Il ritorno dell'universo di Jujutsu Kaisen prende forma con Modulo, conosciuto anche col nome giapponese "Mojuro", sequel che introduce alieni e nuove dinamiche familiari. Gege Akutami e l'artista Yuji Iwasaki propongono un primo capitolo sorprendentemente solido, capace di colmare le lacune del manga originale e aprire nuove prospettive narrative.
"Jujutsu Kaisen: Modulo" - il nuovo manga di Gege Akutami
Il capitolo inaugurale di Modulo, intitolato Special Grade Incident, riscrive subito le regole del gioco. Ambientato in un Giappone decenni dopo la caduta del Re delle Maledizioni, offre finalmente un contesto storico che nel manga originario era rimasto spesso abbozzato. Questa scelta narrativa non solo evita le trappole della continuity, ma rende più scorrevole l'ingresso dei lettori in un nuovo arco di vicende.
Il cuore della novità, però, pulsa nell'arrivo di Maru, uno straniero proveniente da un pianeta ignoto, i cui poteri ricordano quelli dei jujutsu sorcerer. L'idea dell'alieno non è inedita nella tradizione shone, da Dragon Ball Z a Naruto: Shippuden, il tema è stato esplorato più volte. La sua presenza offre un contrasto radicale: se Sukuna incarnava la radice terrena del male, Maru rappresenta un mistero cosmico che spalanca nuove domande sull'ordine stesso del mondo jujutsu.
I fratelli Okkotsu e la forza di un legame
Se Maru è il catalizzatore del nuovo arco narrativo, i veri protagonisti di Modulo sono i fratelli Yuka e Tsurugi Okkotsu, nipoti di Yuta Okkotsu e Maki Zenin. A differenza del trio Yuji, Megumi e Nobara, qui il fulcro non è l'amicizia ma la competizione fraterna, mescolata a fragilità e rivalità ereditarie.
Il peso del cognome e l'ombra della stirpe Gojo rendono i due giovani più tridimensionali di molti personaggi del manga originale: non sono eroi lineari, ma ragazzi che cercano di definire il proprio posto in un'eredità troppo ingombrante.
A completare il quadro arriva l'interazione con Maru, che non conosce le regole della società jujutsu e costringe i fratelli a tradurle, spiegando implicitamente al lettore le basi del mondo narrativo. In questo equilibrio, il trio si impone già dal primo capitolo come un gruppo magnetico e potenzialmente più dinamico di quello che aveva sorretto Jujutsu Kaisen.
Merita menzione anche l'aspetto visivo: Akutami, ora concentrato su scrittura e character design, lascia il testimone grafico a Yuji Iwasaki, che eleva la qualità artistica con tavole potenti e raffinate. L'estetica resta fedele allo spirito dell'opera originale, ma guadagna una nitidezza nuova, quasi cinematografica, che rafforza l'identità del sequel.
Con queste premesse, Modulo si presenta come un degno erede di Jujutsu Kaisen, un seguito che non teme di sperimentare e che, pur senza rispondere ancora a tutte le domande, regala un primo capitolo promettente.