Anthony Hopkins ha smentito categoricamente le voci di una faida con Jodie Foster sul set del cult del 1991 Il silenzio degli innocenti, bollandole come "stronzate".
"Ho incontrato Jodie, ed è stata molto gentile", ha ricordato Hopkins durante un episodio del podcast Armchair Expert With Dax Shepard. "Ciricolano sono voci secondo cui Jodie non mi avrebbe mai rivolto la parola. Non è vero. Eravamo piuttosto amichevoli. Non c'è niente di inquietante in questo. È una stronzata".
Hopkins ha parlato della sua esperienza sul set de Il silenzio degli innocenti nel suo memoir We Did OK, Kid: A Memoir, uscito questo mese. L'attore ha rivelato che lui e la collega avrebbero "mantenuto le distanze" fino alla fine delle riprese per il bene dei loro personaggi. Il suo Hannibal Lecter era un assassino cannibale, mentre Clarice Starling era un'agente dell'FBI in addestramento che cercava di ottenere da lui informazioni su un altro serial killer. Doveva essere intimidita da lui.
Divi a confronto: come è stato il rapporto tra Anthony Hopkins e Jodie Foster?
Per Jonathan Demme, Hopkins ha creato uno dei personaggi più inquietanti della storia del cinema, avendo le idee chiare fin dal principio.
"Abbiamo fatto la prima lettura e sapevo già come interpretare il mio personaggio", ha detto Hopkins. _"È stata la prima lettura, ci siamo ritrovati intorno a un tavolo a New York. Così abbiamo concluso la sceneggiatura e Kenny Utt, uno dei produttori, ha esclamato: 'Santo cielo, Tony, cos'è quello?'. E Jodie ha aggiunto: 'Fai paura.'"-
Lo stesso episodio viene ricordato nel memoir in cui scrive: "Ci siamo buttati a capofitto nel progetto. Volevo mostrare cosa sapevo fare, quindi ero il più spaventoso possibile. Si sarebbe potuto sentire cadere uno spillo nella stanza. Un paio di secondi dopo aver iniziato a parlare come Lecter, ho visto Jodie irrigidirsi".
Solo verso la fine delle riprese la tensione si è allentata con un pranzo celebrativo tra i due divi.
"A un certo punto Jodie ha posato il suo panino e mi ha confessato che aveva avuto molta paura di me" ha detto l'attore, che comprendeva bene il sentimento. "Ci siamo abbracciati ed entrambi abbiamo ammesso di aver provato uno strano senso di distanza durante le riprese, dovuto senza dubbio alla potenza di quella sceneggiatura, che ci aveva costretto a giocare al gatto e al topo", ha scritto Hopkins a proposito della sceneggiatura scritta da Ted Tally che ha adattato il libro di Thomas Harris. "Da allora, ci siamo sempre salutati con grande calore".