L'esorcista: ecco chi è Pazuzu, il demone assiro che tormenta la piccola Regan

Ne L'esorcista, William Friedkin ha preso in prestito dai miti della Mesopotamia per il demone del film; il suo nome è Pazuzu e gli archeologi lo conoscono molto bene: ecco chi è.

Exorcist
L'esorcista

Sono il canto del muezzin e i picconi che affondano nel terreno a dare inizio a L'esorcista di William Friedkin, il film più famoso sulle possessioni diaboliche. Perché è proprio tra le rovine di una città dell'Iraq del Nord che padre Merrin farà il suo incontro con Pazuzu, un demone venuto da un oscuro passato. La sua effige, emersa dalle sabbie insieme ad una medaglietta di San Giuseppe, lo scruta e lo sfida ad una partita tra la vita e la morte, mentre intorno infuriano i venti. Quello spirito antico, che nell'horror cult rimane senza nome, è in realtà uno degli esseri più incredibili della mitologia assira e babilonese. Ora vi racconteremo chi è Pazuzu.

Una scena de L'esorcista
Una scena de L'esorcista

Come abbiamo accennato sopra, di Pazuzu sia nel film che nel romanzo L'esorcista, non si fa menzione in modo esplicito, ma è chiaramente lui il potente demone che prende il sopravvento sulla piccola Regan, soggiogandola ai malefici che padre Merrin - Max von Sydow - e padre padre Karras - Jason Miller - tentano di estirpare con non poca difficoltà. La statuetta che il sacerdote archeologo ritrova durante gli scavi ne è, infatti, la sua esatta riproduzione. L'aspetto di Pazuzu è peculiare: ha il corpo ricoperto di scaglie, la testa umanoide con corna e muso di un animale che può essere a seconda delle varianti o un leone o un cane. Le mani sono di un felino, mentre i piedi hanno la forma delle zampe di un rapace. Dalle spalle spuntano due paia di ali piumate e più in basso è presente la coda di uno scorpione. Altro dettaglio ben evidente è il pene eretto che termina con la testa di un serpente. L'insieme ci mostra in pratica una creatura veramente mostruosa nell'atto di assalire qualcuno, come si può facilmente notare dalla posizione delle braccia: la sinistra distesa e l'altra alzata e pronta all'attacco. Una di queste rappresentazioni, in bronzo, la si può vedere oggi nel Museo del Louvre a Parigi accompagnata da una iscrizione in accadico in cui è lo stesso demone a presentarsi: "Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa. Il re degli spiriti malvagi del vento che sorge all'improvviso dalle montagne".

Linda Blair scherza con William Friedkin sul set de L'esorcista
Linda Blair scherza con William Friedkin sul set de L'esorcista

Ciò che rappresenta infatti è la forza distruttrice dei venti che, con la loro furia, distruggono città, sradicano i raccolti e portano nubi di tempesta. Insomma è una vera e propria potenza della Natura, capace di incutere terrore negli uomini, i quali per difendersi non possono fare altro che pregarlo. In quanto vero e proprio signore e padrone dei venti, si richiamava Pazuzu per farli cessare tutti quanti. Pur essendo una entità malvagia veniva allo stesso tempo invocato come protezione sia contro di essi ma anche contro altri temibili demoni come Lamaštu, creatura che minacciava le partorienti e di cui tentava poi di rapirne i bambini di cui poi masticava le ossa e succhiava il sangue.

Pazuzu Statua Louvre
Pazuzu, la statuetta del demone esposta al Louvre di Parigi

Non a caso, la maggior parte dei reperti fino ad ora ritrovati di Pazuzu sono perlopiù amuleti che ne raffigurano la testa, i quali venivano messi al collo o appesi sui muri delle abitazioni, e tenuti sino alla fine dell'esistenza. Le più antiche attestazioni sono, infatti, alcune teste, una fibula e una collana con dei "mini" Pazuzu ritrovate in una tomba della necropoli regale di Kalkhu a Nimrud, una delle capitali dell'impero assiro. Risalgono alla fine dell'VIII secolo a. C., in un momento piuttosto avanzato della lunga storia della Mesopotamia, tanto che secondo alcuni studi recenti si ipotizza che Pazuzu sia emerso proprio in questo periodo come elemento importante del pantheon assiro e poi babilonese, all'interno di una serie di cambiamenti religiosi andati di pari passo con l'evoluzione culturale di quelle regioni durante l'età del Ferro. Ancora più tarde sono le prime attestazioni scritte, in questo caso è una lettera del 670 a. C.

Pazuzu
L'esorcista

Fu proprio questa duplice natura di essere malvagio sia in combutta e sia di aiuto contro certe personificazioni del Male a far si che la presenza di Pazuzu sia stata capillare in tutta la Mesopotamia tra il VII e il VI secolo a. C. in Assiria e Babilonia soprattutto, ma non mancano esempi al di fuori come a Megiddo e Beth-Shean in Palestina e addirittura l'isola di Samo, in Grecia. In epoca persiana la sua presenza scema e per trovare un ultima traccia bisogna rimontare all'epoca dei Seleucidi, uno dei regni ellenistici sorti dopo la morte di Alessandro Magno, ed è un riferimento squisitamente letterario.

Poi fu l'oblio e la polvere, fino a quando le missioni di archeologi come Layard e Botta, uomini con spirito d'avventura ma soprattutto molta spregiudicatezza non fecero riemergere dai tell iracheni, come fa padre Merrin ne L'esorcista, i resti grandiosi delle città assire di Ninive, Nimrud e Khorsabad, riportando alla luce le civiltà della Terra tra i due fiumi e ovviamente Pazuzu che grazie al film di William Friedkin - a proposito, qui potete leggere il nostro approfondimento sul finale de L'esorcista - conquistò una nuova notorietà che lo portò ad essere al centro di canzoni di gruppi prevalentemente blackmetal, patron di una band punk-rock sarda, i Punkillonis, e protagonista di fumetti come Le Démon de la Tour Eiffel, secondo volume delle avventure di Adèle Blanc-Sec di Jacques Tardi e videogiochi quali Diablo 3, fino a finire parodiato in Futurama e ne I Simposon di Matt Groening. Un percorso niente male per una creatura nata come demone oscuro e diventata adesso una irresistibile icona pop.