poco amabile, ancor più divertente di quanto ci aspettassimo. Perché Danny DeVito è uno di quegli attori della Hollywood più eclettica e anticonformista che è capace di calamitare l'attenzione di tutti quelli che gli stanno intorno, è uno showman fuori dalle righe, un artista a tutto tondo che sprizza allegria e magnetismo da ogni poro, una di quelle personalità del Cinema capaci di raccontare aneddoti a raffica e di improvvisare un siparietto dopo l'altro. Uno sguardo ed una voce inconfondibili quelle di Danny DeVito, un attore che ha accettato di affrontare il doppiaggio del polemico e peloso guardiano cercando di rendere quanto più possibile suo questo divertente personaggio. Abbiamo approfittato dell'occasione per chiacchierare con lui di questa straordinaria esperienza di doppiatore, del film che arriverà nelle sale il 1 giugno, degli Oscar e della sua carriera piena di impegni e di cose nuove.

Quando un attore viene chiamato a prestare la voce ad un personaggio animato alla fine quest'ultimo finisce per assomigliargli anche fisicamente. Quando lei e Lorax vi siete conosciuti vi siete piaciuti?
Mi piace moltissimo il fatto che Lorax si muova un po' come me, che sia un po' goffo e peloso come lo sono io, sembra quasi che l'autore del libro, il Dr. Seuss, mi avesse visto ancor prima che nascessi e conosciuto ancor prima di scrivere il libro. Lorax è un piccolo essere peloso e pieno di vivacità che mi somiglia molto.

Cosa le piace di più di lui?
Io e Lorax abbiamo in comune il fatto che non usiamo la biancheria intima (ride).

Quali sono i suoi personaggi d'animazione preferiti?
Sicuramente ho adorato la strega di Biancaneve e Pinocchio quando diventa un asino (ride) e anche GasGas, il topolino di Cenerentola. Insomma personaggi anticonvenzionali e un po' di nicchia diciamo (ride).

Di recente in Italia abbiamo visto Il gatto con gli stivali doppiato in italiano da Antonio Banderas, è una coincidenza oppure secondo lei gli attori stanno cercando di mettersi più in gioco e di arrivare ad un pubblico sempre maggiore doppiando in altre lingue?
Non avevo alcuna idea che anche lui lo avesse fatto, altrimenti mi sarei tirato indietro, odio arrivare secondo (ride). Ovviamente scherzo, so che lui parla bene lo spagnolo ed è sicuramente stato più semplice per lui affrontare l'italiano, quasi un percorso naturale rispetto a me che non conoscevo nulla a parte dell'italiano a parte frasi del tipo "Buongiorno" o "vorrei una tazza di caffé per favore" o "Salve, come sta?". A mio vantaggio posso dire che io ho doppiato Lorax in tedesco, in spagnolo, in russo, in inglese e in italiano e vi confesso che ho accettato l'incarico propostomi da Meladandri (fondatore della Illumination Entertainment produttrice del film e di Cattivissimo me, ndr) perchè volevo togliermi un capriccio. Ricordo che mi chiese "Non ti divertirebbe l'idea di sentire la tua voce in un'altra lingua attraverso Lorax?" ed io la trovai una bellissima idea.

Chi l'ha aiutata ad imparare così in fretta le basi della nostra lingua che non è proprio tra le più semplici?
Non avevo un vocabolario sufficiente da sentirmi a mio agio e così la produzione mi ha affiancato due consulenti straordinarie che mi hanno aiutato a fare bene questo lavoro, perchè ritengo che le cose o si fanno per bene oppure è meglio evitare di farle. Quando ho riascoltato il doppiaggio ho capito di aver fatto un buon lavoro e la cosa mi ha fatto sentire contento e soddisfatto. Poi è stata la volta di due tutor linguistici spagnoli, dovevo controllare la lingua spagnola perchè ne esistono diversi dialetti completamente diversi tra loro. Il russo è stato più difficile perché bisogna mantenersi nelle righe, parlare russo è come mantenersi in equilibrio sulle montagne russe, per non parlare del tedesco che è stato veramente complicato. Tutti quegli "ich" si sono dimostrati davvero ostici per il sottoscritto, è stata una vera sfida ma mi è piaciuto da morire, in alcuni momenti ridevo da solo in sala doppiaggio, poi mi correggevo e ripartivo.

Il suo giudizio sugli Oscar assegnati quest'anno? [/QUESTION]
La cerimonia degli Oscar è sempre lussuosissima, sfarzosa ma piuttosto noioisetta. Ho trovato grandiosa la verve del presentatore Billy Crystal, chiamato ad un compito molto impegnativo e sempre all'altezza. A parte lui ho visto sempre le solite vecchie facce, gente che si applaude e si congratula a vicenda, per me è una follia, dovrebbero cercare di svecchiare un po', di inventare qualcosa di nuovo. Ogni anno vediamo bellissime donne con indosso bellissimi vestiti ma sul volto sempre la stessa smorfia. E poi il red carpet è imbarazzante, tutto quel brusio e quelle decine di attori e attrici che sorridono forzatamente senza un briciolo di partecipazione. Parlando dei film ho letteralmente adorato Una separazione, mi ha riempito di gioia quando è stato premiato, ho apprezzato anche il Millennium di David Fincher e Moneyball - L'arte di vincere.

E The Artist?
Ma come diamine si fa a far vincere a un film del genere tutti quei premi? E' una storia che si è già vista migliaia di volte sul grande schermo, non fatemi entrare nel dettaglio, potrei dire cose di cui poi mi pentirei (sorride).

