Nel massacro più scioccante de Il Trono di Spade, la morte di Robb Stark differisce dai libri in un dettaglio cruciale: le sue ultime parole. La serie cambia il finale di Robb per evitare una teoria dei romanzi ancora più tragica.
Il Trono di Spade, una parola che cambia tutto
Nel cruento banchetto passato alla storia come Le Nozze rosse, la serie de Il trono di spade mostra una scelta narrativa sottile ma potentissima: cambiare l'ultima parola di Robb Stark. Nei romanzi di George R.R. Martin, il giovane Re del Nord pronuncia "Vento grigio", il nome del suo metalupo, pochi istanti prima di essere trafitto dalla lama di Roose Bolton. Una parola che ha fatto germogliare una teoria inquietante: Robb, come gli altri Stark, avrebbe potuto trasferire la sua coscienza nell'animale. Così, nel caos della strage, avrebbe cercato rifugio nella mente del suo lupo.

Ma se così fosse, la sua morte sarebbe doppiamente tragica: prima nel proprio corpo, poi in quello della bestia, anch'essa brutalmente uccisa. La serie HBO, tagliando questa possibile (e molto probabile) storyline del legame con "Vento grigio" e sostituendo l'ultima parola del giovane Re con un più semplice "Madre", rivolto a Catelyn, ha cancellato questa prospettiva. Ha reso la fine di Robb più netta, forse più banale, ma non meno lacerante.
Eppure, per quanto abbia evitato una teoria che avrebbe aggiunto un ulteriore strato di dolore, Il Trono di Spade ha trovato un modo ancora più spietato per colpire lo spettatore: mettere in scena la morte di Talisa, incinta del figlio di Robb. Nei libri, la controparte di Talisa - Jeyne Westerling - non è presente al matrimonio né aspetta un bambino. È un'assenza che, sullo schermo, si trasforma in tragedia amplificata. Talisa è la prima a cadere sotto le coltellate, davanti agli occhi del marito, mentre il futuro della loro famiglia si spegne prima ancora di nascere.