Venezia, musi duri e pugni alzati

Le polemiche di Bellocchio, il brindisi di Sean Penn e l'emozione di Andrej Zvjagintsev concludono la sessantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Si è chiusa tra le polemiche anche quest'edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Marco Bellocchio, regista di Buongiorno, notte ha scelto di rimanere a Roma e presenziare alla prima del suo film al cinema Eden perchè, ha spiegato, "Il premio non mi rappresenta". Il regista ha deciso di non ripartire per il Lido dopo aver saputo da indiscrezioni che la vittoria del regista russo Andrei Zvyagintsev era ormai certa, ed ha preferito la pioggia di applausi durata circa dieci minuti che gli ha riservato il pubblico romano: "Se noi siamo qui", ha detto Bellocchio, "è per comunicarvi il piacere e l'affetto di essere con voi qui e non là".

Più soddisfatto, invece Sean Penn, che ha ricevuto la sua seconda Coppa Volpi per 21 Grammi - Il peso dell'anima di Alejandro Gonzalez Inarritu, l'attore ha brindato con un bicchiere di vino rosso al premio veneziano che ha definito "Meglio dell'Oscar, un evento per celebrare il business mentre i festival servono a segnalare i registi e gli attori che hanno le voci più originali. Questo chiarisce che tipo di film mi interessa. Qui, a differenza che a Hollywood, nessuno mi ha chiesto quale fosse il mio sarto".
Emozionato il regista de Il ritorno, (nella foto una scena del film) il russo Andrei Zvyagintsev che ha dedicato il film e il premio ricevuto, il Leone d'Oro, a Vladimir Garin, il piccolo coprotagonista del suo film morto due mesi dopo le riprese in circostanze tragiche; "Ricevere il premio dalle mani dei fratelli Taviani che ho sempre ammirato mi ha emozionato tantissimo. E trovo una coincidenza molto poetica il fatto che questo avvenga quarant'anni dopo che un altro film russo, L'infanzia di Ivan, vinse il Leone", ha detto, ed ha ritirato il premio col pugno alzato, come aveva già fatto alcuni giorni fa Bertolucci presentando il suo film.
Altro pugno alzato per la regista libanese Randa Chahal Sabbag che ha vinto il Leone d'Argento per il suo L'aquilone: "Ho fatto un film impegnato su una terra dilaniata da un conflitto. Approfitto del festival per dire che se Bush ha diviso il mondo in due tra buoni e cattivi, io sto con i buoni è lui è il cattivo."