Deadline ha reso nota la cifra attraverso cui Amazon si è assicurato Borat 2 dopo che la Universal aveva rinunciato alla distribuzione nelle sale. Lo streamer ha pagato ben 80 milioni di dollari, superando la concorrenza ed esaudendo così il desiderio di Sacha Baron Cohen che voleva far uscire il film prima delle elezioni americane.
A sei giorni di distanza dal suo rilascio internazionale su Amazon Prime Video, Borat: Subsequent Moviefilm continua a far parlare di sé, nel bene ma soprattutto nel male, se consideriamo le numerose polemiche scatenate dall'opera con Sacha Baron Cohen.
Nelle ultime ore è stata resa nota la cifra spesa da Amazon per assicurarsi il sequel del film uscito nel 2006. Bisogna premettere che Borat 2 sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane attraverso la Universal che però, per i motivi che ormai tutti ben conosciamo, ha dovuto rinunciare a tale piano. Ed è in quel momento che lo streamer si è assicurato l'esclusiva del film, sborsando ben 80 milioni di dollari.
Stando a quanto riportato da Deadline, Sacha Baron Cohen voleva assolutamente che il film venisse rilasciato prima delle elezioni americane e, conoscendo i contenuti di Borat 2 possiamo immaginarne benissimo il motivo. La Universal, dal canto suo, non voleva rischiare, vista la chiusura delle sale in città importanti come Los Angeles e New York. Ecco perché ha permesso a Cohen di proporre il suo film alle diverse piattaforme streaming, con Amazon che ha fatto l'offerta vincente, superando la concorrenza rappresentata molto probabilmente da Apple e Netflix. L'attore americano si è poi assicurato che Borat 2 venisse proposto direttamente in streaming, senza alcun costo aggiuntivo, proprio per far sì che arrivasse ad un pubblico più ampio possibile.
A distanza di pochi giorni dalla sua uscita, Borat 2 continua ad essere uno dei film più visti e chiacchierati a livello nazionale ed internazionale: a far discutere, e quindi a farne aumentare la popolarità tra la gente, è soprattutto la scena che vede protagonista Rudy Giuliani, avvocato e consigliere di Donald Trump che viene ripreso a sua insaputa mentre si mette una mano nei pantaloni nel momento in cui si trova in una stanza d'albergo con la finta giornalista interpretata nel film da Maria Bakalova. Non sono poi mancate polemiche per il linguaggio antisemita usato da Sacha Baron Cohen nel film quando Borat si trova a dialogare con una superstite dell'Olocausto. L'attore ci ha tenuto a sottolineare come la donna fosse stata avvisata di quello che sarebbe successo nel film e che lo stesso Baron Cohen fosse ebreo, deciso ad interpretare un personaggio ignorante come mezzo di educazione all'Olocausto.