Is this the real life? Is this just fantasy?
È stato il grande colpo di scena di fine cerimonia: l'apertura dell'ultima busta da parte di Nicole Kidman e l'annuncio del Golden Globe 2019 come miglior film drammatico a Bohemian Rhapsody... vale a dire, al meno quotato in assoluto fra i cinque titoli della cinquina. Il biopic dedicato a Freddie Mercury e alla prima parte della carriera dei Queen, considerato il "candidato a sorpresa" della cinquina, ha superato così il favoritissimo della vigilia, A Star Is Born, ma anche due opere apprezzatissime dalla critica, BlacKkKlansman e Se la strada potesse parlare, e il fenomeno Black Panther, scatenando discussioni e bordate caustiche fra social media e appassionati e rilanciando un interrogativo fino a qualche settimana fa praticamente impensabile: quale sarà la sorte di Bohemian Rhapsody agli Oscar 2019?
Perché Bohemian Rhapsody rappresenta per molti aspetti una sorta di UFO di questa bizzarra awards season: poco più di un mese fa, quasi nessuno si sarebbe aspettato che la pellicola di Bryan Singer potesse ritrovarsi in competizione nelle categorie più prestigiose dei trofei cinematografici. L'upset ai Golden Globe contro A Star Is Born, per quanto oggetto di critiche e perfino di derisione, costituisce pertanto un segnale che merita di essere preso in esame: di seguito, proviamo dunque ad analizzare i pro e i contro di Bohemian Rhapsody in relazione all'imminente corsa agli Oscar e le sue effettive chance nelle varie categorie in cui potrebbe ritrovarsi candidato... inclusa quella come miglior film dell'anno!
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Don't Stop Me Now: un film da record
Nell'edizione in cui l'Academy ha saggiamente eluso l'ipotesi di uno sbertucciatissimo Oscar per l'Outstanding Achievement in Popular Film, considerando pure che in gara non mancheranno film già enormemente popolari (da A Star Is Born a Black Panther), Bohemian Rhapsody può essere definito senza dubbio un film da record. Sarà per l'amore intramontabile nei confronti di Freddie Mercury o per il fascino senza tempo che la musica dei Queen continua ad esercitare su diverse generazioni, ma il successo del biopic diretto da Bryan Singer continua a crescere: ad oggi Bohemian Rhapsody ha raccolto circa settecentocinquanta milioni di dollari in tutto il mondo (l'ottavo miglior risultato del 2018), di cui quasi duecento milioni in Nord America, e più di ottanta milioni di spettatori, registrando il miglior incasso di sempre per un biopic musicale e per un film legato a tematiche LGBT.
Risultati di tali proporzioni sono difficili da ignorare, perfino per i membri dell'Academy, senza contare che l'ottima tenuta al box office è indice di un passaparola nel complesso positivo. E se gli incassi di per sé non bastassero, la definitiva legittimazione di Bohemian Rhapsody come possibile concorrente per gli Oscar è arrivata dai vari precursors: la vittoria del Golden Globe come miglior film drammatico, sette nomination ai BAFTA Award e addirittura la nomination per il miglior cast agli Screen Actors Guild Award, premi assegnati da migliaia di attori americani... una candidatura, quest'ultima, che assume un peso ancora maggiore se pensiamo che Bohemian Rhapsody è sostanzialmente un one man show tutto costruito attorno al suo protagonista, Rami Malek, la giovane star della serie Mr. Robot.
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Under Pressure: critiche e scandali
Se i precursors e il box office sono entrambi in favore della pellicola su Freddie Mercury, le note dolenti provengono però dal fronte dei giornalisti e dei cinefili, che hanno reagito piuttosto tiepidamente a un'opera giudicata molto convenzionale, riservandole in molti casi delle stroncature feroci. Per dare un'idea della modesta ricezione critica per Bohemian Rhapsody, sull'aggregatore Rotten Tomatoes le recensioni positive ammontano a poco più di tre quinti del totale, mentre la media delle recensioni raccolte su Metacritic si attesta su un punteggio di quarantanove centesimi. A pesare su Bohemian Rhapsody, inoltre, ci sono anche critiche più circostanziate e specifiche: dalle accuse di scarsa fedeltà storica a quelle di proporre una visione conservatrice (o quantomeno ambigua) della vita privata di Freddie Mercury e della sua omosessualità.
