Incontro con Andrei Zvyagintsev, Leone d'oro con Il ritorno

Poche ore prima dell'uscita italiana nelle sale del suo film, il discusso vincitore del Leone d'Oro all'ultimo Festival di Venezia ha incontrato la stampa ed ha parlato di sé e del film delle numerose polemiche che questo ha suscitato qui in Italia, in Russia ed oltreoceano.

Dopo L'infanzia di Ivan di Tarkovskij che vinse nel 1962 e Urga di Nikita Michalkov vincitore nel 1991 ecco che un altro film russo conquista la critica nella città lagunare e sbarca nelle nostre sale dopo aver vinto premi e ottenuto riconoscimenti in ogni parte del mondo. Abbiamo incontrato a Roma l'esordiente e pluripremiato regista Andrei Zvyagintsev, tornato in Italia, scusate il gioco di parole, per presentarci il suo Il Ritorno. Sentiamo cosa ci ha raccontato...

Ha avuto difficoltà nel trovare i due ragazzi protagonisti?

Andrei Zvyagintsev: Abbiamo cercato i due ragazzi sia a San Pietroburgo che a Mosca per quasi sei mesi. Abbiamo visto molti candidati ma devo dire che i due prescelti li avevo adocchiati quasi da subito; Andrey Garin (l'attore che interpreta il fratello maggiore) l'ho visto il primo giorno di casting ed era tra i primi dieci che abbiamo visto a San Pietroburgo mentre il ragazzo che fa Ivan (Ivan Dobronravov) lo abbiamo scelto a Mosca alla seconda/terza settimana di casting.

Ha avuto problemi a farli recitare e a dirigerli?

Lavorare con loro è stato molto facile e francamente le mie previsioni erano tutt'altro che ottimistiche, non pensavo che saremmo riusciti a lavorare così bene con due ragazzi così giovani, è stata una grande gioia perché erano delle persone già formate, dei ragazzi strutturati caratterialmente. E' stata sorprendente la fortuna che abbiamo avuto nel trovarli così presto perché quando nacque l'idea per questo film ci eravamo detti che se non avessimo trovato due attori straordinari e con una grande personalità non avrebbe avuto senso fare un film di questo genere e forse non lo avremmo fatto.

E' vero che questo suo primo grande successo nel campo cinematografico russo ha destato qualche risentimento e qualche invidia?

Per quel che riguarda le invidie o le critiche io direttamente non so nulla, devo dire che ho sentito da altri dei discorsi che ci sarebbe una certa irritazione che un outsider come me abbia tutto questo successo e abbia una partenza a razzo. Io personalmente non ho avuto nessun contatto di questo genere.

Immaginiamo che la candidatura all'Oscar non sia stata quindi per niente semplice da ottenere... come ha vissuto questi contrasti?

La premiazione e la consegna degli Oscar è stata spostata di due settimane (in anticipo rispetto alle altre edizioni) ed in Russia (ma anche in America) c'è stato un momento di confusione perché nessuno si è ricordato e soprattutto in molti ignoravano questo anticipo. Si è un pò dormito rischiando di non consegnare la candidatura in tempo; pare che all'ultimo momento disponibile il distributore americano del film abbia telefonato alla distributrice russa Raissa Fomina, che a quel momento non aveva ancora avanzato nessuna richiesta, per avvertirla che stavano scadendo i termini. Gli accademici del cinema russi si sono improvvisamente svegliati e riuniti molto rapidamente prendendo la decisione di candidare il mio film. Mi fa molto piacere sapere che su 14 accademici 8 abbiano votato per Il Ritorno; so che ci sono stati anche 2 voti per Arca Russa di Sokurov.

Ci può dire da quanti membri è formata questa Accademia dei Votanti russa e se conosce qualcuno di loro?

I membri sono solo 14 e conosco solo alcuni dei nomi: Nikita Michalkov (regista), Vladimir Menshov (regista), Vadim Abdrashitov (regista) e Karen Shakhnazarov regista e direttore della MOSFILM.

Volevamo capire se c'era ancora Michalkov in realtà...

Si che c'è, è a capo dell'Accademia in realtà ma non so se abbia o meno diritto di voto essendo il massimo esponente.

Lei stesso si è definito un 'outsider' che ha vinto premi prestigiosi della critica, ci vuole dire come affronterà il secondo film e come pensa di evolversi rispetto a questo suo primo lavoro?

