James Cameron sul 3D e Terminator 2: "Il futuro del cinema? Non cambierà molto"

Il regista, parlando della nuova versione di Terminator 2 - Il giorno del giudizio, ha parlato dell'evoluzione compiuta nel settore cinematografico.

James Cameron e Arnold Schwarznegger sul set di Terminator 2
James Cameron e Arnold Schwarznegger sul set di Terminator 2

James Cameron, parlando della nuova versione in 3D del film Terminator 2 - il giorno del giudizio, ha parlato di come immagina il futuro del cinema.
Il regista ha dichiarato: "Se dovessi provare a indovinare direi che il futuro del cinema avrà molto l'aspetto del cinema. Forse si tratta semplicemente della mia mancanza di immaginazione ma credo che ci siano pochi modi in cui potremo migliorare quello che stiamo facendo ora". James ha quindi sottolineato come le sale saranno ancora essenziali: "Non credo che sarà qualcosa che cambierà. Forse mi sto dicendo solo quello che voglio sentirmi dire ma attualmente non vedo nessuna prova che dimostri il contrario. Non abbiamo avuto un periodo nella storia dell'umanità in cui siamo stati più distratti, connessi, disconnessi e il cinema non sta scomparendo. E' in salute come lo era negli ultimi venti anni, se non lo è addirittura di più".

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Cameron ha inoltre ricordato come il 3D non sia stato usato come avrebbe dovuto: "C'è stato un periodo intorno al 2004 in cui ho sostenuto con forza lo sviluppo dei cinema in 3D e ho presentato ai proprietari delle sale l'opportunità di non mostrare solo i nuovi film in 3D ma anche di convertire i classici". La situazione è però sfuggita di mano e James ha sottolineato: "Siamo arrivati a un punto in cui ho dovuto dire a tutti 'La conversione non è il modo di andare avanti! Non convertite i film!'".
Il filmmaker ha ricordato come la conversione dovrebbe infatti essere compiuta in modo accurato e con il controllo del regista sul progetto, come accaduto nel caso della nuova versione di Titanic che ha incassato 343.6 milioni di dollari o di Terminator 2 a cui hanno lavorato quasi 1000 artisti nel corso di sei mesi dopo aver scannerizzato la pellicola in 35mm e aver restaurato le immagini in 4K per migliorarne la qualità: "Ho persino coinvolto Adam Greenberg, direttore della fotografia all'epoca, perché mi aiutasse. Ha 80 anni ma il suo occhio per il colore è finemente calibrato come lo è sempre stato. Ha detto 'Ricordo che avevamo avuto un problema con il color ciano in queste inquadrature, quindi dobbiamo metterne di più...' e aveva ragione!".
Il regista ha sottolineato: "Non credo che le persone vadano a vedere i film perché sono in 3D come non vanno a vederli perché sono a colori. C'è stato un periodo, alla fine degli anni '50 quando si sceglievano i titoli perché non erano in bianco e nero, perché era qualcosa di importante. E nel periodo di Avatar c'erano persone che andavano a vedere i film perché erano in 3D. Era qualcosa di importante". Cameron ha aggiunto che è l'esperienza vissuta al cinema in grado di fare la differenza e che il formato 3D non ha ancora dimostrato tutto il suo potenziale.

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Il filmmaker ha però smentito che i sequel di Avatar, potrebbero essere in un formato 3D visualizzabile senza occhiali: "Non credo sia una tencologia sviluppabile in breve tempo".