In vista dell'arrivo nelle di Star Wars: L'Ascesa di Skywaker, la Presidente di Lucasfilm Kathleen Kennedy ha parlato del processo creativo della saga, specificando che non tutto in Star Wars può essere deciso in anticipo vista la natura complessa del franchise.
La Kennedy ha svelato alcuni segreti che si nascondono dietro la realizzazione di uno dei film più attesi dell'anno. In una recente intervista con i09, la produttrice si è soffermata a lungo sul processo creativo a livello di narrazione rimarcando che, per quanto ci sia una pianificazione generale, molti ambiti del lavoro sono solo abbozzati e vengono messi in discussione finché non si riesce ad avere un risultato soddisfacente. E se si tratta del finale di una epopea iniziata quarant'anni fa, è comprensibile capire quante pressioni possano esserci state per trovare una chiusura che non scontentasse nessuno.
Star Wars: L'Ascesa di Skywalkere gli altri due film della nuova trilogia sono nati seguendo il principio della flessibilità: "Mi piace guardare i primi film che George [Lucas ndr.] ha fatto in cui aveva registi diversi perché ha svolto a pieno il ruolo di produttore. Noi abbiamo fatto una cosa simile che identifica il genere e permette davvero ad un regista di immergersi, di trovare il centro della storia e poi di realizzarla. Caso vuole poi che J.J. Abrams e Rian Johnson siano grandi fan di Star Wars".
Così ha spiegato Kathleen Kennedy che poi ha delineato come la collaborazione e un approccio aperto a varie soluzioni siano il metodo più utilizzato in questi anni, perché nulla nell'universo di Star Wars potrà mai essere completamente stabilito in anticipo. "Non credo che nulla sia mai stato cementato con Star Wars. Non può succedere. È così ricco di possibilità che non vuoi raggiungere un punto in cui pensi di aver preso una decisione, chiudendoti così la possibilità di poter esplorare altre variabili e altre considerazioni".
Questo significa che, a differenza di quanto si pensi, il ruolo di Kathleen Kennedy di produttrice non le dà la facoltà di avere l'ultima decisione definitiva rispetto a quella del regista: "Ho lavorato come produttrice cinematografica per tutta la mia carriera e ho sempre voce in capitolo. Ma io non ho l'ultima parola su tutto. Alla fine la decisione è del regista; il mio compito è quello di offrire quante più possibilità da cui poi possono scegliere, lavorare e vedere se si adatta al mosaico della narrazione per poi arrivare ad un punto di vista condiviso e passare alla fase successiva".