Per la prima volta dall'uscita di No Time to Die, Daniel Craig ha parlato del suo controverso finale. No Time to Die, 25° film della popolare saga su James Bond, è anche l'ultima incursione del divo nel ruolo.
In attesa di conoscere il nome del nuovo interprete di Bond, Daniel Craig ha celebrato il suo addio al franchise con un enorme successo di critica e pubblico, visto che No Time to Die ha incassato quasi 775 milioni di dollari in tutto il mondo. La discussione si concentra però sul finale del film, che ha lasciato molti di stucco per la scelta operata dal regista Cary Fukunaga.
No Time to Die, analisi del finale: il suo nome era Craig, Daniel Craig
Durante una conversazione con Variety, Daniel Craig ha commentato per la prima volta il tragico climax della sua versione di James Bond. Dopo aver scherzato sul fatto che uno dei piani originali era di far mangiare a Bond un'ostrica andata a male, l'attore ha spiegato quanto fosse importante creare un momento d'impatto, una situazione di tragedia che avesse un peso per dare il giusto finale alla storia:
"Se il pubblico resta in sala fino alla fine dei titoli di coda, legge 'James Bond tornerà'. Quindi va tutto bene... Penso che l'importante fosse creare una situazione di tragedia. L'idea che c'è un problema insormontabile, che c'è una forza maggiore in gioco e nessuno può farci niente. E la forza maggiore è l'arma di Savin, che uccide l'unica cosa che Bond vuole nella vita, stare con le persone che ama. Non potendo farlo, non c'è niente per cui valga la pena vivere. E di fatto metterebbe in pericolo le loro vite, e questa è l'ultima cosa al mondo che vuole fare. Quindi quell'elemento era incredibilmente importante per creare un legame, perché non poteva sembrare un atto casuale. Doveva avere un peso, senza di esso non avrebbe funzionato. E se non avessimo avuto quel peso, non credo che ce l'avremmo fatta. Avremmo trovato un altro modo per chiudere il film".