Il mistero più profondo per una volta non si tinge di giallo, perché vira verso il nero, diretto verso meandri sempre più oscuri e labirintici. Quando qualcuno scompare nel nulla, quando una persona sembra evaporare all'improvviso, le domande galoppano all'impazzata nella mente di chi cerca, una mente affollata di dubbi e incredulità. Facile cadere in preda al panico dello straniamento, di qualcosa che spiazza e destabilizza il normale corso delle cose. A differenza di un omicidio, dove indagini e morbose curiosità sono rivolte verso l'identità e il movente del colpevole, il dileguarsi di qualcuno logora in maniera diversa ma non meno tartassante della morte. In un misto di speranza, sconforto e dannazione, lo spettatore viene spesso messo nella stessa condizione dei personaggi costretti a subire l'infausta esperienza della sparizione. Bambini, mogli, amici e persino interi gruppi di persone svaniti nel nulla hanno segnato molte storie ansiogene, addentrate nei meandri del thriller e del dramma.
Curioso come questi film e queste serie tv siano spesso sfociate verso derive visivamente oscure e torbide, capaci così di restituire il profondo buco nero presente nel cuore di chi cerca e spera ancora. Un tema che il prossimo 18 maggio tornerà attuale grazie all'uscita del promettente Sicilian Ghost Story, film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza e opera d'apertura della Settimana della Critica al prossimo Festival di Cannes. La scomparsa di un ragazzino di 13 anni dà il via ad una favola nera sospesa tra l'amore e il fantastico, fortemente calata nel paesaggio siciliano. Un'opera seconda che ci permette di ripensare a tanti altri film e serie che hanno cullato l'incubo dei dispersi nel nulla. Tranquilli, in questo nostro vagare alla ricerca di qualcuno, non vi sveleremo alcun finale. Perché, per quanto il mistero possa logorarci, in fondo, ci siamo sin troppo affezionati.
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L'avventura
Una donna ripresa di spalle. Bastano una mano posata sullo stipite di una finestra e la posizione del suo corpo per farne percepire l'agitazione. È uno dei più celebri fotogrammi tratti dall'amaro L'avventura di Michelangelo Antonioni, reso ancor più celebre anche dal poster ufficiale del Festival di Cannes 2009. E proprio da Cannes partì l'avventura di un film dedicato ad una donna scomparsa durante una crociera. Cercata dal suo compagno (Gabriele Ferzetti) e dalla sua migliore amica (Monica Vitti), Anna (Lea Massari) non saprà che i due troveranno conforto l'uno nell'altro. Antonioni, rigoroso e secco come non mai, utilizza le Isole Eolie come perfetto contesto per raccontare la desolazione e l'aridità che cova nel cuore dei suoi esseri umani.
Picnic ad Hanging Rock
Il mistero avvolge persino la reale ispirazione dietro l'amato film di Peter Weir. Tratto dal romanzo di Joan Lindsay, forse basato persino su fatti reali volutamente lasciati in sospeso, Picnic ad Hanging Rock si specchia in un luogo stracolmo di incanto e di angoscia. Le silenti colline australiane prendono quasi le fattezze di un personaggio grazie ai alberi mossi dal vento, i suoi cunicoli e le sue strette gole che "inghiottono" tre collegiali. Ambientato ironicamente durante il giorno di San Valentino, Weir mette in scena un forte contrasto tra un'età di beata e innocente spensieratezza (sottolineata anche dal titolo) e la profonda inquietudine a cui quel posto magico e tremendo costringe le sue giovani protagoniste.
The Vanishing - Scomparsa
Una coppia, una stazione di servizio, una capatina in bagno. E poi il nulla. Diane scompare e a Jeff non rimane che vivere in perenne compagnia di un pesante fardello. Anche a distanza di anni, l'uomo non si rassegna alla scomparsa della donna e lascia intravedere tutti i segni del senso di colpa e del dolore che non vogliono saperne di abbandonarlo. Remake de Il mistero della donna scomparsa, diretto sempre da George Sluizer, The Vanishing non manca di sadismo e di cattiveria quando mette in bella mostra l'ossessione partorita da ciò che non (ci) perdoniamo.