Un 'macigno' forse altrettanto pesante per il futuro di Bohemian Rhapsody agli Oscar 2019 ha poi un nome e un cognome ben precisi: Bryan Singer. Il regista allontanato dal set prima della fine delle riprese (portate a termine da Dexter Fletcher, non accreditato), a causa di una produzione non proprio idilliaca e delle tensioni con Rami Malek e colpito, nel dicembre 2017, da una denuncia per abusi sessuali su un ragazzo all'epoca minorenne. Nel pieno del cosiddetto "effetto Weinstein" Bryan Singer si è tramutato così nel convitato di pietra di Bohemian Rhapsody, talmente ingombrante che nessuno, nel team del film, ha osato nominarlo durante i discorsi di ringraziamento ai Golden Globe; ma diversi membri dell'Academy potrebbero provare imbarazzo a votare per un film realizzato da un uomo coinvolto in scandali sessuali. Insomma, alla luce di queste considerazioni: qual è il potenziale di Bohemian Rhapsody ai prossimi Academy Award?
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We Will Rock You: le categorie tecniche
Una misura del sostegno per Bohemian Rhapsody fra i vari settori dell'Academy sarà data probabilmente dalle categorie tecniche: il film di Bryan Singer potrebbe collezionarne quattro o cinque o, nell'eventualità opposta, rimanere del tutto a secco. Per alcuna di queste categorie si può dire che Bohemian Rhapsody abbia 'ipotecato' una nomination, ma tre candidature possibili (se non proprio probabili) sono quelle per il miglior montaggio, per i migliori costumi e per il miglior sonoro: a nostro giudizio, il biopic su Mercury potrebbe aggiudicarsene perlomeno un paio. Più complessa la situazione per l'Oscar al miglior trucco e acconciature, con sette semifinalisti che si contenderanno i tre posti disponibili: la concorrenza è davvero troppo agguerrita, con Vice - L'uomo nell'ombra, Stanlio e Ollio e Maria Regina di Scozia che partono in pole position, ma senza sottovalutare Black Panther e la 'trasformazione' della Tilda Swinton di Suspiria... quasi impossibile che i dentoni finti di Rami Malek possano trovare spazio.
Somebody to Love: Rami Malek verso l'Oscar?
In compenso è appunto lui, Rami Malek, la freccia più formidabile nell'arco di Bohemian Rhapsody, nonché la colonna portante dello strepitoso successo del film. L'attore trentasettenne, vincitore di un Emmy Award per il ruolo di Elliot Alderson in Mr. Robot, riproduce con mimetismo impressionante sguardi, espressioni e movenze del mitico Freddie Mercury, ed è proverbiale la passione dell'Academy per gli interpreti impegnati in ruoli biografici. Se e quando la pellicola funziona, gran parte del merito va proprio al suo protagonista, che in un duello all'ultimo voto ha già soffiato il Golden Globe al favorito della prima ora, l'intenso Bradley Cooper di A Star Is Born. Per Rami Malek la nomination all'Oscar è solo questione di giorni, a prescindere dal destino del film in sé; la gara per la statuetta è ancora apertissima, ma ora come ora le sue chance di vittoria appaiono piuttosto alte.
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I Want It All: miglior film... ready, Freddie?
Se per Rami Malek la candidatura all'Oscar è a portata di mano, meno scontata sarà la presenza di Bohemian Rhapsody fra i candidati al premio come miglior film del 2018. In una rosa che includerà fra i cinque e i dieci titoli (ma di norma, i film nominati sono sempre otto o nove), Bohemian Rhapsody potrebbe trovare posto a dispetto delle recensioni non esaltanti e dell'effetto boomerang scatenato su internet dalla conquista del Golden Globe. A tal proposito, ecco una statistica in suo favore: l'ultima volta che il vincitore del Golden Globe come miglior film drammatico ha mancato la nomination all'Oscar nella categoria principale risale a ben cinquantacinque anni fa, con Il cardinale di Otto Preminger (ma vale la pena ricordare che allora la categoria era ristretta a cinque candidati). Magari Bohemian Rhapsody non riporterà valanghe di voti, o magari da qui ai prossimi giorni qualche fattore esterno comprometterà la sua corsa, e non sembra esserci il rischio che possa arrivare addirittura alla vittoria; ma al momento la nostra sensazione è che, nonostante i numerosi elementi sfavorevoli, in lizza per l'Oscar più ambito ci sarà anche la pellicola sui Queen... ready, Freddie?
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