Io mi definisco outsider ma sappiate che in Russia questa parola può anche avere un significato leggermente negativo che qui non ha; è così che mi definiscono in Russia, fanno un uso di questo termine che risulta piuttosto dispregiativo, forse proprio perché lì non amano molto le persone come me che hanno successo. Devo dire che quando io ho fatto questo film non miravo assolutamente ad avere un grande successo. Certo ci speravo ma la mia speranza era più quella di trovare un centinaio di persone che la pensassero come me e che avessero la mia stessa visione della vita. Per quello che accadrà in futuro non posso saperlo, posso solo dire che ho qualche idea d'autore e non di sceneggiatura. Niente è ancora sulla carta ma in testa ce l'ho già perché ci sono alcune opere letterarie che mi piacerebbe portare sullo schermo. Dovremo però prima realizzare il nostro progetto e cioè fare un film sul film cioè su come è stato girato "Il Ritorno"; finora però non c'è stato il tempo perché ho viaggiato molto per presentare il film. Vedremo fra qualche tempo.

In interviste precedenti ha detto più volte che non vuole parlare di simbolismi e di significati del suo film ma sicuramente ci sono delle immagini che inneggiano a sculture e dipinti famosi già dalle prime immagini dell'uomo sdraiato dormiente sul letto che ricorda molto ad esempio il Cristo di Mantegna. Ci vuole dire quali sono le matrici pittoriche ed i riferimenti a cui si è ispirato?

Non vorrei stare qui a parlare di fonti pittoriche anche perché non avrebbe senso visto che nel preciso momento in cui ho girato quella scena non ho pensato molto ad un mio presunto amore per i dipinti del Mantenga: mi interessava con questa inquadratura portare lo spettatore, con una sorta di violenza, a seguire una certa linea e suscitargli alcune associazioni di idee che lo aiutassero a 'ricevere' la figura del 'padre' che io avevo in mente. Io ritengo che non bisogna mai esagerare con l'uso di citazioni pittoriche e devo dire che sono stato molto in dubbio se lasciarla o meno nel film. In Russia evidentemente Mantenga non è così noto perché i critici che hanno visto non ci hanno neanche fatto caso mentre a Venezia i 4 secondi di questa inquadratura hanno suscitato in sala un mormorio incredibile.

Leggendo il pressbook e avendo ascoltato le precedenti dichiarazioni del regista si capisce chiaramente che non ama associare il suo film a metafore, retorica e simbolismi. Se dovesse aiutare lo spettatore a rintracciare i Suoi caratteri poetici quale suggerirebbe?

Per me è stato estremamente importante il premio dell'associazione dei critici cinematografici cattolici; penso che questa mia dichiarazione sia una chiave abbastanza chiara per descrivere quel che ho vissuto durante la creazione del film. Forse c'è una certa irritazione nella stampa per il fatto che non amo parlare del significato del mio film e non spiego mai i particolari ma io penso che non abbia senso rispondere a queste domande. Immaginate per esempio di stare insieme a me sulla riva di un lago a guardare il tramonto, tutti guardiamo il tramonto allo stesso modo ma ognuno di noi ha la sua forma di ricezione poetica e sarebbe assolutamente assurdo che io vi suggerisca la mia. E' inutile dirvi che il tramonto è stupendo e che la nuvola ha una strana forma perché tutti siamo capaci di vederlo e di riceverlo secondo la nostra sensibilità. Ogni spettatore ha il diritto ed i presupposti per giudicare un film come vuole.

Volevamo sapere se ha sentito della reazione piccata che ha avuto Marco Bellocchio a Venezia perché sentitosi defraudato della vittoria dal Suo film e del fatto che la RAI (produttore del film) ha minacciato di non mandare più al Festival di Venezia i propri film dopo la mancata vittoria di Buongiorno, notte.

Sì, ne ho sentito parlare ed ho anche sentito di porte sbattute e del fatto che la RAI non avrebbe mandato più i suoi film a Venezia. Volete sapere cosa ne penso? Penso che ci sia la politica e poi ci sia l'arte. Cosa intendo per politica? Intendo che un premio è molto importante per la produzione e la distribuzione di un film ma se un regista, che invece dovrebbe svolgere attività creativa, ha come interesse prioritario il premio che ne scaturisce, beh, la situazione è abbastanza triste. Il regista deve decidere cosa fare, se vincere premi o se girare film ma questa è la mia opinione 'adesso', che sono giovane e sono appena entrato nel mondo del cinema e - cosa più importante - sono un romantico. Forse quando diventerò un po' più pragmatico avrò un atteggiamento diverso.