Ci sono sfide importanti che è pronto ad affrontare per la prima volta arrivato a questo punto della sua carriera?
Io sono pronto a fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento (ride). Rigetterei assolutamente il ruolo di presentatore di cerimonie e appuntamenti come gli Oscar o i Golden Globes, ma per il resto farei tutto.

Le sue conoscenze del cinema italiano sin dove arrivano?
Non conosco nulla del nuovo cinema italiano. Arrivo fino a De Sica, Antonioni, Rossellini, Fellini, Anna Magnani e Sophia Loren. Agli inizi degli anni '70 ho lavorato in un film di Mario Monicelli (La mortadella, ndr) un film americano con la splendida Sophia. Ricordo che in quel periodo ero un giovane attore e Monicelli mi chiese di interpretare un politico della Lower-Manhattan, e sapete che a me non piacciono per niente i politici. Sophia in tutto questo era la donna che cercava di far passare una mortadella al controllo aeroportuale ma viene fermata alla dogana. L'unica scena che avevo con lei era quella in cui arrivavo in veste di principe che salva la principessa in difficoltà, in realtà ero solo un politico sciocco.

Quali erano le sensazioni di un giovane attore in quel momento?
Ero molto preoccupato di lavorare con la Loren, era uno dei miei idoli e con me fu assolutamente deliziosa. L'aeroporto JFK era stracolmo di giornalisti quel giorno, noi eravamo nei camerini mangiando noccioline e quando fui chiamato per il ciak mi avvicinai a lei salendo su uno scalino, vista la differenza d'altezza, la guardai e le dissi "Buongiorno signora Loren!" e lei mi sussurrò all'orecchio in maniera suadente "chiamami Sofia!". Stavo per svenire dall'emozione, iniziai a respirare affannosamente e poi Monicelli che parlava pochissimo l'inglese disse "motore, azione!". Rimasi impietrito, ero tutto sudato e Sophia se la rideva beatamente. Poi si sentì "cut!cut!cut!", e fu in quel momento che capii di aver fatto una figuraccia (ride).

A proposito del suo rapporto con i politici, le era stato proposto di interpretare il ruolo di Berlusconi su un'eventuale film sulla sua vita, è vero?
Purtroppo no, non ho mai ricevuto proposte del genere, forse qualcuno si è lasciato scappare una battuta e si è creato un gossip. Mi sarebbe piaciuto vestire i panni di Fiorello La Guardia, ex-sindaco di New York, un italo americano un po' bizzarro, portava sempre un grande cappello da cow boy...

La sua carriera è piena di tante cose, tra doppiaggio, cinema e teatro cosa preferisce?
Adoro alzarmi la mattina e sapere di avere qualcosa da fare, un progetto da sviluppare, un traguardo da raggiungere. Sono molto fortunato perché nella vita posso fare una cosa che mi piace e cioè recitare ma mi piace anche non fare nulla, che ne so ad esempio starmene in giardino a non far nulla a divertirmi con i miei cani...

Tornando a Lorax - Il guardiano della foresta, cosa pensa di aver messo di suo nel personaggio originale e cosa pensa della trasposizione cinematografica del libro?
Penso che la trasposizione da libro a film e la traduzione siano state azzeccate. All'epoca della sua pubblicazione fu un libro molto osteggiato in alcune zone degli States e visto come un attacco allo sviluppo industriale americano. Il Dr. Seuss prese ispirazione per il libro durante un viaggio in Africa intrapreso con lo scopo di sbloccare la sua vena creativa affossata dall'arrembante consumismo che dilagava a quei tempi in America. Penso che il film abbia catturato lo spirito del suo autore in tutto e per tutto.

E' un film che allo stesso tempo cerca di educare e intrattenere ma soprattutto che non lascia indifferenti...
Credo anche io che questo film possa contribuire a svegliare i giovani, a scuoterli. Bisogna che capiscano che non c'è più tempo per starsene calmi e con le mani in mano, bisogna fare qualcosa per l'ambiente, non basta pagare cifre assurde per purificare acqua e aria, dobbiamo cambiare le nostre abitudini di vita, dobbiamo tutti muoverci nella stessa direzione. Da poco ho acquistato una Nissan nuova, un'auto elettrica, in questo modo sento di rispettare di più l'ambiente, non ho fatto neanche un pieno di benzina negli ultimi sei mesi e ne vado fiero. Non si fa ancora abbastanza ma per fortuna oggi siamo più consapevoli di quel che accade grazie a Internet e ai social network.

Com'è stato lavorare per l'indipendente Illumination Entertainment a Parigi anziché per una grande major americana a Los Angeles? Secondo lei questa differenza cambia qualcosa nell'essenza del film oppure no?
Chris Meledandri ha controllato ogni singolo passaggio della produzione del film, i soldi spesi da ogni singolo reparto ed ha controllato ogni giorno l'evoluzione dei lavori. Ma ha seguito anche il casting, il lavoro dei due registi, insomma è stata una produzione in cui tutti conoscevano tutti sul set e fuori, per questo è stata molta la carica emotiva che abbiamo messo nel progetto. E' stato come essere in una piccola boutique a conduzione familiare in cui tutti ti consigliano per il meglio e ti appoggiano, al contrario delle grandi produzione in cui per forza di cose si avverte un certo distacco. Mi sono veramente sentito come a casa mia.