Oggi ritenuto un classico, Balla coi lupi e il suo regista-protagonista Kevin Costner furono oggetto di derisione prima dell'uscita. È strano pensare al film in quei termini a trent'anni dal suo debutto nelle sale, ma quando finalmente arrivò nei cinema americani nel novembre del 1990 fu al termine di un processo produttivo durato cinque anni, durante il quale Costner spese migliaia di dollari di tasca propria e dovette avvalersi di accordi con i distributori internazionali per far sì che nessuno rimontasse il progetto. Lo scetticismo dell'industria, che bollò il tutto come un cosiddetto vanity project, era dovuto principalmente al costo del film e alla sua appartenenza al genere western, poco fortunato al box office in quel periodo. Proprio per quel motivo Costner consigliò allo sceneggiatore Michael Blake di trasformare il copione in un romanzo, di cui l'attore opzionò poi i diritti.
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Per poter portare a termine il film, Kevin Costner rifiutò i ruoli principali in diversi progetti di un certo peso, tra cui Caccia a Ottobre Rosso e Presunto innocente, dove fu sostituito rispettivamente da Alec Baldwin e Harrison Ford. Un'ostinazione che fu poi ampiamente ripagata nei mesi successivi all'uscita: Balla coi lupi incassò 424 milioni di dollari nel mondo solo tramite lo sfruttamento cinematografico, e si portò a casa sette premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, la prima volta per un western dal 1932.
Michael Blake, autore del romanzo e della sceneggiatura (anch'essa premiata dall'Academy), ha poi scritto un seguito letterario nel 2001, ma il tentativo di farne un film non è andato a buon termine a causa del rifiuto di Costner, che per principio non recita nei sequel dei lungometraggi di cui è stato protagonista. Blake, scomparso nel 2015, aveva in mente un terzo romanzo sulle vicende di John Dunbar, ma è morto prima di poterlo completare.