Los Angeles. Una soleggiata giornata come tante. L'eccitazione per un viaggio nei mitizzati Stati Uniti e la scelta, pessima, di prenotare l'albergo senza prima cercare informazioni o provare a confrontare varie strutture. Un'errore pagato caro da due turiste svedesi completamente all'oscuro dei principi base di prenotazione on line nell'era di Internet e della miriade di siti creati per recensire attività commerciali. E così le biondine, tutte shorts e maglie oversize, finiscono il loro viaggio ancor prima di iniziarlo, perse tra le camere dell'angosciante Hotel Cortez tra spaventose creature segregate nei materassi e bambini che preferiscono un sorso di sangue ad una manciata di caramelle.
Si apre così la season première di American Horror Story: Hotel, il quinto capitolo della serie antologica nata da un'idea di Brad Falchuk e Ryan Murphy, quest'ultimo già "papà" di Glee. Dopo essere stati catapultati tra le stanze di una casa infestata di fantasmi in American Horror Story: Murder, prima stagione andata in onda nel 2011 su Fx, la rete tv via cavo di The Shield, Damages e Sons of Anarchy, soggiornato nel manicomio Briarcliff di Asylum sotto il severo controllo di Suor Jude, praticato la stregoneria nella New Orleans di Coven con la Suprema Fiona Goode e messo alla prova la nostra elasticità con il Freak Show itinerante di Fraulein Elsa, giocando con salti temporali che dai giorni nostri ci hanno trasportato nell'America degli anni '50 e '60, questa volta siamo alle prese con prenotazioni, corridoi sinistri e camere grondanti sangue. Come nei primi tre capitoli, la serie torna ad un luogo circoscritto, l'Hotel Cortez, ispirato al Cecil, l'albergo situato nella zona Downtown di Los Angeles, famoso per una serie di suicidi ed attività criminali che ne hanno accompagnato quella commerciale, includendo tre omicidi ed ospitando, nel corso degli anni, la permanenza di due serial killer, Richard Ramirez e Jack Unterweger. Il luogo perfetto dal quale trarre suggestioni lugubri.
Realizzato in stile Art Deco dalla creatività di Mark Worthington, capace di dare vita ad un'atmosfera enigmatica e labirintica giocando con luci al neon e dettagli geometrici, l'Hotel Cortez, è il claustrofobico scenario nel quale si muovono i personaggi, tra stanze segrete, nascondigli ed oscurità, dal quale gli sfortunati avventori vengono risucchiati per poi essere abbandonati ormai privi di vita. Già in questo primo episodio, come era già accaduto nel precedente Freak Show, i creatori inseriscono il primo legame che fa da filo rosso come le stagioni precedenti, mostrandoci l'agente immobiliare Marcy (Christine Estabrook) di Murder, in un completo pastello, intenta a mostrare la struttura ad un facoltoso acquirente.
Richiami cinematografici e schemi narrativi (troppo) familiari
Già dalla prima immagine, AHS: Hotel, getta subito la maschera, dichiarando i suoi intenti citazionisti con un dolly impiegato per inquadrare l'insegna dell'Hotel Cortez, hitchcokiano richiamo all'Hotel Empire de La donna che visse due volte, per poi mostrarci l'arrivo su un taxi giallo delle due sprovvedute svedesi, arrivate in America per il classico tour turistico fatto di gite agli Universal Studios e bus scoperti dedicati al giro panoramico delle faraoniche ville delle star. Ma la season première non si ferma qui in fatto di rimandi ed omaggi cinematografici.
Gli alberghi, si sa, nel cinema d'oltreoceano hanno sempre avuto un posto di rilievo come set idilliaci o terrificanti. Da Pretty Woman a Ocean's Eleven fino ad arrivare a luoghi sinistri come il Bates Motel di Psycho e il The Overlook Hotel di Shining. Proprio dal film culto di Stanley Kubrick prendono le mosse molte delle citazioni di celluloide presenti in AHS: Hotel. Dal design geometrico della moquette sulla quale giocava il piccolo Danny, declinato nello stile Art Deco del Cortez, alla presenza di bambini inquietanti e vestiti in modo pressoché identico che fanno capolino tra i corridoi dell'albergo, come le gemelline insanguinate che terrorizzano il figlio di Jack Torrance, lo scrittore disturbato interpretato da Jack Nicholson, fino ad arrivare alla presenza di una stanza simbolo, la numero 64, che richiama la celebre 237 del film, con la bellissima donna nuda nella doccia che si trasforma in un'anziana in stato di decomposizione, possibile omaggio kubrickiano all'amica fotografa Diane Arbus (così come le gemelle di Twins, uno dei suoi scatti più celebri), trovata morta suicida nella sua vasca da bagno solo alcuni giorni dopo il decesso.
