Benvenuti, come da tradizione, all'appuntamento con le preferenze per l'anno appena archiviato da parte della redazione di Movieplayer.it. Una novità importante balzerà certamente agli occhi dei nostri affezionati lettori: quest'anno la top 10 è diventata una top 20, per ragioni che forse potete immaginare. Non solo la quantità di film sul nostro radar, ma anche la nostra volontà di includerne il maggior numero possibile considerando che la metà superiore della top ten sarebbe stata certamente occupata da un manipolo di pellicole inaffondabili. E così è stato: lo spazio maggiore ci ha permesso di celebrare, accanto ai quattro grandi alfieri del cinema americano dell'ultimo anno (The Social Network, Inception, Toy Story 3 - La grande fuga e Avatar) anche tanti altri titoli meritevoli, dal cinema italiano, rappresentato da Giorgio Diritti con il suo emozionante L'uomo che verrà, a quello europeo, incarnato soprattutto dalle molte anime dei cugini francesi, ma anche quello australiano, con il brillante esordio Animal Kingdom, fino a quello iraniano con il vibrante About Elly. Da segnalare anche il fatto che, nonostante l'indiscusso valore della pellicola e l'effettiva release nelle sale italiane nel 2010 di Porco rosso di Hayao Miyazaki, abbiamo deciso di non considerarlo, in quanto realizzato nel 1992, risoluzione cui ci eravamo attenuti in altri casi di uscite "fuori tempo massimo" spesso targate Studio Ghibli.
Ma procediamo con ordine. La redazione di Movieplayer.it dimostra ancora una volta la sua capacità di affiancare l'attenzione al gusto del grande pubblico a una certa onestà intellettuale: la nostra selezione è il risultato dei percorsi individuali e delle preferenze personali di ogni redattore, ma rispecchia anche l'atteggiamento eclettico e privo di pregiudizi della testata, da sempre devota al cinema a 360 gradi. Così ci troviamo, a un anno dall'uscita, a celebrare Avatar di James Cameron, arrivato in Italia qualche settimana dopo i paesi anglofoni e di fatto film del 2009 e non nel 2010. Ma non potevamo dimenticare la grandiosità del progetto di James Cameron, la lungimiranza e il controllo di un cineasta capace di portare sempre al limite le potenzialità del medium cinematografico, e la grande risonanza emotiva dell'avventura di Jake Sully su Pandora. Al terzo e al secondo posto della nostra Top 20, subito sopra a Avatar quindi, ci sono due suoi degni epigoni in termini di incassi e di fasti tecnici: Toy Story 3 - La grande fuga e Inception, due pellicole giustamente popolarissime e amate in tutto il mondo. Il terzo capitolo della saga dei giocattoli di casa Pixar rappresenta il finale indimenticabile di un franchise ha ha segnato la storia del cinema d'animazione, mentre il film di Nolan, cerebrale eppure emozionante, è uno dei più originali ed elettrizzanti blockbuster che memoria ricordi.A nessuno di questi titoli, però, riesce l'impresa del nostro capolista, l'applauditissimo critical darling The Social Network, gioiello di scrittura, regia e recitazione che non ha mancato una singola top 20 personale. Inception e Toy Story 3 hanno avuto moltissime menzioni, ma The Social Network non è sfuggito a nessuno, a dimostrazione della portata di una storia e di una visione di questo genere nel nostro tempo, per la nostra generazione e per le successive. Alle spalle del quartetto di giganti stelle e strisce c'è il capofila della prestigiosa compagine transalpina, l'esaltante prison-movie di Jacques Audiard Il profeta, già premiato a Cannes nel 2009 e candidato lo scorso anno all'Oscar per il miglior film straniero. Altro film molto amato del circuito festivaliero del 2009 è il titolo che occupa la sesta posizione, il raffinato e commovente debutto alla regia di Tom Ford A Single Man, che a Venezia nel settembre del 2009 mise d'accordo tutti gli addetti ai lavori, se non tutti i fan del capolavoro letterario di Christopher Isherwood da cui è tratto. Pure di derivazione letteraria, ma qui la penna è quella dell'autore di polizieschi Dennis Lehane, è Shutter Island, claustrofobica e inquietante detective story firmata dal grande Martin Scorsese che conquista il settimo posto nella nostra top 20.
