Westworld 2, il commento all'episodio Virtù e Fortuna: a caccia oltre i confini

Se a Westworld tutto è concesso, come recita il sottotitolo italiano, possiamo anche concedere a Lisa Joy e a Jo Nolan di infilare un episodio interlocutorio ogni tanto, e questo probabilmente lo è; si fa perdonare la mancanza di grosse emozioni e di sviluppi significativi con il ritorno del magnifico Louis Herthum e con l'introduzione di nuovi parchi tematici che vanno ad affiancarsi a quello in cui si è svolta l'azione fino ad ora.

Continua a svilupparsi coerentemente l'azione nel parco di Westworld, dove siamo invitati a osservare gli eventi da diverse prospettive temporali e narrative anche in questa occasione. In Virtù e Fortuna mancano alcuni elementi a cui siamo affezionati: il proteiforme William non compare in nessuna delle due incarnazioni in cui lo conosciamo, e soprattutto non c'è traccia della timeline relativa alle origini del parco e delle ambigue e suggestive conversazioni tra Arnold e Dolores.

Westworld: Evan Rachel Wood e Jeffrey Wright in Virtù e Fortuna
Westworld: Evan Rachel Wood e Jeffrey Wright in Virtù e Fortuna

Tuttavia, se la scorsa settimana avevamo lasciato brevemente Westworld e gli uffici della Delos per una visita al mondo di fuori, qui ad ampliarsi è lo scenario artificiale e affascinante dei parchi tematici, con una incipiente visita a quello Shogun World che già pregustavamo dopo averne intuito l'esistenza alla fine della prima stagione dello show, e una permanenza più prolungata in un nuovo ambiente al fianco della new entry Katja Herbers: è la straniante apertura dell'episodio, in cui per rassicurarci sul fatto che non abbiamo sbagliato show interviene Ramin Djawadi con la sua rielaborazione di Seven Nation Army dei White Stripes.

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Hey Bungalow Bill, what did you kill, Bungalow Bill?

Westworld: Evan Rachel Wood e James Marsden in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna
Westworld: Evan Rachel Wood e James Marsden in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna

Ed ecco prontamente risolto il mistero della tigre del Bengala trovata sulla spiaggia nella premiere di stagione: da queste parti non si fa come su certe isole popolate da orsi polari e vapori assassini. Uno dei parchi creati dalla Delos - sappiamo che in tutto sono sei, incluso Westworld - ricrea l'India di epoca coloniale, politicamente e storicamente un esecrabile antesignano ottocentesco della nostra distopia, con i ricchi inglesi che andavano a svernare in India per farsi servire dai locali e ammazzare e depredare splendidi animali (il baldanzoso cacciatore di tigri della canzone dei Beatles era americano, ma passateci la forzatura).

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Westworld: Thandie Newton in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna
Westworld: Thandie Newton in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna

Per quanto ci suoni raccapricciante, potremmo chiamare Colonialworld questo nuovo scenario in cui facciamo la conoscenza di una fascinosa giovane donna che cede alle avance di un altrettanto prestante esemplare di maschio caucasico; ma la signorina interpretata da Herbers non è una neofita, ha chiaramente un obiettivo (cosa contiene il suo misterioso taccuino?) più importante di una semplice sgambata sotto le lenzuola e non esita a sparare alla sua conquista per verificare che sia umano e non un host prima di... procedere. Evidentemente si può avere una rigorosa policy che non impedisce di accoppiarsi con gli androidi ma non di frequentare parchi dei divertimenti di matrice razzista e imperialista; nella sua ambiguità morale, il personaggio è intrigante e non vediamo l'ora di scoprire come se la cava la nostra fanciulla coi bellicosi ragazzi della Nazione Fantasma, dopo essere sfuggita alle fauci della tigre. Se si è salvato Ashley Stubbs lei non dovrebbe avere problemi a gestire la situazione.

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L'amore fuori copione

Westworld: Thandie Newton e Rodrigo Santoro in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna
Westworld: Thandie Newton e Rodrigo Santoro in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna

La nostra visitatrice armata di completino kaki e fucile a pompa non è l'unica a fare un eccitante incontro con la Nazione Fantasma in questo episodio, anche alla banda di Maeve, a cui in Virtù e Fortuna si aggiungono Felix e Sylvester, manutentori di host non troppo riluttanti ad assistere la ex madame del Mariposa, tocca un analogo imprevisto. La prima è appena approdata a Westworld, ma anche la seconda finisce per sconfinare tra i fiocchi di neve e la minaccia tagliente di Shogun World. Prima del cliffhanger, tuttavia, c'è spazio per un'affascinante conversazione tra Maeve, Hector e Lee, in cui lo "sceneggiatore" del parco si adonta per la relazione nata tra gli altri due; "tu sei innamorato di Isabella!", dice a Hector che, come tanti altri host, ancora oscilla tra programmazione e libero arbitrio. La più evoluta Maeve intuisce che Isabella è stata una persona importante nella vita di Lee, ma l'Isabella biografica non è morta come l'amata immaginaria di Hector: ha semplicemente piantato l'innamoratissimo Lee. "E quindi qui l'hai ammazzata e hai proiettato il tuo struggimento amoroso sul personaggio più fico del parco", commenta Maeve mentre noi continuiamo a rallegrarci di questo sodalizio che ha dato un senso al personaggio di Simon Quarterman - e adesso persino un accenno di backstory.

Westworld: Rodrigo Santoro e Thandie Newton in Virtù e Fortuna
Westworld: Rodrigo Santoro e Thandie Newton in Virtù e Fortuna

Ma se Maeve è in grado di leggere e di canzonare il suo prigioniero/ assistente e di controllare la maggior parte degli altri host, non può nulla di fronte ai guerrieri della Nazione, forse per via di un'atroce esperienza con il loro leader quando abitava la sua precedente incarnazione di mamma e colona, prima ancora dell'incontro con William. Cos'altro dobbiamo scoprire del "passato", della memoria di Maeve, e a che scopo?

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Occhi di ghiaccio, cuore di Bardo

Westworld: Jeffrey Wright in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna
Westworld: Jeffrey Wright in una scena dell'episodio Virtù e Fortuna

Aveva rubato la scena a tutti e ci aveva anche un po' rubato il cuore, Louis Herthum nel ruolo di Peter Abernathy, il "padre" di Dolores e primo host che diede mostra di una confusa, dolente e citazionista autocoscienza nella prima stagione di Westworld. Herthum continua a declamare Shakespeare (questa volta ad essere evocati sono il povero Re Lear e la sua devota figlia minore, Cordelia) e ad essere magnifico nell'umanissimo, commovente delirio digitale di Peter, e il legame con Dolores non è meno autentico di quello di Maeve con la figlioletta perduta. Ma Peter Abernathy è prezioso - per ben altre ragioni - anche per la Delos e Charlotte Hale è decisa a catturarlo. Prima che possa riuscirci - con un esplosivo "attacco al forte" denso di cliché quanto la scene bollente di Colonialworld - però, Bernard, che è convenientemente rimasto al fianco di Peter e che ha ricevuto da Dolores l'ordine di "aggiustarlo", riesce a passare la protezione dei dati del suo "hard drive" e a scoprire qualcosa di sconvolgente. Qualcosa di cui non vediamo l'ora di essere messi a parte, tra un colpo di katana e una fuga precipitosa nella giungla.

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Movieplayer.it

3.0/5