Dopo la notizia del licenziamento di Victoria Alonso da Marvel, i media si interrogano sulle ragioni che hanno portato alla rottura tra la dirigente e lo studio dopo 17 anni di proficua collaborazione.
Secondo una prima versione, la Alonso sarebbe stata punita da Disney per aver infranto il suo contratto collaborando al film candidato all'Oscar Argentina, 1985. L'avvocato di Alonso, Patty Glaser, ha respinto questa versione dei fatti con la seguente dichiarazione:
"Victoria, una latina gay che ha avuto il coraggio di criticare la Disney, è stata messa a tacere. Poi è stata licenziata quando si è rifiutata di fare qualcosa che riteneva riprovevole".
La bella e la bestia, Josh Gad: "Non abbiamo reso giustizia al primo personaggio gay di Disney"
Hollywood Reporter ha fornito nuovi dettagli sulla faccenda, specificando che Victoria Alonso si sarebbe rifiutata di eliminare un riferimento all'orgoglio gay contenuto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania per rendere il film conforme per l'uscita in Kuwait. Sembra che i dirigenti della Marvel volessero ritoccare il film per offuscare la vetrina di un negozio che presentava decorazioni arcobaleno e la parola "Pride" per la versione rivolta al mercato del Kuwait, dove vigono restrittive leggi anti-LGBTQ. La vetrina è stata mostrata in due brevi scene in cui Scott Lang (Paul Rudd) cammina lungo una strada di San Francisco.
La richiesta di Marvel ha raggiunto Alonso, responsabile della supervisione degli effetti visivi e della postproduzione alla Marvel, che però si sarebbe rifiutata di far intervenire il suo team. La Marvel si è, quindi, rivolta a un fornitore esterno per realizzare la modifica. La versione di Ant-Man 3 per il Kuwait avrebbe richiesto modifiche oltre alla cancellazione dei riferimenti LGBTQ+, secondo le fonti. Sarebbero stati rimossi anche i riferimenti all'alcool che sarebbero entrati in conflitto con le autorità locali e sarrebbero state rimosse le guance animate del sedere del personaggio M.O.D.O.K. (interpretato da Corey Stoll).
Victoria Alonso, che è gay ed è stata una fiera sostenitrice dell'inclusione durante il suo periodo alla Marvel, in precedenza ha pubblicamente sfidato l'allora CEO Bob Chapek invitandolo respingere il disegno di legge "Don't Say Gay" della Florida - così come i colleghi della consociata Pixar.