In ottava posizione c'è il portacolori del Bel Paese, il lirico e crudo L'uomo che verrà, sconvolgente ricostruzione della strage di Marzabotto perpetrata dai nazisti nel settembre 1944, e ricostruita con lucidità di visione e partecipazione emotiva che mai sfocia nell'eccesso e nella retorica.
Gli ultimi due film di quella che sarebbe la tradizionale top ten sono film in lingua inglese, ma non certo prodotti da grandi major: Animal Kingdom è il film indipendente aussie che ha trionfato al Sundance, e uno dei migliori crime movie dell'anno, mentre L'uomo nell'ombra, vincitore agli ultimi European Film Awards, è una produzione tedesca e francese, oltre che un raffinato thriller politico che sfoggia molte delle caratteristiche più riconoscibili dello stile del suo autore, il maestro Roman Polanski. E ora usciamo dai limiti della top ten per esplorare il resto della nostra selezione, proseguendo con un altro titolo della nurtita rappresentanza transalpina, Lourdes di Jessica Hausner, essenziale e vivida rappresentazione dell'atmosfera dei pellegrinaggi nel celebre luogo di culto, che ci ha colpito per la sua intelligenza e per il suo nitore oltre che per la straordinaria interpretazione di Sylvie Testud. Indimenticabili anche le performance di Gabourey Sidibe e Mo'Nique, interpreti di Precious, indie targato USA arrivato con molti mesi di ritardo anche da noi, e altro film assolutamente emozionante ed originale al punto da farsi breccia nei nostri cuori.
Ancora cinema americano indipendente e "atipico" al tredicesimo e al quattordicesimo posto: Fantastic Mr. Fox è l'adorabile incursione nel mondo dell'animazione stop motion da parte di uno dei registi più ingegnosi dell'ultimo decennio, Wes Anderson, mentre American Life vede l'autore di drammi della portata di American Beauty e Revolutionary Road, Sam Mendes, alle prese con il registro comico, sebbene con più di una punta di malinconia.
Lasciamo gli Stati Uniti, ma non andiamo troppo lontano, con il film argentino Il segreto dei suoi occhi, vincitore dell'Oscar per il miglior film straniero nel febbraio del 2010, un thriller dall'anima struggente e romantica; arriva dall'Iran invece il nostro sedicesimo prescelto, About Elly di Asghar Farhadi, una tesissima opera corale che racconta la condizione della donna nella famiglia e nella società della repubblica islamica, omaggiando al contempo Michelangelo Antonioni e il suo L'avventura.
Torniamo in Francia con la grazia di due pellicole come Il concerto di Radu Mihaileanu e L'illusionista di Sylvain Chomet: il primo è una commedia che affronta temi drammatici con soprendente leggerezza, il secondo, tratto da una sceneggiatura di Jacques Tati, è un racconto animato di incredibile malinconia e delicatezza, che avrebbe meritato senz'altro una maggiore diffusione; come del resto uno dei film più piccoli e oscuri del nostro listone, che lo segue al diciannovesimo posto, e arriva da un regista palestinese dalla straordinaria sensibilità, Elia Suleiman, e che racconta il conflitto del suo popolo con Israele da un punto di vista assolutamente nuovo, commovente ma anche divertente, regalandoci allo stesso tempo, con Il tempo che ci rimane, un cinema dal sapore antico e autentico.
Molti parlano del 2010 come di un anno senza acuti; come dimostra questa nostra disamina, non siamo di questa opinione. La Settima Arte, in gran parte del globo, è viva e vitale, e un anno senza grandi film, per fortuna, dobbiamo ancora vederlo: anche solo limitandoci ai titoli che sono usciti in Italia nei dodici mesi del 2010, non possiamo che ritenerlo un anno più che valido. Quanto al 2011, che abbiamo appena iniziato a goderci dal punto di vista cinematografico e non solo, promette di essere anche migliore. L'appuntamento, ormai lo sapete, è tra 365 giorni o giù di lì, per la prova del nove; non mancate!
Il 2010 secondo la redazione di Movieplayer.it - La Top 20: