Nessuno shock, nessuna sterzata, nessuna sorpresa. Non avranno aiutato le scelte prevedibili della Hollywood Foreign Press Association, né la conduzione decisamente meno "eversiva" rispetto allo scorso anno da parte di Ricky Gervais, di certo quella di domenica notte al Beverly Hilton Hotel non è stata la serata più elettrizzante della storia dei Golden Globes, né un momento decisivo di una Awards Race che sembra procedere in maniera piuttosto sonnolenta.
The Artist di Michel Hazanavicius era apparso da subito come l'aspirante più serio per l'Academy Award per il miglior film, e la vittoria del Globe della categoria comedy/ musical - preceduta di pochi giorni da quella del Critics' Choice Award - sembra confermare il trend; Paradiso amaro di Alexander Payne vince nella categoria dedicata ai film drammatici, ma non per questo sembra in grado di rappresentare una seria minaccia per il film di Hazanavicius. Dovesse infatti Hugo Cabret (premiato domenica per la regia di Martin Scorsese) imporsi con Guild influenti come PGA e DGA, potremmo trovarci a parlare presto di tutta un'altra gara. Oppure a emergere sul finale
potrebbe essere The Help di Tate Taylor, che non ha dalla sua il nome di Scorsese ma è un film nelle corde dell'Academy of Motion Pictures Arts and Science, ed è stato un ottimo successo al botteghino, merce rara in questa Awards Season. Ma ci paiono entrambe ipotesi molto remote. Se di fronte a The Artist c'è un ostacolo, infatti, è sempre e solo quello che abbiamo già rilevato all'inizio di questa stagione degli awards, è la sua particolarità di produzione straniera, nostalgico omaggio metacinematografico, e - last but not least - film muto, il che non ne fa certo un beniamino del grande pubblico stelle e strisce, ma non ha impedito alla Weinstein Company di intuire il suo potenziale da Oscar a Cannes nello scorso mese di maggio.L'ascedente di Harvey Weinstein e soci è sicuramente uno degli elementi che emergono da questi 69. Golden Globes. Lo studio è riuscito, tra le altre cose, a portare in trionfo film che hanno per lo più mancato di colpire gli adetti ai lavori - e in questo caso non parliamo certo di The Artist, ma di The Iron Lady e di My Week with Marilyn - a creare le premesse per una sfida "casalinga" nella categoria migliore attrice protagonista tra Meryl Streep, Michelle Williams e Viola Davis, a far premiare ripetutamente per la sceneggiatura l'elusivo Woody Allen e a portare un Globo a casa Ciccone. Ma c'è la Weinstein Company anche alle spalle delle vittorie di Paradiso amaro, premiato anche per la bella prova di George Clooney, che a questo punto gode di un certo vantaggio sul collega e amico Brad Pitt per l'Academy Award, e di Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno, lanciato ora in volata ai danni di Rango.
Intuito nello scegliere film che piaceranno all'Academy, o grandi doti di convincimento nei riguardi della stessa? Difficile dire dove finisca una cosa e inizi l'altra. Buona parte dei verdetti di questi Globes, in ogni caso, rischiano di ripetersi al Kodak Theater il prossimo 24 febbraio. Guardando ad esempio ad alcune delle sfide più aperte, come quella tra Christopher Plummer e Albert Brooks per il migliore attore non protagonista, e soprattutto quella già citata nella principale categoria femminile, non siano destinate ad essere condizionate dall'esposizione mediatica per cui due personalità piene di fascino e carsima come Plummer e la Streep devono ora ringraziare la HFPA - e Harvey Weinstein.Ma il tempo delle supposizioni e dei pronostici è agli sgoccioli: tra una settimana ci ritroveremo a commentare le nomination agli 86simi Academy Awards, e possiamo presumere che qualche piccola sorpresa ci sarà, soprattutto se l'AMPAS non vuole rischiare un'altra cerimonia deludente dal punto di vista dei ratings. In questo senso, l'Academy potrebbe scegliere di puntare su un film popolare (presso il pubblico, ma anche le Guild) come Le amiche della sposa, abbracciare Millennium - Uomini che odiano le donne o financo rispolverare l'ultimo Harry Potter. Restate sintonizzati e saprete tutto!