Perché pensa che ci sia ostilità verso il suo film in Russia?

Sono idee che mi sono sorte dall'atteggiamento che i russi hanno avuto verso il mio film; io parlo degli ambienti che si occupano di cinema e soprattutto che scrivono di cinema, il pubblico normale non è assolutamente coinvolto in questi discorsi. Il film ha grandissimo successo di pubblico a Mosca, hanno ordinato anche parecchie copie nuove perché le due sale sono sempre piene e allo spettacolo delle 10 di mattina non c'è neanche un posto libero.

Prima ha detto che ha fatto l'attore oltre che il regista... cosa recitava e dove? In cinema, teatro o in tv?

Ho diretto un serial thriller poliziesco dal titolo La Camera Nera, una serie di episodi da 26 minuti ognuno, la storia era molto claustrofobia e due o tre personaggi a turno si ritrovavano rinchiusi dentro uno spazio piccolo e molto buio. Come attore ho fatto delle piccolissime parti nel cinema e mai in televisione. La mia preparazione è di attore teatrale.

Tutta la troupe compreso il regista vengono da esperienze televisive, soprattutto la produzione, e ne esce un film di straordinario successo. E' strano come in Russia sia la televisione a fare cinema, è un'eccezione o è una regola e sta cambiando qualcosa?

Anche avendo lavorato molto in televisione non mi sono mai sentito un regista televisivo in pieno, i ritmi televisivi mi sono estranei non mi trovo a mio agio. Anche in questi episodi del serial ho fatto di tutto affinché fossero il più possibile 'cinematografici'e non dei tipici prodotti televisivi. So che ora in Russia la televisione cerca di fare film per il grande schermo, ci sono dei canali che fanno produzioni cinematografiche, non parlerei di una tendenza vera e propria ma sono dei processi che nascono naturalmente. Il Ritorno è il primo film per il grande schermo della REN FILM (casa di produzione televisiva).

Conosce attori e registi italiani e ne stima qualcuno in particolare?

Una figura importantissima per me è Michelangelo Antonioni, sono stato molto colpito ai miei tempi dal film di Valerio Zurlini Il deserto dei Tartari, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti e poi il periodo in b/n di Fellini; ho un rapporto più complesso con il suo cinema a colori. Per quel che riguarda gli attori mi viene in mente Monica Vitti e Gabriele Ferzetti che recita insieme a lei ne "L'avventura di Antonioni.

Lei è credente?

Non mi posso definire una persona credente e religiosa. Purtroppo non posso dire di esserlo.

Quali opere pensa di portare in un suo film? C'è qualche candidato?

Vi posso dire solo i nomi degli autori: Thomas Mann, Julio Cortázar e Joseph Brodsky. C'è una splendida poesia in tre pagine di Brodsky che narra una storia che si svolge in una città portuale ed è talmente intrigante che potrebbe essere un ottimo spunto per un film ma mentre questo potrebbe essere girato dovunque la storia tratta da un'opera di Mann sarebbe una storia italiana che si svolge interamente a Firenze e potrebbe essere girata solo lì. Ho dimenticato di citare anche Dostoevskij forse perché la storia che ho in mente, tratta da una sua opera, mi fa un po' paura. Non so neanche se attualizzarla o lasciarla ai suoi tempi perchè è una storia del 19° secolo e dovrebbe essere girata in costumi troppo formali per i miei gusti; anche per questo ho dei grossi dubbi; qualora dovessi trasportarla ai giorni nostri ci sarebbero ugualmente delle difficoltà enormi perché nessuno vive più e pensa più come allora. Se mai riuscirò a risolvere questo conflitto interiore allora farò un film su Dostoevskij.

Qualche curiosità: Il ritorno è uscito solo a Mosca il 14 ottobre ed è sbarcato venerdì 31 ottobre nelle sale italiane con circa 40 copie in prima battuta e successivamente ne verranno rilasciate altre 20. Il film uscirà in Francia a fine mese e, un po' in ritardo, in Germania, Inghilterra e negli altri paesi d'Europa perché, subito dopo Venezia, è stato presentato al Festival di Toronto dove è stato accolto con grande interesse.