Un gelido inverno
È curioso notate come la maggior parte di queste storie di sparizioni siano ambientate in luoghi incontaminati, dentro grandi spazi illibati, spesso vasti e desolati come l'animo di chi vi perde qualcuno. Non fa eccezione neanche Un gelido inverno, film che di fatto lanciò Jennifer Lawrence con un personaggio ispessito da una vita dura. Adolescente a cui non è concesso di essere ragazza, Ree deve essere subito adulta e accollarsi la gestione di un'intera famiglia. La responsabilità si tramuta in disperata ricerca quando suo padre, appena uscito di prigione, scompare. Ha così inizio una lenta ricerca dentro un panorama umano rinsecchito e pieno di persone incapaci di reale empatia.
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Millennium - Uomini che odiano le donne
È un mondo balordo, fetido e cupo quello in cui si muove lo sguardo impietoso di David Fincher. Una realtà gelida e pungente come le bianche vallate svedesi che fanno da teatro per il controverso Millennium, remake americano di Uomini che odiano le donne, primo adattamento del best seller di Stieg Larsson. In questo caso la sparizione è sovraccarica di disperazione, perché riguarda una ragazza scomparsa da ben quarant'anni. E allora, forse, la sua ricerca è solo un pretesto per indagare nel cuore marcio degli uomini e delle donne, dentro un male privato, taciuto, nato da traumi impossibili da cancellare. Proprio come i tatuaggi.
Prisoners
Nella gelida periferia della Pennsylvania si muovono prede e predatori. Mentre l'onesto padre di famiglia Keller Dover fa il cacciatore per hobby assieme a suo figlio, nel quartiere si aggirano sconosciuti che non scherzano affatto. Due bambine vengono rapite, scomparse nella fitta foresta che fa da contorno alla quiete e all'abitudine di due famiglie destabilizzate e corrose da una ricerca estenuante. Reazioni senza catena di fronte all'insensata azione del male. La morale di Prisoners sembra prediligere la devastante forza distruttiva dell'inspiegabile e negare la forza coesiva delle istituzioni. Stando a Denis Villeneuve, famiglia e giustizia non uniscono, non alzano muri protettivi, ma crollano ben presto. Sono due ideali che decadono miseramente sfilacciando il loro atomi, esplosi in tanti frammenti solitari che si muovono impazziti in un ambiente claustrofobico, rarefatto, invaso dalla nebbia e reso gelido dalla neve, dalla mancanza di legami capaci di agire da collante.
L'amore bugiardo - Gone Girl
Basta la prima inquadratura a dire tutto. Lo sguardo enigmatico di Rosamund Pike penetra lo schermo, mentre la voce di suo marito si interroga con pacata violenza, come smarrito nell'enigma inestricabile che è sua moglie. Una moglie che di colpo scompare, dando il via ad un effetto domino di sospetti, pregiudizi sedimentati per troppo tempo e poi venuti a galla con prepotenza. David Fincher tesse lentamente una tela fatta di paranoia, risentimenti e frustrati desideri di rivalsa. Emerge così un film impregnato di cinismo che guarda alla coppia come ad un mostruoso cerbero, o peggio, come ad un malato terminale condannato all'autolesionismo.
The Leftovers
Senza dubbio tra le puntate pilota più stranianti e affascinanti della recente serialità televisiva. È il 14 di ottobre quando il 2% della popolazione mondiale, ovvero 140 milioni di persone, scompare senza un motivo razionale. Ne deriva la disperazione attonita di chi rimane. Mogli, padri, mariti, figli. Tutti condotti in un vortice di impotenza e di rabbia. Non a caso la locandina di The Leftovers punta l'accento su un pungo dato con violenza su un muro crepato da una dannata disperazione. Tratto dal romanzo Svaniti nel nulla di Tom Perrotta, la serie scritta da uno dei papà di Lost (Damon Lindelof) ha la grande capacità di disorientate e interessare allo stesso tempo, legandoci alle estenuanti ricerche dei suoi personaggi costretti a scavare nelle proprie speranze.
Stranger Things
Se la nostalgia potesse essere una serie tv, si chiamerebbe Stranger Things. Un gruppo di ragazzini armati di torce e zainetti, lunghe e appassionate sessioni di Dungeons & Dragons, avventure pronte ad addentrarsi nel sovrannaturale. Si possono respirare gli anni Ottanta più a pieni polmoni di così? In mezzo alle spensierate corse in bicicletta tra i boschi irrompe una misteriosa creatura che fagocita essere umani in un mondo altro, oscuro e decadente. Tra loro c'è anche il piccolo Willy, catapultato nel Sottosopra da cui arrivano misteriosi segnali da decifrare. La scomparsa del ragazzino porta i suoi coraggiosi amici ad affrontare per la prima volta nella loro vita il peso del male, la paura del lutto e il valore inestimabile di un abbraccio tra amici.
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