Tre auto della polizia, pochi operatori video e un piccolo red carpet per la premiere di The Interview, la commedia con James Franco e Seth Rogen che è costata un prezzo davvero alto alla Sony, e in particolare ad Amy Pascal, co-chairman dello studio, considerata tra le 28 donne più influenti al mondo, secondo una classifica di Forbes.
Tuttavia le classifiche e le posizioni servono a ben poco, se un gruppo di hacker che si fa chiamare "I guardiani della pace", presumibilmente nord-coreani, decide di punire la Sony per aver prodotto un film che osa prendere in giro il loro leader, e dopo aver trafugato dati confidenziali dai computer li diffonde su internet. Il governo della Corea del Nord nega tutto - pur condividendo le intenzioni dell'attacco informatico nei confronti della Sony - e il tutto ormai è argomento di dibattito, nell'imbarazzo generale.
Se le informazioni sui film in cantiere che sono state diffuse in rete suscitano la curiosità degli appassionati di cinema, gli scambi di mail tra la Pascal e un altro pezzo grosso come Scott Rudin sollevano un polverone dietro l'altro. Qualche giorno fa abbiamo parlato di come Rudin avesse definito Angelina Jolie "una mocciosa viziata e senza talento" e il successivo faccia a faccia tra la diva e la produttrice - che vi mostriamo nella foto di seguito - fa capire che Angie non deve averla presa benissimo.
Leak Sony: Angelina Jolie una mocciosa viziata e senza talento
Ma oltre a questo, la Pascal si è trovata in imbarazzo anche con Barack Obama (del quale lei stessa aveva sostenuto economicamente la rielezione, tra l'altro) dopo che sono state diffuse una serie di mail in cui scambiava battute a sfondo razzista con Rudin. "Dovrei chiedergli se gli è piaciuto Django Unchained?" chiede lei, e Rudin replica "12 anni schiavo" e via altri titoli interpretati da attori di colore. "Ho mancato sicuramente di sensibilità" - ha detto la Pascal, scusandosi pubblicamente - "ma il contenuto di quelle mail non corrisponde a quello che io sono nella realtà.". Scuse che valgono a poco, almeno secondo Shonda Rhimes, che se l'è anche presa con i media per aver ridimensionato lo scambio di frasi: "I commenti della Sony sono razzisti, altro che osservazioni insensibili. Potete mettere una ciliegina su un cumulo di me***a, se volete, ma almeno evitate di spacciarla per un sundae"
Altre situazioni meno scottanti, ma ugualmente imbarazzanti (e buffe) si sono verificate con la diffusione delle mail che si riferivano a Kevin Hart come "una puttana", semplicemente perché l'attore aveva chiesto un compenso per scrivere un tweet promozionale su un film, nonostante fosse stato già pagato tre milioni di dollari. E poi, come se non bastasse salta fuori lo scambio di battute tra la Pascal e Aaron Sorkin che ai tempi non conosceva ancora Michael Fassbender - che gli era stato segnalato per il film su Steve Jobs, quando lui avrebbe voluto Tom Cruise - e successivamente si ritrova a rilasciare commenti sulle "doti" mostrate nel film Shame: "Mi fa sentire quasi a disagio per avere dei genitali di dimensioni normali" - sentenzia lo sceneggiatore, pur sottolineando anche il talento recitativo dell'attore tedesco.
Fortunatamente le star di The Interview hanno provato a spezzare una lancia a favore della Pascal (e ci mancherebbe) - "Vorrei ringraziare Amy per aver avuto le palle di fare questo film" - ha detto Rogen alla premiere, durante la quale molti produttori hanno espresso solidarietà nei suoi confronti. Rogen e il co-regista si sono rifiutati di rispondere alle domande sul Sony Leaks e si sono limitati a parlare solo del film. "Credo che andrà molto bene al box-office, perché è un film molto divertente" - ha detto Charles Chun, che interpreta il generale Jong - ma soprattutto perché la pubblicità è costata tantissimo, e non solo in termini economici.