Instancabile architetto dell'universo DC, James Gunn ha costruito negli ultimi anni una carriera che alterna caos creativo e rigore narrativo. Eppure, davanti all'idea di salpare sulla rotta di One Piece, il regista dei Guardiani della Galassia ha preferito restare a terra, riconoscendo i propri limiti e la propria poetica.
James Gunn e il tesoro che non raggiungerà
Da quando è diventato il timoniere dei DC Studios, James Gunn non ha mai rallentato la sua corsa. Dopo il successo di Peacemaker e la progettazione del nuovo ciclo cinematografico che culminerà con Superman: Man of Tomorrow nel 2027, il regista ha dimostrato di saper equilibrare l'irriverenza con una sorprendente coerenza di visione.

Tuttavia, durante un'intervista nel podcast The Viall Files with Nick Viall, Gunn ha affrontato con disarmante sincerità la possibilità di dirigere il live action di One Piece per Netflix, ammettendo di non sentirsi all'altezza del compito.
"Se dovessi dirigere lo show di One Piece, sarebbe difficile per me perché non comprendo fino in fondo ciò che le persone amano di più di One Piece", ha confessato. "Ne ho letti solo alcuni volumi, mentre con i personaggi DC li conosco a fondo. Li capisco, anche se li cambio - con Peacemaker, per esempio, ho modificato molto del suo carattere. Con i Guardiani ho fatto lo stesso, ma lì mi sentivo libero perché erano figure meno note."
Per Gunn, abituato a esplorare il confine tra l'eroismo e la follia individuale, il mondo di Monkey D. Luffy resta un arcipelago narrativo troppo estraneo per potervi gettare l'ancora.
Il futuro di One Piece tra CGI, nuove rotte e orizzonti infiniti
Nel frattempo, l'adattamento live action di One Piece su Netflix continua a navigare a vele spiegate. La seconda stagione, attesa per il 2026, promette nuove ambientazioni - da Whiskey Peak a Drum Island, passando per Little Garden e Loguetown - e un ingresso particolarmente atteso: quello di Tony Tony Chopper, la renna-medico completamente realizzato in CGI.

Anche se la serie non approderà ancora alla saga di Alabasta, il viaggio della Going Merry si arricchirà di nuovi incontri e di una progressiva maturazione del suo equipaggio, ormai diventato un fenomeno globale.
Parallelamente, il manga e l'anime originali stanno affrontando l'ultima, monumentale saga che porterà Eiichiro Oda verso la conclusione del suo shonen più amato. Un epilogo che, tuttavia, non segnerà la fine di One Piece: un remake animato è già in produzione, e Netflix sembra pronta a trasformare il mare narrativo di Oda in una rotta seriale di lunga durata.
In questa grande traversata, il rifiuto di Gunn appare quasi poetico: come un capitano che riconosce che non tutte le rotte sono le sue. Mentre lui costruisce nuovi miti su Krypton, la ciurma di Luffy continua a solcare il mare dell'immaginario, ricordando che non serve una bussola per trovare la libertà, basta il coraggio di seguire la propria marea.