Vivi e lascia vivere, Pappi Corsicato: "Questa serie invita a capire quali emozioni ci fanno bene e quali no"

Intervista a Pappi Corsicato, regista di Vivi e lascia vivere, fiction con Elena Sofia Ricci in onda su Rai1 dal 23 aprile.

Pappi Corsicato
Vivi e lascia vivere: Il regista Pappi Corsicato

Approda finalmente alla serialità il regista Pappi Corsicato, napoletano, che fin dalla sua opera prima, Libera, nel 1993, e poi con I Buchi Neri, si è distinto per la sua capacità di raccontare Napoli e le donne, con un tocco distintivo e unico. A dargli la possibilità di sviluppare l'idea di una serie TV, Rai Fiction, che gli ha aperto la strada della produzione e regia di Vivi e lascia Vivere, fiction in 6 prime serate scritta a quattro mani con Monica Rametta, con protagonista Elena Sofia Ricci, che dal 23 aprile va in onda su Rai1. Ancora un racconto di donne per Corsicato ma ancor più di rinascita, quella di Laura (Elena Sofia Ricci) e chi le sta intorno: figli, amiche, familiari. Una donna che si risolleva da una crisi iniziata dalla morte del marito ed i debiti da lui lasciati "in eredità", una serie che punta ad esaltare il potere del cambiamento, in tutte le forme ed a tutte le età.

Come abbiamo scritto nella nostra recensione di Vivi e lascia vivere, questa serie rappresenta per Corsicato stesso una presa di coscienza sul suo modo di fare cinema, di girare e concepire il proprio lavoro. Lo afferma lo stesso regista in questa intervista, che si concentra sull'importanza dei dettagli, nel cinema come nella vita.

Scoprire la serialità

Carlotta Antonelli Ricci  Deconcilio
Vivi e lascia vivere: un momento della serie Rai

Come è iniziato tutto? Come avete avuto l'idea di questa serie insieme a Monica Rametta?

In realtà diciamo che l'idea di lavorare ad una serie con Rai è una cosa che conservo da anni e per cui ho scritto questo progetto che avevo già fatto leggere a Elena Sofia Ricci che aveva molto amato l'idea. Abbiamo presentato insieme il progetto in Rai con Angelo Barbagallo, produttore per Bibi Film TV e stranamente è andato in porto. Non so dire il motivo, ma credo che un elemento a favore della serie è che fosse su una donna che usciva fuori da certi canoni. In passato forse facevo cose troppo distanti dal loro stile invece ora si è trovata una combinazione giusta che ha fatto capire loro che potevamo fare qualcosa insieme.

Forte Ricci Nappi
Vivi e lascia vivere: Iaia Forte, Elena Sofia Ricci e Bianca Nappi in una scena della serie

Che possibilità ti offriva la serialità in termini di creatività e narrazione? Come sei riuscito a convogliare il tuo modo di fare cinema in questo modello narrativo?

Ero abbastanza spaventato perché avevo sentito di questi ritmi infernali sui set delle serie. Tutto sommato poi invece, quando ho cominciato, ho pensato che non era tanto diverso da come faccio io i film visto che ho sempre fatto film a basso costo, con settimane limitate in cui concentrare tutto. Certo, il periodo sarebbe stato di 22 settimane e il pericolo che mi potessi cappottare era prevedibile, ma sono stato attento fino alla fine e avrei continuato. Mi sono sentito pieno di adrenalina che mi autocaricava e avrei continuato altri quattro mesi, non mi sono proprio stancato e poi ti assicuro, giravamo 8 ore al giorno, 13 scene al giorno con ritmi infernali ma ero talmente contento che non ne sentivo il peso. Ho capito così una serie di cose mie caratteriali, artistiche, creative, tecniche, che non pensavo di scoprire e questa esperienza mi ha aiutato a capire di più di me come regista e persona. Il regista è quello che deve irradiare energia positiva e propositiva e mi ha reso felice essere riuscito a farlo e non mi era mai capitata un'esperienza così violenta in senso positivo al di là del piacere di fare la serie, parlo proprio di esperienza lavorativa che mi ha molto colpito.