Ma Falchuk e Murphy non si sono fermati qui. Oltre ad un omaggio allo stile distorto, onirico di David Lynch, utilizzando sulla macchina da presa delle fisheye lens, letteralmente "lenti ad occhio di pesce", che curvano l'immagine dandogli un aspetto deformato, i due creatori hanno citato anche un cinema e un regista temporalmente più vicino: David Fincher. Uno dei filoni narrativi di AHS: Hotel, infatti, si concentra sulle indagini del detective della polizia di Los Angeles, John Lowe (Wes Bentley), chiamato ad investigare su una serie di omicidi brutali e scenografici, ispirati ai dieci comandamenti, che lo indirizzano al Cortez, luogo legato anche ad un suo trauma passato, richiamo esplicito a Seven, il film del 1995 con Kevin Spacey. A tutti questi omaggi, questo primo episodio, contrappone uno schema narrativo che lo spettatore ormai conosce molto bene. I personaggi, dalla receptionist Iris (Kathy Bates) alla tossica Hypodermic Sally (Sarah Paulson) fino alla moglie di Lowe, Alex (Chloë Sevigny) ci vengono presentati lentamente, facendo sì che attorno a loro si crei quell'atmosfera che caratterizzerà l'intera stagione, dandoci piccoli indizi per ricostruire il loro carattere, il loro passato e le loro relazioni, alternando i vari filoni narrativi che si avvicenderanno e intrecceranno tra di loro nel corso delle puntate, il tutto condito da immagini inquietanti, suoni sinistri e personaggi minacciosi.
Nulla di nuovo quindi sotto quest'aspetto, verso il quale ormai lo spettatore è totalmente smaliziato e che rischia di veder naufragare la struttura narrativa della serie verso una rotta fin troppo conosciuta, privandolo di quel senso si terrore e suspance che un prodotto di stampo horror dovrebbe garantire.
"You've been a very bad girl, Gaga!"
La novità delle novità di questa quinta stagione è la presenza di Lady Germanotta, l'eccentrica e trasformista cantante dell'ultimo decennio, creatura perfetta per unirsi al cast più stravagante del piccolo schermo. Chiamata da Murphy per sostituire Jessica Lange, l'attrice simbolo della serie desiderosa di una pausa dal set di American Horror Story (che tornerà nel 2016), Lady Gaga è senza dubbio la motivazione dietro la grande attesa per la première e gli ascolti record di questo primo appuntamento. Dopo aver venduto milioni di dischi, essere apparsa sulle copertine di tutto il mondo, scioccato e divertito con i suoi look a dir poco audaci ed essere comparsa sul grande schermo in due brevi cameo, Sin City - Una donna per cui uccidere e Machete Kills, firmati da Robert Rodriguez, eccola fare il suo ingresso trionfante sul piccolo schermo accompagnata dalle note di Tear You Apart dei She Wants Revenge, avvolta in un maestoso abito rosso sangue impreziosito da una cascata di gioielli.
Lady Gaga è la Contessa, elegante proprietaria dell'Hotel Cortez affetta da una forma di emofilia che la "costringe" a bere sangue umano rendendosi protagonista di vere e proprie mattanze grazie ad un guanto molto speciale, dal quale spunta un'affilatissimo artiglio che le permette di tagliare gole su gole con un solo gesto, fermo e deciso. Sebbene al suo personaggio non siano riservate che una manciata esigua di battute durante l'episodio, il suo debutto ha già lasciato il segno grazie ad un'orgia sanguinaria che l'ha vista protagonista con il suo amante Donovan (Matt Bomer) ai danni una coppia di fidanzati adescati sul prato di un cinema all'aperto che proietta, guarda caso, Nosferatu, il capolavoro espressionista di Friedrich Wilhelm Murnau. Una presenza scenica che non sembrerebbe molto distante dalle sue performance nei videoclip, veri e propri cortometraggi, realizzati per promuovere le sue canzoni, qui declinata da un'immagine che richiama le dive del cinema americano degli anni '40, grazie anche a dei costumi sontuosi, perfetti per dare vita ad un personaggio enigmatico ed ipnotico come quello della Contessa.
E, proprio durante il giorno x del debutto americano della nuova stagione, Ryan Murphy ha elogiato il lavoro della cantante di Born This Way, annunciando di averle proposto di prendere parte anche al prossimo capitolo. Nell'attesa di sapere se la rivedremo calcare il set della serie antologica, non ci resta che aspettare di vedere le prossime puntate di American Horror Story: Hotel, per scoprire quali altre citazioni i due creatori hanno in serbo per gli spettatore e sperare di assistere ad una stagione narrativamente più avvincente del Freak Show, magari con delle parentesi musicali che vedano protagonista proprio la regina del pop del XXI secolo, capace di spazzare via le riserve emerse già con questo primo episodio.
Movieplayer.it
2.5/5