Berlino, la recensione: la verità, vi prego, sull’amore

La recensione di Berlino: lo spin-off de La casa di carta cambia tono rispetto alla serie principale, diventando soprattutto una commedia romantica (con rapine annesse, ovvio). In streaming su Netflix dal 29 dicembre.

Berlino, la recensione: la verità, vi prego, sull’amore

"Il Titanic. Questo è l'amore. Inizi ballando felice durante i banchetti e poi finisci nella Fossa delle Marianne. E c'è solo una tavola per salvarti. Uno rimane aggrappato a congelarsi, l'altro finisce dritto in mare". A parlare è Cameron, una delle protagoniste di Berlino, spin-off della serie spagnola La casa di carta, su Netflix dal 29 dicembre. E potremmo dire quasi: 'la verità, vi prego, sull'amore', in apertura di recensione.

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Berlino, i protagonisti. Al centro Pedro Alonso

Sì perché qui si parla spesso d'amore: tra amici che si confrontano, o tra due persone che sono amanti, o che stanno per diventarlo. Lo spin-off, che trae appunto origine dal mondo dell'amatissima serie spagnola, lo mette in chiaro da subito. Come? Alla fine dell'episodio 1, parte Je t'aime... moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birkin. Quasi a dire: questa è una commedia romantica e non solo una serie sulle rapine. L'idea allora di riprendere l'eredità de La casa di carta e virarla su altri toni, complice l'appeal di un attore amato come Pedro Alonso, risulta riuscita. È una serie tv che vi sembrerà di conoscere bene. Ma è anche una serie nuova.

Il colpo: la casa d'aste più grande di Parigi

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Berlino: un momento della serie

Berlino (Pedro Alonso) e la sua banda entrano in scena, a modo loro, con un colpo ad effetto. Irrompono ad una cena in un palazzo nobile: entrano travestiti da poliziotti, accusano il padrone di casa di evasione fiscale e poi, in cambio del silenzio, si fanno consegnare un antico calice. Ma non è quello l'oggetto della rapina: è solo un Cavallo di Troia per arrivare a qualcosa di molto più ambizioso. Ovvero, la casa d'aste più grande di Parigi, che porta ai gioielli più preziosi d'Europa. Il valore, 44 milioni di euro.

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Berlino, un giallo-rosa che mescola l'heist movie alla commedia sentimentale

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Berlino: un'immagine della serie

Berlino è una serie veloce, ritmata, leggera. È un giallo-rosa che mescola l'heist movie e il thriller alla commedia sentimentale, nel solco dei grandi film del passato come Caccia al ladro e Sciarada, o anche Sette uomini d'oro di Marco Vicario, via italiana all'heist movie con un tocco di erotismo che era assicurato dalla bellissima Rossana Podestà. E anche i nostri eroi sono sexy, sono belli, e sono elegantissimi. "Molti ladri hanno l'abitudine di vestirsi da ladri, o di vestirsi comodi". Loro no, sono la banda di Berlino. Ci sono la sensuale Cameron (Begoña Vargas) e l'intrigante Keila (Michelle Jenner); il serio e fidato Roi (Julio Peña Fernández) e l'irruento Bruce (Joel Sánchez) E c'è Damián (Tristan Ulloa), il maturo consigliere di Berlino. E ricordate cosa diceva quell'adagio? Gli opposti si attraggono. Così le storie d'amore di Berlino sembrano giocare su questo: mettere uno di fronte all'altro personaggi diversissimi tra loro. Il viveur e la donna sposata, la sfrontata e il ragazzo timido, il volgare e l'educanda.

Pedro Alonso e un personaggio d'altri tempi

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Berlino: una scena

L'idea è vincente, quindi. In fondo Berlino è sempre stato avvenenza, eleganza, sex appeal, oltre che follia e dolore. La casa di carta sembrava averci messo di fronte quest'ultimo aspetto del personaggio, nelle prime due stagioni, per poi virare e correggere il tiro nelle ultime, con il colpo di Copenaghen che anticipava alcune delle atmosfere di questa nuova serie. È stata una buona intuizione puntare decisamente su altri aspetti del personaggio, tra la seduzione e il savoir faire. In fondo, il pubblico femminile de La casa di Carta, ha sempre amato Berlino. Allora, Pedro Alonso diventa un personaggio d'altri tempi, una specie di Cary Grant, un ladro gentiluomo e un latin lover, un personaggio di quelli che oggi nessuno, o quasi, sembra scrivere più.

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Uno serie... Cinefila

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Berlino: una scena della serie

Dimenticate allora le pistole e i fucili, le esplosioni e il sangue, la cattiveria e l'oscurità. La rapina qui non è a mano armata, e ha a che fare con l'illusionismo e con l'escapismo, con Houdini e con David Copperfield. Si parla d'amore e di un tema classico di certe storie, ossia quel coinvolgimento sentimentale che fa perdere la lucidità e la freddezza e rischia di mandare a monte un piano architettato alla perfezione. "L'amore è una malattia con varie fasi. Ansia per trovarlo, paura di perderlo, depressione quando è andato" dice ancora la nostra Cameron. Poi, Berlino è anche una storia sulla recitazione, perché ogni personaggio finisce per interpretate un ruolo, o più d'uno, e gli attori si ritrovano ad indossare una maschera sopra un'altra maschera ancora. Tant'è che la serie cita molti film, da La notte del giudizio a Fast And Furious, e sentiamo addirittura dire: "Sei stata strepitosa, da Oscar. Neanche Penélope Cruz...".

Conclusioni

Come vi spieghiamo nella recensione di Berlino, la serie che trae origine dal mondo de La casa di carta è una commedia romantica e non solo un film di rapine. L'idea di riprendere l'eredità de La casa di carta e virarla su altri toni, complice l'appeal di un attore amato come Pedro Alonso, risulta riuscita. È una serie che vi sembrerà di conoscere. Ma è una serie nuova.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Il deciso cambio di tono che porta la serie dall'heist movie verso la commedia sentimentale.
  • L'appeal di Pedro Alonso, ancora più centrato nel ruolo di Berlino.
  • Il cast che contorna il protagonista.

Cosa non va

  • A qualcuno potrà sembrare che la serie ricalchi troppo La casa di carta, ma è inevitabile.