Dopo aver esordito al cinema con L'alba dei morti viventi nel 2004, Zack Snyder è tornato alle origini con Army of the Dead, zombie movie ambientato a Las Vegas, disponibile dal 21 maggio su Netflix. Questa volta il virus che ha trasformato le persone in zombie è confinato nella città del Nevada, ma un gruppo di mercenari deve introdursi nella città per prendere il contenuto della cassaforte che si trova nell'hotel Olympus.
Gli zombie di Army of the Dead non sono zombie qualunque: sono più intelligenti, non hanno bisogno di mangiare gli esseri umani per sopravvivere e si sono organizzati in una gerarchia, al cui vertice ci sono gli alpha e in particolare il leader, Zeus (Richard Cetrone). Per contrastarli ci vuole quindi una squadra speciale, la Las Vengeance, guidata da Scott Ward (Dave Bautista).
I personaggi più interessanti del team sono senza dubbio Vanderohe (Omari Hardwick), soldato dal temperamento zen, e Ludwig Dieter (Matthias Schweighöfer), esperto di cassaforti. Abbiamo incontrato i due attori via Zoom, che hanno una vera e propria venerazione per Zack Snyder.
Army of the Dead: l'universo zombie di Zack Snyder
Cosa avete pensato quando avete ricevuto la sceneggiatura di Army of the Dead? E come avete trovato la chimica tra i vostri personaggi?
Omari Hardwick: Lavorare con Zack Snyder è stato il punto di partenza. Osservandolo ho capito perché è così grande. Ha creato la sua crew, con alcuni lavora da anni. Ha potuto portarla in questo film. Questo non è semplicemente un film sugli zombie. Fa anche critica sociale. D'ora in poi il nostro curriculum avrà un altro peso, dopo un film con Zack Snyder. Zack ci ha puntato alla testa una delle pistole e ci ha detto: innamoratevi! Scherzo. Ci ha dato la possibilità di far parte di qualcosa che ha creato. Io e Matthias siamo entrambi fan dello sport, ne abbiamo parlato tanto. Soprattutto di basket: il più grande giocatore di sempre è Michael Jordan e forse lo è stato anche grazie all'approccio zen che gli ha fatto scoprire il coach Phil Jackson. La cosa più importante quando hai un talento è riuscire a coltivarlo, a mantenerlo.
Zack Snyder: "Ho creato io l'universo di Army of the Dead: stavolta il canone è mio!"
Matthias Schweighöfer: Quando abbiamo ricevuto la sceneggiatura c'era scritto: Army of the Dead di Zack Snyder. Un universo creato da Zack Snyder. È stato come un sogno che si avvera. È uno dei più grandi registi di genere e creatore di mondi che ci siano oggi in circolazione. Lavorare con lui è un sogno. Nel film il personaggio di Omari è responsabile del mio, da cui dipende la riuscita della missione. Dovevamo capire come far evolvere il nostro rapporto. Ci siamo messi a parlare dei film che amiamo ed è saltato fuori Arma Letale. Abbiamo pensato a una versione moderna della coppia formata da Mel Gibson e Danny Glover. A Zack è piaciuta molto questa cosa e ci ha dato l'ok. Il resto è storia.
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Quand'è che avete capito di far parte di un progetto speciale?
Matthias Schweighöfer: Sapevo che stavamo facendo qualcosa di speciale quando Zack ci ha detto: guardate alla vostra destra, ci sarà una tigre zombie. Anche se era soltanto una testa blu. Avevamo uno stunt-man che la muoveva.
Omari Hardwick: Per me è quando Zack fa una ripresa eroica di ognuno di noi nei titoli di testa. In slowmotion, è una sorta di flashback, o forse no, fa parte del loop temporale di cui abbiamo parlato? Nessuno lo sa. Sono felice che Zack ci abbia regalato quel momento e che abbia inserito delle donne. È lì che ho capito che stavamo facendo qualcosa di speciale: ha fatto sembrare tutti degli eroi.
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Cosa farete il giorno dell'uscita del film su Netflix? Festeggerete in un modo particolare?
Matthias Schweighöfer: La Germania sta per tornare in lockdown, quindi penso che lo vedrò da solo, o con la mia fidanzata. Potrei chiamare Omari! Ma credo che per quando lo vedrò io in America sarà notte.
Omari Hardwick: Io mi trovo in Florida e qui invece è di nuovo tutto aperto. Penso che affitterò un cinema, tanto ormai gli affitti sono bassi, e farò una proiezione per le persone a me più care. I miei genitori, i miei figli.
Army of the Dead: una critica a Christopher Nolan?
Quando nel film parlate del loop temporale state facendo un dissing a Tenet di Christopher Nolan?
Omari Hardwick: I grandi vanno sempre sfidati: Christopher Nolan è sicuramente nella lista dei più grandi registi del nostro tempo. Ho fatto il provino per un suo film. Penso che Inception sia una delle eccellenze prodotte dall'industria cinematografica in questi ultimi anni. Tenet viene da lì, è come se fosse il fratellino minore. Il protagonista è John David Washington. Quindi sì, ci riferivamo a Tenet. Zack conosce Christopher Nolan, per lui è come se fosse una figura paterna. Zack invece è come se fosse un figlio molto creativo. Ha messo tutto questo in quel momento. Io sono un poeta, amo la filosofia e anche la filosofia si nutre di questo, di scambi di idee e riflessione su pensieri formulati da altri. Il mio personaggio è come se avesse trovato la calma interiore, è quasi zen: combatte zombie da molto tempo, con la sua motosega circolare, ma ormai ha una sua stabilità.
Army of the Dead: in arrivo un prequel e anche un sequel?
Sappiamo che ci sarà un prequel, ma per quanto riguarda il sequel? Lo fareste?
Omari Hardwick: Farei assolutamente un sequel.
Matthias Schweighöfer: Avrò la possibilità di essere il protagonista e il regista del prequel: sarà un film con scene completamente inedite, ma farà parte di questo universo. Nathalie Emmanuel sarà la protagonista: era fantastica in Game of Thrones. Sarà molto divertente, sono davvero felice. Incrocio le dita per il sequel con protagonista Omari: sarebbe davvero bello. Il titolo per il sequel potrebbe essere: Alpha Man Vanderohe. Un sequel sarebbe fantastico. Sono un grande fan di Omari e sarebbe perfetto. Sarebbe un grande re. Il sequel lo stiamo montando. È un film di intrattenimento, in cui approfondiamo la storia di Ludwig Dieter. Spero che lo vedrete presto. Incrociate le dita: potrebbero esserci molti progetti legati a questo universo.