George R.R. Martin svela l'impatto che Il signore degli anelli ha avuto sul Trono di Spade

In una intervista l'autore di Il Trono di Spade rimarca come le scene di Moria de Il signore degli anelli lo abbiano influenzato per la creazione dei suoi fantasy.

La news che segue contiene spoiler sul Trono di Spade e il Signore degli Anelli, "Gandalf? Avrei preferito che rimanesse morto". George R. R. Martin non è uno che con le uccisioni ci va per il sottile. Il suo Il Trono di Spade è pieno di dipartite violente, soprattutto di personaggi all'apparenza intoccabili. Ned Stark, la strage delle Nozze Rosse, per non parlare di Hodor. I lettori della saga fantasy prima e gli spettatori dello show HBO poi, ormai sanno che non bisogna fare tanto affidamento sul suo autore in merito alla durata dei suoi protagonisti.

Gandalf e il Balrog
Gandalf e il Balrog

In una recente intervista rilasciata per celebrare il lancio di Il trono di spade nella raccolta The Great American Read di PBS, l'autore si è soffermato sul suo legame con Tolkien e di come Il signore degli anelli abbia influito notevolmente sulla sua produzione letteraria. George R.R. Martin racconta che era ancora molto giovane quando prese i libri in mano per la prima volta; cercava un po' di evasione nel fantasy perché la realtà che viveva era tutt'altro che esaltante, ma ammette che di primo impatto rimase notevolmente spiazzato. "Si apre con una dissertazione sull'erbapipa e poi una festa di compleanno. - così spiega Martin - Io però mi chiedevo: dove sono i serpenti giganti? Dove sono le donne mezzo nude? Non ci sono duelli qua!". Alla fine però il romanzo cominciò man mano a piacergli e quando arrivò alle miniere di Moria si rese conto di avere a che fare con il libro più bello che avesse mai letto. Ma l'ammirazione si tramutò in orrore in un momento particolare: "Gandalf muore! Non riesco a spiegare l'impatto che ha avuto su di me a 13 anni una cosa simile. Non puoi uccidere Gandalf. Voglio dire, Conan non è morto nei libri di Conan, sai? Tolkien invece ha appena infranto questa regola e io lo amerò per sempre per questo".

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Con il senno di poi è piuttosto chiaro come poi Martin ci abbia preso gusto a scannare chiunque nei suoi romanzi, è una questione di suspense perché significa che nessuno è al sicuro. Non è un caso che poi tenga a evidenziare come, al contrario, l'apparizione di Gandalf come stregone bianco non lo abbia mai convinto del tutto: "Non mi è mai piaciuto, anche perché torna addirittura migliorato. Penso che sarebbe stata una storia ancora più forte se Tolkien lo avesse lasciato morto definitivamente".