I dettagli

Gerardi Ricci
Vivi e lascia vivere: Antonio Gerardi ed Elena Sofia Ricci in una scena della serie

Elena Sofia Ricci ha dichiarato che ai numerosi dettagli che distinguono Laura ci avete lavorato insieme e ci tenete molto. Quanto sono importanti per te i dettagli in un film, una serie?

Con tutti quelli che lavorano con me da sempre, sin dalla prima volta, nel bene e nel male, cerco di fare in modo che si accordino in armonia con me. Il mio modo di lavorare è quello, le scene, i costumi, i dettagli, quella secondo me è una parte della regia importante, tutto quello che sta dentro un'inquadratura, tutto fa un'immagine e per me non sono cose che posso delegare, non posso non sapere io per primo, cosa vado a mettere in una inquadratura. La cosa che mi piace in questo mestiere è la preparazione, do delle linee guida e poi lascio fare, chiaramente. L'importante è che sia chiaro: quello che c'è nell'inquadratura è parte di ciò che sto comunicando. Lo smalto turchese della protagonista ti racconta certe cose, un orecchino, un colore alle pareti, crea un mondo e da qualche parte comunica un significato, restituisce un'atmosfera e poi ogni spettatore lo percepisce come vuole. Anche quando scrivo una storia io già me la devo immaginare in qualche maniera, non è mai dissociata dall'immagine per me. Immagino il look di lei: vestiti, capelli, il colore dello smalto, il rossetto, gli orecchini, se si trucca o non si trucca. Capisco che magari non è una pratica che mi accomuna ad altri registi ma anche un piccolo dettaglio devo capire se ci sta bene o no, cosa sto vedendo, c'è sempre un pensiero dietro.

Capirsi, reagire, cambiare

Dsc03855
Vivi e lascia vivere: Elena Sofia Ricci in una scena della serie

C'era bisogno televisivamente di vedere personaggi femminili così, celebrare la fragilità in un certo senso? Non madri coraggio, per citare Elena Sofia Ricci, ma donne normali, anche fragili?

Non voglio dire che Laura è il prototipo di come bisogna essere ma è vero che se uno non riesce a entrare in contatto con le proprie emozioni e capirle, è più difficile trovare un equilibrio. Se reprimi troppo qualcosa, da qualche parte poi qualcosa va in tilt. È importante anche fare degli errori, capire i propri difetti, serve per dargli un senso ed equilibrio. Accettare i propri errori, solo così capisci un po' chi sei, se cerchi di essere buona e brava a tutti i costi non è credibile, tutto va a rotoli se lo fai in maniera forzata, contro la tua natura. Essere più o meno complicati fa parte dell'essere umano, non bisogna fare un inno a chi è complicato e sminuire chi non lo è ma questa serie invita al capirsi meglio, capire che emozioni ti fanno bene e ti aiutano ad andare avanti e quali no. Non è un inno e neanche demonizza, è soltanto il racconto di una donna che ha una personalità di un certo tipo, una donna fatta in quel modo.

Elena Sofia
Vivi e lascia vivere: Elena Sofia Ricci nella serie di Pappi Corsicato

Cosa dobbiamo aspettarci dalle prossime puntate e cosa ci puoi anticipare di come si evolverà la storia?

A causa dell'evento incipit della serie, man mano varie persone, Laura e tutte le amiche si metteranno in discussione, cambieranno e agiranno, si muovono, agiscono rispetto alla propria vita, reagiscono. Quello che porta avanti la storia è il fatto che questi personaggi man mano si modificano, si modellano per diventare altro alla fine, nel bene nel male, cambiando il proprio carattere, il proprio punto di vista, accettando delle cose di sé che prima non accettavano.