Blonde, Joyce Carol Oates: "Quello che ha vissuto Marilyn è peggiore rispetto a ogni cosa mostrata nel film"

La scrittrice Joyce Carol Oates ha parlato del film Blonde, spiegando che quanto vissuto realmente da Marilyn Monroe è peggiore rispetto alla versione cinematografica.

Blonde, il film con Ana de Armas nel ruolo di Marilyn Monroe, arriverà il 28 settembre su Netflix e la scrittrice Joyce Carol Oates, che ha firmato il libro da cui è tratto il progetto, ha sottolineato come quanto quanto subito dall'icona del cinema fosse ancora più duro e brutale rispetto a quello mostrato sullo schermo.
L'adattamento cinematografico ha richiesto decenni prima di venire realizzato e uno dei motivi per quanto accaduto è legato proprio agli elementi più brutali e controversi legati alla vita dell'attrice.

Joyce Carol Oates, intervistata da The New Yorker, ha sottolineato che Blonde ha potuto sfruttare i cambiamenti avvenuti nella società negli ultimi anni: "Grazie al movimento MeToo c'è molta più disponibilità ad ascoltare o rispettare le donne che sono state vittime. Prima di Harvey Weinstein non ci sarebbe stata così tanta comprensione. Le persone avrebbero detto 'Oh, stai esagerando', 'Non è stato così negativo', o 'Lo stai dicendo solo tu', o persino 'Non ti ha realmente violentata, lo stai inventando'. Ma ora le persone rispettano di più le donne".
La scrittrice ha parlato quindi del lavoro compiuto da Andrew Dominik ricordando: "Non è un film che ti fa stare bene. Molti film su Marilyn Monroe sono in un certo senso sopra le righe e hanno molta musica e canzoni. Lei è davvero bellissima e dolce. Questo film è probabilmente il più vicino a quello che ha realmente vissuto. Gli ultimi giorni della sua vita sono stati brutali".

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Joyce non è stata coinvolta attivamente nella produzione del film dichiarando: "Ho visto la versione quasi finale, mi hanno mandato un film sotto embargo e avevo 48 ore per vederlo. Hanno così tanta paura che questi film vengano piratati. Ma ho dovuto fermarmi a metà perché era troppo emotivamente duro. Tutte le parti sono ugualmente affascinanti, nonostante sia estenuante. Sono quasi tre ore. Ho dovuto fermare la visione, allontanarmi per un paio d'ore e tornare. Chiede molto allo spettatore. L'ultimo quarto è molto in versione allucinazione... Non è un film che stai guardando piuttosto ti ci immergi e non è per i deboli di cuore".

La scrittrice ha quindi ribadito: "Le cose vere che sono accadute a Marilyn Monroe sono peggiori rispetto a qualsiasi cosa venga mostrata nel film".