Il coinvolgimento, la vivacità e la pluralità di forme artistiche racchiuse in una sola opera, ha fatto sì che nella storia del teatro e del cinema un genere come il musical dividesse gli spettatori fra coloro che subiscono il fascino di questo mix di tecniche espressive, che abbraccia la recitazione, il canto e il ballo, e chi fatica a connettersi ad una forma d'arte così ricca, varia e antica. D'altro canto, non più tardi di un anno fa, proprio un film come La La Land è riuscito a raggiungere il cuore di un pubblico molto più vasto del solito, appassionando sia cinefili amanti del genere musicale, sia spettatori che la musicalità in un film tendenzialmente non la tollerano oltre la colonna sonora.
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Magia e imprevedibilità di quella fabbrica di sogni chiamata cinema, che dal musical ha attinto nel corso della sua storia e che ha contribuito ulteriormente a diffondere, soprattutto al di fuori degli Stati Uniti, ampliando maggiormente la schiera di fan amanti di un genere nato fra l'800 e il 900 come alternativa popolare al classico teatro di prosa. Nel corso degli ultimi decenni, dal West End di Londra alla scena newyorchese di Broadway, uno dei più rinomati e pluripremiati professionisti del musical è il compositore londinese Andrew Lloyd Webber. Autore di alcuni fra i più celebri show teatrali al mondo, insieme al suo storico collaboratore Tim Rice, Andrew Lloyd Webber ha compiuto 70 anni e per l'occasione riscopriamo quali fra i suoi musical hanno conosciuto una trasposizione cinematografica, più o meno fortunata.
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Jesus Christ Superstar (musical, 1970; film, 1973)
Concepito inizialmente come doppio album nel 1970, con la voce di Ian Gillan dei Deep Purple per il ruolo di Gesù, Jesus Christ Superstar ottiene subito un successo clamoroso, conquistando il disco d'oro negli Stati Uniti e in Canada. Andrew Lloyd Webber e Tim Rice decidono di traslare l'opera sul palcoscenico, aumentando esponenzialmente l'ascesa di uno show rock di rara potenza, che narra l'ultima settimana di vita di Gesù rappresentata, in modo assolutamente originale, dal punto di vista di Giuda Iscariota, con delle atmosfere hippie ed essenziali, totalmente differenti dalle mastodontiche produzioni bibliche alle quali sia il teatro che il cinema avevano abituato sino a quel momento. Nel 1973 è il regista Norman Jewison a portare sul grande schermo l'opera di Lloyd Webber, facendone un cult assoluto, fresco e spavaldo nella rappresentazione di un Cristo tormentato e per la prima volta spogliato della sua aurea divina e trascinato nelle incertezze dell'umana esistenza. Premiato con l'Oscar alla colonna sonora per Andrew Lloyd Webber, André Previn e Herbert W. Spencer. Ted Neeley interpreta Gesù, ruolo che gli è valso un'intera carriera.
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Evita (musical, 1978; film, 1996)
Rappresentazione musicale dell'esistenza della politica e sindacalista Evita Perón, moglie del premier argentino Juan Domingo Perón, Evita viene realizzato dal duo Lloyd Webber (musiche) e Rice (soggetto e sceneggiatura) nel 1978, e nasce come album discografico, al pari di Jesus Christ Superstar. Il libretto di Tim Rice è ispirato alla biografia del 1952 di Mary Main, The Woman with the Whip, in prevalente contrasto con la figura di Evita. In seguito alla prima messa in scena del 1978 al West End londinese, diretta da Harold Prince, lo show debutta a Broadway l'anno successivo, aggiudicandosi sette Tony Awards. Nel 1996 il regista britannico Alan Parker realizza una versione cinematografica del musical, in un periodo di magra per il genere nell'industria hollywoodiana. Trasposizione non particolarmente eccelsa rispetto allo show teatrale, principalmente a causa di una serie di lacune in sede di scrittura (lo script è co-firmato da Oliver Stone), Evita regala la performance più significativa sul grande schermo della popstar Madonna ed è ricordata, così come il musical, soprattutto per brani iconici come Don't Cry for Me Argentina e You Must Love, premiata con l'Oscar.
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Cats (musical, 1981; film, 1998)
Basato sul libro di Thomas Stearns Eliot, Cats è un'opera in due atti composta e prodotta da Andrew Lloyd Webber, e scritta da John Napier. Tra i musical più famosi a livello mondiale e tra i più longevi della storia del palcoscenico, andato in scena ininterrottamente dal 1982 al 2000, narra la storia di un clan di gatti del quartiere Jellicle, riunitosi per omaggiare il loro capo, Old Deuteronomy. Nel 1998 David Mallet dirige la trasposizione dello show per il video. In questo caso non si tratta di una versione del libretto riadattata per il cinema ma la semplice ripresa dello spettacolo teatrale e non verrà mai distribuita nelle sale. Un'opera scialba e poco interessante, in grado di appassionare solo i fan più accaniti dello show, che presenta anche qualche differenza con lo spettacolo in seguito al passaggio in post-produzione, dove venne eliminata la sequenza di Growltiger's Last Stand interpretata da John Mills e furono accorciati diversi balletti.
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Il fantasma dell'Opera (musical, 1986; film, 2004)
Peccato che la trasposizione cinematografica migliore del romanzo di Gaston Leroux, Il fantasma dell'Opera, riguardi esclusivamente l'adattamento horror per il grande schermo del 1925, con Lon Chaney protagonista: il film di Rupert Julian è uno dei capisaldi orrorifici nel periodo del cinema muto e solo nel 1986 Andrew Lloyd Webber scrive il soggetto e le melodie dello show musicale, in realtà liberamente ispirato al libro di Leroux. Il fantasma dell'opera diventa uno dei più apprezzati musical degli ultimi trent'anni e racconta il tormentato e straziante amore fra un musicista sfigurato che abita le segrete dell'Opera di Parigi e il soprano Christine Daaé, compagna del visconte Raoul De Chagny. Come da tradizione, Andrew Lloyd Webber porta lo show prima al West End di Londra nel 1986 e poi due anni dopo a Broadway. Ben poca cosa si rivela la versione cinematografica, diretta dall'istrionico Joel Schumacher, palesemente inadatto per rapportarsi ad un genere a lui poco congeniale. Il film, uscito nel 2004, mescola con superficialità ambientazioni kitsch e interpretazioni insipide, tra cui quella di Gerard Butler nel ruolo del Fantasma, e si rivela uno spettacolo incapace di valorizzare sia l'opera di Andrew Lloyd Webber che tantomeno il romanzo di Leroux.