Un posto al sole e il cambio d'orario finiscono in Parlamento: i 5 Stelle interpellano Mario Draghi

Un posto al sole e il suo possibile cambio d'orario sono finiti in Parlamento perchè Luigi Iovino, deputato 5 Stelle, ha chiesto il diretto intervento di Mario Draghi.

Il possibile cambio d'orario di Un posto al sole è diventato una questione politica: il deputato 5 Stelle Luigi Iovino ha chiesto addirittura l'intervento di Mario Draghi, ponendo così il problema anche in Parlamento.

La soap di Rai3, che lo scorso 21 ottobre ha compiuto 25 anni, rischia infatti di sparire dal palinsesto serale di Rai3 e di slittare in quello pomeridiano, togliendo spazio a Geo&Geo ma soprattutto rischiando di compromettere gli ascolti e di conseguenza il lavoro di centinaia di lavoratori. Per cosa? La RAI starebbe pensando a un nuovo talk politico quotidiano nella fascia delle 20:30, condotto probabilmente da Lucia Annunziata.
Cambiamento insopportabile non solo per i tantissimi fan di Un posto al sole ma anche per il deputato del Movimento 5 Stelle Luigi Iovino, che ha chiesto addirittura a Mario Draghi di non ignorare la questione e di scendere in campo al fianco di chi si oppone alla misura valutata dall'AD Fuortes.

La RAI d'altronde, come precisa Ioino: "non è un'azienda privata, non può non tener conto del gradimento di tantissimi spettatori fidelizzati alla fiction, nè si può rischiare di minare una produzione che da oltre un quarto di secolo rappresenta uno zoccolo duro nel palinsesto di Rai3, per sostituirla con un talk il cui gradimento non è affatto scontato".

E il problema va ben oltre il gradimento perchè, con il conseguente ridimensionamento di Un posto al sole, si rischia di compromettere molti posti di lavoro, come hanno subito sottolineato le sigle sindacali.
"Un'eventuale crisi della fiction rischierebbe di assestare un colpo fatale agli studi RAI di viale Marconi, senza dimenticare quanto, in termini di immagine, 'Un posto al sole' impatti da anni positivamente sull'indotto locale, rilanciando il 'prodotto Napolì in termini di attrattività turistica. Elementi di cui il Consiglio di amministrazione della RAI non può assolutamente non tenere conto" ha concluso Iovino.