Quando il confine tra cinema e manga si fa sottile, nascono contaminazioni sorprendenti: è il caso di Kagurabachi, serie cult di Shonen Jump, che affonda le radici in un'icona del Marvel Cinematic Universe: Captain America: The Winter Soldier. Un dialogo creativo che unisce due universi lontani.
Dal MCU alle pagine di Shonen Jump
Durante l'Anime NYC 2025, Takeru Hokazono, autore e illustratore di Kagurabachi, ha svelato la scintilla che ha acceso la sua creatività: Captain America: The Winter Soldier.
L'action-thriller del 2014, primo capitolo MCU diretto dai fratelli Russo, ha ridefinito la narrazione spionistica con un intreccio che unisce complotti governativi e legami personali, riportando in scena Bucky Barnes come assassino manipolato a fini politici. Quel tono cupo, l'estetica militare e la tensione morale hanno lasciato un segno indelebile su Hokazono, tanto da riflettersi nel design del suo primo grande antagonista: Genichi Sojo.
Questo mercante d'armi del sottobosco criminale giapponese richiama l'iconica silhouette del Soldato d'Inverno, dal look disordinato al trucco nero che incornicia gli occhi, un richiamo visivo che diventa cifra stilistica.
L'autore non ha mai nascosto la sua fascinazione per la cultura pop occidentale: "Ho sempre amato i film dei supereroi Marvel. Sono cool ed emozionanti. Quelle impressioni iniziali sono sempre state forti", ha dichiarato. Hokazono cita tra le influenze anche il cinema di Tarantino, Fincher e Nolan, oltre alla saga di John Wick e al videogioco Ghost of Tsushima, che ha contribuito alla costruzione di un Giappone feudale reinventato in chiave moderna.
La sfida di Kagurabachi e la sua ascesa
Se il DNA del manga è contaminato da influenze occidentali, la sua anima resta profondamente giapponese. Hokazono ha confessato che la scena più complessa da realizzare è stata lo scontro tra Chihiro Rokuhira e Sojo, un duello concepito come epico, dove le spade magiche - gli Enten e gli Youtou - si affrontano in una coreografia che deve superare le aspettative del lettore.

"Quello è stato il momento che più mi ha messo in tensione", ammette l'autore, che tuttavia lo considera il suo preferito insieme al combattimento contro Kyora.
Kagurabachi ha vissuto un percorso curioso: nato come meme per l'espressione impassibile del protagonista, è stato soprannominato ironicamente il Morbius del manga. Ma l'ironia si è presto trasformata in autentico entusiasmo. Oggi è considerato uno dei pilastri della cosiddetta "New Power Generation" di Shonen Jump, con capitoli disponibili su Viz Media e Manga Plus e una community che chiede a gran voce un adattamento anime.
Per ora nulla è ufficiale, ma se il destino della serie seguirà la traiettoria del suo ispiratore cinematografico, potremmo essere di fronte a un nuovo colosso multimediale.