Better Call Saul, il creatore della serie ammette: "Non doveva finire così, per noi il cattivo era un altro"

In origine, uno dei personaggi di Better Call Saul avrebbe dovuto essere un cattivo, ma questo avrebbe rovinato uno dei migliori episodi della serie.

Una scena di Better Call Saul

Secondo quanto dichiarato ultimamente dal creatore della serie di Better Call Saul, in origine Howard Hamlin doveva essere il principale antagonista, ma un ribaltamento di prospettiva ha trasformato Chuck nel vero ostacolo emotivo di Jimmy. Questa scelta narrativa ha reso più tragica e potente la morte di Howard in "Plan and Execution", uno degli episodi più spietati e significativi dell'intera saga di Gilligan.

Better Call Saul: quando il "cattivo" sbagliato rovina una scena perfetta

Nelle prime fasi di scrittura di Better Call Saul, Vince Gilligan e Peter Gould avevano immaginato un ruolo ben diverso per Howard Hamlin. Doveva essere lui il vero antagonista della serie, un ostacolo elegante e affilato sulla strada del protagonista, mentre Chuck, fratello di Jimmy, era stato pensato come una figura disturbata ma affettuosa, quasi un Mycroft Holmes che veglia con amore tormentato. "Quando ripenso ai primi due episodi, mi rendo conto che non conoscevamo ancora bene Jimmy McGill. E sapevamo ancora meno su Chuck e Howard", ha dichiarato Gilligan. "Eravamo convinti che Howard sarebbe stato il cattivo, e che Chuck sarebbe stato una specie di fratello maggiore danneggiato ma solidale". Ma la scrittura, e soprattutto l'interpretazione impeccabile di Michael McKean e Patrick Fabian, hanno fatto emergere sfumature inaspettate. Howard si è rivelato un professionista integerrimo e fin troppo corretto, mentre Chuck covava un disprezzo profondo e velenoso per il fratello minore. Il ribaltamento, oltre a sorprendere lo spettatore, ha dato profondità a una dinamica familiare e morale molto più complessa.

Better Call Saul: la locandina della serie
La locandina di Better Call Saul

Proprio per questo, la tragica uscita di scena di Howard Hamlin nel settimo episodio della sesta stagione, "Plan and Execution", ha colpito come un pugno allo stomaco. Jimmy e Kim, pur non volendone la morte, si erano talmente abbandonati all'adrenalina del gioco e alla rabbia repressa da non preoccuparsi più delle conseguenze. Howard arriva nel loro appartamento deciso a rimettere insieme la propria dignità, dopo essere stato pubblicamente demolito senza colpe. "Non mi spezzerete", dice, mentre si congeda con uno sfogo dignitoso e umano.

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È allora che Lalo esce dall'ombra e lo uccide, lasciandolo cadere in un'anonima fossa, con il mondo convinto che sia morto di overdose. Se Howard fosse stato davvero il villain che Gilligan aveva pensato all'inizio, quell'episodio non avrebbe avuto lo stesso peso. Il dolore, la colpa e l'inevitabile discesa morale di Jimmy e Kim non avrebbero avuto un volto così nobile da sacrificare. Ed è proprio questa scelta - lasciare che il vero cattivo fosse l'illusione - a rendereBetter Call Saul una tragedia degna della miglior narrativa classica.