Squid game, allarme nelle scuole italiane: i bambini imitano i giochi violenti della serie

Squid game: è allarme in molte scuole torinesi, i bambini imitano i giochi violenti della serie tv sudcoreana e la Fondazione Carolina chiede di sospenderne la trasmissione.

In molte scuole italiane, tra le quali figurano anche alcuni istituti di Torino, gli studenti hanno emulato i giochi di Squid Game. In uno di questi "giochi", astucci e righelli vengono capovolti colpendoli come nella sequenza presente della serie e i perdenti devono essere presi a schiaffi dai compagni: la Fondazione Carolina chiede di sospenderne la trasmissione.

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Una scena di Squid Game

Dopo la Grand Bretagna e il Belgio i giochi violenti ispirati alla serie tv sudcoreana sono arrivati anche nei cortili delle scuole piemontesi: una classe di terza elementare dell'Ic Duca d'Aosta di Torino è stata sorpresa a giocare in cortile ad una versione rivisitata di 'un due tre stella' dove chi perde viene colpito o preso a schiaffi.

"Le maestre si sono accorte che quel gioco non era normale e sono intervenute", ha riferito Serenella Cuiuli, preside della Duca d'Aosta. "Si sono fatte spiegare la storia dai bambini e hanno scritto ai rappresentanti di classe invitando le famiglie a prestare più attenzione a quel che guardano i figli fuori da scuola."

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Squid Game: Il protagonista della serie tv

In un'altra classe di una scuola primaria torinese alcuni bambini costringevano i compagni a giocare a ddakji, la sfida della serie secondo la quale si deve ribaltare un cartoncino ripiegato lanciandocene sopra un altro: il gioco è stato riproposto dai bambini con righelli e astucci e chi perde riceve uno schiaffo; ai ragazzi che si rifiutano di giocare vengono svuotati gli zaini fuori dalle finestre.

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Un'immagine tratta dalla serie tv Netflix Squid Game

Paolo Picchio, presidente onorario della Fondazione Carolina, ha chiesto di sospendere la serie tv lanciando una raccolta firme su Change.org: "Non possiamo affidare ai social il nostro domani, istituzioni e famiglie devono intervenire. Ai tanti incontri che siamo tornati ad organizzare anche in presenza, i genitori non partecipano come ci si aspetterebbe. Molti sono troppo impegnati, altri non credono che i propri figli possano avere problemi di questo tipo."