25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo: è il momento di cantare Bella ciao, la canzone simbolo della Resistenza e della lotta partigiana. Da qualche anno, però, Bella ciao evoca immediatamente La casa di carta, la serie tv spagnola appena tornata dal 3 aprile, su Netflix, con la stagione 4. Ma perché Bella ciao è stata inserita nella serie? Perché per il professore è simbolo di resistenza contro le banche. Ma andiamo con ordine.
La prima volta che abbiamo ascoltato Bella ciao ci era sembrato un omaggio e basta. E invece è una di quelle cose che danno il senso all'intera serie. La storia del Professore e della sua banda di ultimi della società che decidono di fare una rapina alla Zecca di Stato (e poi alla Banca di Spagna), a Madrid, è molto più che un heist movie. Bella ciao, per tutti, significa una parola: Resistenza. Ma contro chi può essere la Resistenza oggi? È da anni, ormai, che si respirano nell'aria sfiducia e ostilità nei confronti delle banche. Da quella crisi nata in America nel 2008, quella in cui migliaia di persone persero la casa, per arrivare al fastidio verso la Banca Centrale Europea. Dall'America all'Europa, da Occupy Wall Street a Podemos, sono nati movimenti dal basso. In una puntata il Professore racconta di come, per più volte, la Banca Centrale Europea abbia stampato denaro, solamente per dare un'"iniezione di liquidità" alle banche. Ecco; il Professore e la sua banda, con la sua rapina, hanno pensato di dare un'iniezione di liquidità, ma a chi ne aveva più bisogno: ultimi, reietti, persone senza una seconda possibilità.
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Ma, per quanto riguarda la storia dei personaggi de La casa di carta, è Tokyo, la nostra voce narrante che ci guida nella storia, a spiegare perché questa canzone ha un senso per il Professore. "La vita del professore girava intorno a un'unica idea: Resistenza. Suo nonno, che aveva combattuto i fascisti al fianco dei partigiani, gli aveva insegnato questa canzone, e lui l'aveva insegnata a noi."
Ma come Bella ciao è entrata ne La casa di carta lo ha raccontato anche lo sceneggiatore Javier Gomez Santander in un'intervista a Repubblica. "La prima volta in cui ho cantato Bella ciao è stato all'Università. Gianluca, uno studente italiano in Erasmus, aveva una chitarra e la cantavamo tutti insieme. Cantare Bella ciao era il punto più alto di tutte le feste. E da quel momento l'ho sempre usata per darmi coraggio". "Mi piace il significato di questa canzone, la lotta che porta con sé. Un giorno mi sono svegliato con il pensiero fisso della serie che mi tormentava e ho deciso di metterla su. Ho capito che Bella ciao e La Casa di carta condividevano l'anima. Ho gridato: siamo partigiani".
Ne La casa di carta 4 torna la banda di ladri più famosa al mondo con Álvaro Morte (Il Professore), Úrsula Corberó (Tokio), Pedro Alonso (Berlino), Alba Flores (Nairobi), Itziar Ituño (Lisbona), Miguel Herrán (Rio), Esther Acebo (Stoccolma), Jaime Lorente (Denver), Darko Peric (Helsinki), Luka Peros (Marsiglia), Hovik Keuchkerian (Bogotá) e Rodrigo de la Serna (Palermo). Najwa Nimri (Ispettore Sierra), Fernando Cayo (Colonnello Tamayo), Juan Fernández (Colonnello Prieto), Fernando Soto (Angel) e Mario de la Rosa (Suárez) danno vita al corpo di polizia che cercherà di distruggere la Resistenza. Nel cast anche Pep Munné (Governatore), Enrique Arce (Arturo Román), Kiti Manver (Mariví) e José Manuel Poga (Gandía).
La Casa di Carta Parte 4 inizia nel caos: il Professore è convinto che Lisbona sia stata giustiziata, Rio e Tokio hanno distrutto un carro armato e Nairobi lotta tra la vita e la morte. La banda sta affrontando uno dei momenti più difficili di sempre e la presenza di un nemico tra i suoi stessi ranghi ostacola seriamente la riuscita del colpo.