Harry Potter e la pietra filosofale ci permette di scoprire una curiosità su un personaggio, citato sia nel romanzo che nel film, avvolto dal mistero. Si tratta di Nicolas Flamel, ovvero colui che è considerato nientemeno che l'inventore della pietra filosofale, grande alchimista e autore di testi sulla magia. Una personalità quantomeno poliedrica, tanto da venire citato anche in: Indiana Jones e il tempio maledetto, i fumetti della DC Comics e Il codice da Vinci, il bestseller di Dan Brown che di arcani e rivelazioni plurisecolari ha fatto la sua fortuna. Ma quanto c'è di vero in tutto ciò? Ora lo scopriremo.
Partiamo da un punto fondamentale: Nicolas Flamel citato in Harry Potter e la pietra filosofale è realmente esistito e abbiamo delle tracce ben documentate, tanto che c'è rimasta tutt'ora la sua lapide tombale. Era nato a Parigi durante la fine del Medioevo, tra la seconda metà del XIV secolo e gli inizi del successivo, conosciamo infatti la sua data di morte: il 1418. Sappiamo che aveva due botteghe e che era sposato con una donna molto più grande di lui, Perennelle, ma dotata di un buon patrimonio finanziario che lo rese un vedovo benestante nel 1397. Fu più un matrimonio di comodo che altro e le numerose proprietà e le tante donazioni alla Chiesa dimostrano l'agiatezza della coppia. La loro abitazione è ancora in piedi, al 51 di di rue de Montmorency ed è considerata la più antica casa in pietra di Parigi. Da un atto sappiamo che verso il 1410 progettò la sua lastra tombale con immagini di Gesù, Pietro e Paolo, che nei secoli a venire, complice la fama di alchimista dell'uomo, l'ha resa oggetto di teorie di vario tipo, spesso molto fantasiose. La pietra è oggi esposta al Museo Nazionale del Medioevo - l'Hotel de Cluny - nella capitale francese ed è l'unica testimonianza che ci rimane della sua sepoltura. Sappiamo, infatti, che fu tumulato nella vecchia chiesa di Saint-Jacques-de-la-Boucherie, andata poi distrutta durante gli anni della Rivoluzione Francese. Dal suo testamento, redatto il 22 novembre del 1416, emerge il suo tenore di vita elevato, ma non certo la ricchezza spropositata che gli venne poi attribuita in seguito. A lui e alla moglie sono dedicate due vie a pochi passi dal Louvre.
Questo è il Flamel storicamente accertato. Quello leggendario ci racconta qualcosa di diverso. Tutto ha origine circa due secoli dopo la sua morte quando viene dato alle stampe un volumetto, Le livre des figures hiéroglyphiques, pubblicato a Parigi nel 1612 e poi a Londra, in traduzione nel 1624. Si tratta di un testo che contiene la spiegazione delle figure presenti in un timpano per il Cimitero degli Innocenti parigino, luogo di cui realmente Flamel si occupò del restauro, realizzando una serie di strutture arcate sopra le murate, con lo scopo di contenere le ossa dei cadaveri in eccesso. Nell'introduzione, l'editore del libro - Padre Arnauld de la Chevalerie - racconta dei tentativi di Flamel di venire a capo di un misterioso testo che aveva comprato su indicazione di un angelo che gli era apparso in sogno. Per cercare di risolvere l'enigma si sarebbe recato in Spagna, terra che tra arabi ed ebrei era ritenuta esoterica per antonomasia, dove avrebbe incontrato un vecchio saggio che avrebbe riconosciuto quel testo come una copia di un antico grimorio.
I grimori erano libri di magia in cui si mescolavano corrispondenze astrologiche, liste di angeli e demoni, istruzioni per creare incantesimi, preparare medicine e pozioni, invocare entità soprannaturali e fabbricare talismani. Questo in mano a Nicolas Flamel sarebbe stato di Abramelin il Mago, uno dei più alti esponenti della cabala ebraica. La decifrazione del testo avrebbe così permesso a Flamel e a sua moglie di diventare dei maestri dell'alchimia, capaci di ottenere la pietra filosofale, attraverso la quale sarebbero riusciti a cambiare i metalli in oro e a creare l'Elisir di Lunga Vita. Ed è in questa veste che noi lo ritroviamo citato in Harry Potter e la pietra filosofale, amico fidato di Albus Silente. Fu proprio Silente a suggerire a Framel di nascondere la pietra filosofale prima nella camera di sicurezza 713 della Gringott e poi il suo trasferimento ad Hogwarts per garantirle una maggior sicurezza. La pietra, infatti, è estremamente pericolosa perché grazie ai suoi poteri Voldemort potrebbe essere riportato alla sua forma fisica. Cosa che però viene fortunatamente sventata da Harry e dai suoi amici Hermione e Ron proprio nel primo capitolo della saga.
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La fama di Nicolas Flamel come alchimista attecchisce così tanto da eclissare la sua più prosaica figura storicamente accertata. Certo c'è chi già nel XVIII secolo prova a contestarla, sottolineando che si trattava di un'operazione meramente commerciale attuata dall'editore per vendere di più, ma ormai i giochi erano fatti e anche in epoche a noi recenti questa figura tornerà più volte in scena legata indissolubilmente al mondo dell'occulto. Victor Hugo lo nomina in questa veste in Notre-Dame de Paris, André Breton lo prende addirittura a modello per il secondo manifesto surrealista e diventa protagonista di romanzi di largo consumo come nei sei libri di Michael Scott, I segreti di Nicholas Flamel l'immortale, così come anche in Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald di J.K. Rowling, già autrice di Harry Potter e la pietra filosofale e di tutta la saga. Lo troviamo anche in alcuni albi della Justice League della DC Comics come antenato della maga Zatanna Zatara e in videogiochi quali Assassin's Creed e Uncharted e, immancabile, risulta il suo inserimento nella lista dei gran maestri del Priorato di Sion che sarà centrale ne Il Codice Da Vinci, come organizzazione segreta che protegge i discendenti nati dall'unione di Gesù con Maria Maddalena.