Terry Gilliam 'mendica' per Tideland

Il regista è apparso a New York con un cartellone che recitava "Cineasta senza distributore - pronto a dirigere per mangiare".

Non nuovo a stratagemmi originali per promuovere la distribuzione dei suoi film (nell'85 acquistò una pagina di Variety per chiedere alla Universal se avrebbe mai fatto uscire il suo capolavoro Brazil), Terry Gilliam ha scelto una tecnica piuttosto economica per promuovere il nuovo Tideland, che, dopo le infinite traversie che sembrano caratterizzare ogni suo film, dovrebbe avere una distribuzione limitata il mese prossimo grazie ad un piccolo studio, la THINKFilm. Tideland è stato presentato lo scorso anno al festival di Toronto, dove ha diviso, ha entusiasmato, ha infastidito, ma non ha lasciato nessuno indifferente.

Gilliam, bardato in una camicia spiegazzata e pantaloni due misure troppo grandi, è comparso all'angolo tra 11th Avenue e la 51a strada a New York con un cartellone su cui si leggeva: "STUDIO-LESS FILM MAKER - FAMILY TO SUPPORT - WILL DIRECT FOR FOOD" (Cineasta senza distributore - Famiglia da mantenere - Pronto a dirigere per sopravvivere). Numerosi fan del regista non hanno mancato di raggiungerlo, e hanno improvvisato una colletta per questo estemporaneo mendicante. In breve tempo si è formata una fila davanti a Gilliam, chi gli dava soldi, chi voleva un autografo, chi una stretta di mano. E lui ha chiacchierato con tutti, parlando persino per qualche minuto al telefono con il fidanzato di una ragazza. Qualcuno ne ha approfittato per chiedere a Gilliam quale sarà il suo prossimo progetto, ma il futuro dello "studio-less filmaker" non è ancora definito: il progetto per il Don Quixote, ormai leggendario per le difficoltà incontrate, potrebbe essere rimesso in piedi una volta risolte le controversie legali sullo script. E poi c'è The Defective Detective, alla cui sceneggiatura Gilliam lavora da anni con Richard LaGravenese. E ancora Good Omens, tratto dal fantasy satirico di Terry Pratchett e Neil Gaiman, per cui lo script è pronto da tempo, ma fu rifiutato perché troppo "apocalittico" per il clima post 9/11.

"Si tratta di progetti costosi - dice l'ex Monty Python - e gli studios, quando si tratta di film costosi, vogliono andare sul sicuro. Io però voglio fare quello che mi interessa, e non ho perso ancora la speranza di trovare il produttore dei miei sogni, qualcuno che abbia potere e ami quello che faccio."