La storia di Shirley Henderson in Harry Potter è un piccolo caso di studio su quanto il cinema sappia manipolare percezioni, età e fisicità. Dietro la voce acuta e la presenza eterea di Mirtilla Malcontenta c'era un'attrice adulta che non credeva possibile risultare credibile come adolescente. Eppure, il casting si dimostrò lungimirante.
Un'audizione paradossale e un'età "taciuta"
Shirley Henderson rimarrà per sempre legata alla figura evanescente di Mirtilla Malcontenta, apparsa per la prima volta in Harry Potter e la camera dei segreti nel 2002. La sua scelta nel cast ha però una storia a metà tra l'improbabile e l'ingegnoso: all'epoca l'attrice aveva 37 anni e stava per presentarsi a un provino per interpretare una studentessa quattordicenne.
Come racconta a The Independent, fu il casting director a incoraggiarla con una raccomandazione chiara: "Vai e non menzionare la tua età". Henderson ammette che, quando arrivò la convocazione, non aveva idea di chi fosse Harry Potter, mentre sua sorella, ospite a casa sua, conosceva bene i libri. Il dubbio però rimaneva: poteva davvero incarnare una ragazzina? Non ne era affatto convinta, consapevole della distanza anagrafica.
Il provino si svolse in modo quasi surreale. Henderson si presentò con camicia bianca, gonna nera e coda di cavallo, dicendosi internamente che "era ridicolo". Recitò la scena richiesta e fu rimandata a casa. Passarono mesi senza alcuna risposta. Poi arrivò la telefonata all'agente: la volevano rivedere, e subito dopo arrivò l'offerta per il ruolo.
Una delle responsabili del casting, convinta che fosse perfetta per Mirtilla, scelse di non rivelare la sua età al resto della produzione. Il segreto funzionò grazie all'interpretazione e alla natura stessa del personaggio: "Myrtle è una persona anziana in un corpo giovane e, essendo un fantasma, c'è una specie di foschia. Non guardi realmente il mio viso da vicino, quindi si poteva farla passare", ricorda l'attrice. La distanza anagrafica, invece di ostacolare il casting, finì per diventare una caratteristica coerente con la malinconia sospesa del personaggio.
Un ruolo decisivo ma senza esposizione pubblica
In un universo cinematografico che spesso trasforma i giovani interpreti in fenomeni mediatici, la storia di Henderson ha un'appendice insolita: "Non credo che nessuno mi abbia riconosciuta", racconta. A differenza dei suoi colleghi adolescenti, travolti da popolarità immediata, lei mantenne una vita privata indisturbata, protetta da un ruolo in cui voce, postura e trucco creavano una maschera perfetta per il personaggio.
La sua carriera, del resto, era già solida prima dell'arrivo a Hogwarts. Aveva recitato in film come Trainspotting e Topsy-Turvy, ottenendo per quest'ultimo una nomination ai London Film Critics Circle Awards come miglior attrice non protagonista. Dopo la parentesi potteriana il suo percorso si è ampliato ancora, passando per titoli come Bridget Jones: The Edge of Reason, Marie Antoinette e Meek's Cutoff, confermando la sua versatilità e la capacità di muoversi tra generi differenti.
La sua figura, oggi, continua a essere ricordata con un misto di sorpresa e ammirazione: un esempio raro di interpretazione contro-intuitiva che, anziché risultare forzata, è diventata iconica proprio per la sua natura anomala.