Ray Fisher si è scagliato contro il presidente della DC Films, Walter Hamada, sostenendo che non parteciperà in nessuno dei progetti in cui sarà coinvolto a causa della sua reazione alle indagini riguardanti il comportamento di Joss Whedon sul set di Justice League.
L'attore, con un tweet condiviso online, ha sostenuto che sia il tipo più pericoloso di persona permissiva perché dice menzogne e ha cercato di sminuire i problemi reali alla base delle indagini su quanto accaduto durante le riprese aggiuntive del film prodotto da Warner Bros e DC.
Nel suo tweet Ray Fisher ribadisce: "Non parteciperò a nessuna produzione associata a Walter Hamada". L'11 dicembre WarnerMedia aveva rilasciato un comunicato stampa in cui si sosteneva che le indagini riguardanti Justice League si erano concluse e si era agito per rimediare. I dettagli di quanto emerso dalle indagini o sui comportamenti adottati non erano però stati diffusi online.
L'attore riapparirà nella versione del film ideata da Zack Snyder e diventata una miniserie destinata a HBO Max, il cui debutto è previsto nel 2021. Fisher, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe dovuto riprendere il ruolo di Cyborg nel film The Flash, probabilità ormai molto remota dopo le recenti dichiarazioni.
Ray aveva rivelato a luglio che il comportamento di Joss Whedon sul set di Justice League era stato poco professionale e totalmente inaccettabile, puntando inoltre il dito contro Geoff Johns e Jon Berg che avrebbero permesso al regista di trattare il cast e la troupe in modo molto negativo. Hamada, tuttavia, non era ancora coinvolto nei progetti tratti dai fumetti della DC all'epoca delle riprese, essendo ancora nel team della New Line.
Warner aveva già affrontato i problemi esistenti tra Ray Fisher e Hamada dichiarando che il produttore aveva sostenuto durante un colloquio con l'attore, dopo che si era lamentato del fatto che i suoi suggerimenti legati alla rappresentazione di Cyborg non erano stati presi in considerazione, che ci sono sempre delle differenze creative durante la produzione e che la decisione definitiva spetta allo sceneggiatore e al regista di un film. Lo studio aveva ribadito che il dirigente non poteva esprimere dei giudizi su quanto accaduto, non essendo coinvolto in nessun modo durante la realizzazione del film. I portavoce della Warner, inoltre, avevano sostenuto che Ray Fisher si era rifiutato di parlare con gli investigatori e che non aveva collaborato in nessun modo con l'indagine in corso.