C'era una volta a... Hollywood non arriverà in Cina se Quentin Tarantino non taglierà quelle che sono state indicate come le scene incriminate, peccato che il regista non avrebbe alcuna intenzione di farlo. A riportarlo è The Hollywood Reporter, citando una fonte vicina alla vicenda.
Il tutto è davvero poco chiaro: nel pomeriggio diversi giornali americani hanno riportato la notizia della cancellazione di C'era una volta a... Hollywood dal cartellone distributivo in Cina. L'ultimo lavoro di Quentin Tarantino sarebbe dovuto arrivare nel Paese asiatico il 25 ottobre, dopo aver superato la solita censura cinese poco morbida, ma oggi, come un fulmine a ciel sereno è arrivata la notifica di cancellazione. O meglio, di sospensione, perchè pare che la Cina abbia deciso di accogliere le lamentele della figlia di Bruce Lee ma solo fino a quando il regista non dimostri la volontà di collaborare. E diciamo "pare" perchè di ufficiale non c'è ancora nulla. Per il momento si va avanti per supposizioni e rumor, ed è proprio sulla base di queste voci che Tarantino avrebbe risposto con un secco "no": non intende tagliare le sequenze apparentemente incriminate solo per permettere al film di sbarcare nel mercato cinese. Nonostante si tratti di un botteghino sempre assai redditizio che potrebbe forse consentire al film di superare l'incasso di 400 milioni di dollari. Sfruttando anche la presenza di Leonardo DiCaprio, uno dei divi hollywoodiani più amati nel Paese.
Il problema in questa strana situazione non è soltanto la nota ritrosia di Quentin Tarantino a ritoccare i propri film una volta dichiarati conclusi (da contratto è a lui che spetta l'ultima parola sulle proprie opere), ma soprattutto la mancanza di spiegazioni offerte dalla Cina rispetto a ciò che nel film si ritiene discutibile e non adatto al proprio pubblico. Al momento infatti non esiste una fonte ufficiale che abbia in effetti chiarito la questione. Qualcuno ha ipotizzato che C'era una volta a... Hollywood, come fu per Django Unchained nel 2012, sia stato giudicato troppo violento, ma, prescindendo dalla discutibilità di una simile affermazione, la censura cinese si era già espressa positivamente sul film tempo fa.