Se Natale è passato, la speranza è che il clima natalizio ci abbia pervaso un po' tutti e che resti ancora dentro di noi. Del resto, un nuovo anno è iniziato ed è il momento in cui ci dedichiamo ai buoni propositi. Non c'è momento migliore, allora, per pensare a quella cosa che oggi sembra dimenticata, e che in tanti vedono come risposta alle tante storture del nostro mondo: la gentilezza.
Proprio la gentilezza è al centro dei due libri, e del film, di cui vi parliamo. Se Wonder di Stephen Chbosky, uscito nel 2017 e tratto dal famoso caso letterario del romanzo di R.J. Palacio del 2014, è arrivato in streaming su Netflix, Wonder: White Bird di Marc Forster, spin-off e prequel dello stesso Wonder, è diventato a sua volta un altro film, al cinema dal 4 gennaio. Sono due film che potete vedere uno dopo l'altro, o anche singolarmente, avendo un senso anche come opere a sé stanti.
Wonder: la storia di Auggie e il movimento "Scegli la gentilezza"
Wonder, la graphic novel di R.J. Palacio, è stato un caso letterario in tutto il mondo, tanto da dare vita al movimento "Choose Kind", cioè "Scegli la gentilezza". Uno slogan e un pretesto per il film campione di incassi di Chbosky. Wonder segue una trama che gira attorno ad August Pullman, per tutti Auggie: nato con una rara malattia, che comporta una deformazione del cranio facciale, si trova ad affrontare per la prima volta il mondo della scuola. E, proprio grazie alla sua travolgente gentilezza, riesce a trovare un posto nel cuore dei suoi compagni di scuola, nonché a trovare il proprio posto nel mondo. Il film del bravo Stephen Chbosky ebbe un ottimo successo per il tono delicato della storia, ma anche per le interpretazioni, su tutte quelle di Julia Roberts e di Owen Wilson nel ruolo dei genitori di Auggie, interpretato dalla rivelazione Jacob Tremblay. Ora, l'arrivo su Netflix, vi permette di re-immergevi in una storia che ha fatto della gentilezza il suo metro poetico.
Wonder: la quotidiana meraviglia di imparare a crescere
La bravura di Jacob Tremblay
Wonder è uno di quei film in cui tutto è studiato per un risultato commovente, ed edificante. Stephen Chbosky aveva dato prova di grande sensibilità già con la regia di Noi siamo infinito, tra i migliori coming of age degli ultimi anni. Il protagonista, Jacob Tremblay, invece, ci aveva già commosso con l'interpretazione in Room. Qui, per entrare nel personaggio di August "Auggie" Pullman, si è sottoposto un grande lavoro di trucco prostetico.
Auggie, infatti, soffre della sindrome di Treacher Collins, che gli causa una grave deformazione facciale. A causa del suo aspetto i genitori lo avevano amorevolmente protetto, fino al momento delle scuole medie. Il suo aspetto, spesso celato sotto un casco da astronauta, sarà inizialmente un ostacolo per la sua socializzazione. Per questo, Wonder andrebbe letto com una storia intima, eppure universale: l'ingresso in un ambiente nuovo, la diversità, l'isolamento e la discriminazione sono temi che, in fondo, ci riguardano tutti. Il risultato? Un film carico di umanità.
Da Wonder a... Wonder: White Bird
E Wonder: White Bird? Nemmeno a dirlo, un'altra storia all'insegna della gentilezza. Ed è uno spin-off molto particolare. La storia, in effetti, parte da quella di Wonder, e si concentra su un altro personaggio, il bullo Julian. Dopo essere stato espulso dalla sua vecchia scuola per come aveva trattato Auggie, Julian (Bryce Gheisar) cerca di ambientarsi in un nuovo istituto, non senza difficoltà. Si accorge di questo la nonna Sara (Helen Mirren) che decide di così di aiutarlo raccontandogli una storia emblematica, quella della sua infanzia, quando era una giovane ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti. Parliamo di uno spin-off sui generis, perché il collegamento tra i due film c'è, ma a guardar bene è solo uno spunto, una cornice, per una vicenda che ci porta da un'altra parte del mondo, e in un altro tempo, ben più oscuro.
Uno spin-off molto particolare
Ma Wonder: White Bird è anche una storia a sé. Colpisce per la vicinanza a Il Diario di Anna Frank, o a film come La vita è bella e Train de vie - Un treno per vivere, che hanno provato a raccontare in modo diverso l'Olocausto, quel momento della Storia in cui la gentilezza sembra essere stata avvolta da una gigantesca ombra. Sara, da bambina (Ariella Glaser) aveva rischiato di essere deportata nei rastrellamenti dei nazisti, che non risparmiavano i bambini. Era stato proprio il coraggio di un bambino, Julien (Orlando Schwerdt), suo compagno di scuola, a salvarle la vita, nascondendola in un granaio fuori città. Grazie al suo coraggio, e grazie a quello dei suoi genitori, Sara è riuscita a salvarsi la vita.
La gentilezza può fare la differenza
Insomma, due storie lontane eppure intimamente legate. Due storie diverse, che hanno in comune un messaggio forte e chiaro. Ci insegnano come la gentilezza, la solidarietà, l'empatia per gli altri (e anche una buona dose di coraggio, nel caso di Wonder: White Bird), possano fare la differenza nel mondo. Non occorre sottolineare che, per i tempi che stiamo vivendo, l'idea di iniziare il 2024 con questi film potrebbe essere una giusta suggestione. La speranza, del resto, è che un'ondata di empatia possa davvero avvolgere il mondo.