Vita da Carlo, la serie su Carlo Verdone: “Non ho mai provato: sono stato me stesso”

La video intervista a Carlo Verdone, protagonista di Vita da Carlo, serie che racconta in modo fantasioso (ma nemmeno troppo) le sue giornate. Su Amazon Prime Video.

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Vita da Carlo: un'immagine della serie

Dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2021, arriva il 5 novembre su Prime Video Vita da Carlo, serie in dieci episodi che racconta in modo fantasioso (ma nemmeno troppo) le giornate di Carlo Verdone. Creata dal regista, attore e sceneggiatore insieme a Nicola Guaglianone e Menotti (la stessa coppia di scrittori di Lo chiamavano Jeeg Robot), la commedia parte da uno spunto tanto semplice quanto geniale: e se Verdone facesse il sindaco di Roma?

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Vita da Carlo: Carlo verdone in una scena della serie

Accanto al protagonista e mattatore assoluto attori che interpretano figure chiave della sua vita, come la moglie (Monica Guerritore) e i figli, e altri nel ruolo di sé stessi: scopriamo un Max Tortora troppo gentile, un Alessandro Haber senza peli sulla lingua e, tra gli altri, c'è anche Morgan.

Continuamente placcato dai concittadini per un selfie e un commento sull'ultima partita della Roma, Carlo Verdone riflette non soltanto sulla sua città, di cui ormai è un simbolo (come l'amato Totti), ma soprattutto sulla sua carriera. Lo abbiamo incontrato a Roma, ovviamente, e ci ha detto che il segreto della serie Amazon è stato essere semplicemente se stesso.

La video intervista a Carlo Verdone

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Vita da Carlo: Carlo Verdone è se stesso nella serie Amazon

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Locandina di Vita da Carlo

Possiamo dire che Vita da Carlo è la risposta italiana a Curb your enthusiasm di Larry David?

Larry David è acido parecchio! Di me si può dire tutto tranne che sono acido. Sono molto generoso, sempre troppo disponibile. Pure troppo! Dalla serie si vede. Per essere troppo disponibile passo delle giornate che alla fine la sera sono sfiancato. Sono stato molto coraggioso a girare Vita da Carlo perché racconto molte cose mie, che provengono dalla mia vita privata, episodi che sono realmente accaduti, dinamiche nei rapporti figli, famiglia, amici, persone del mio quartiere, che sono vere. È piena di cose mie. Quindi mi ci sono trovato bene dentro perché non ho dovuto recitare, dovevo essere me stesso. Dovevo estraniarmi dal fatto di essere attore ed entrare dentro Carlo Verdone. Ecco perché forse anche la mia recitazione in questa serie è diversa: è estremamente naturale, estremamente vera. Non ho mai provato! Motore e giravo. Se sei un attore con le idee chiare è meglio non provare tanto, sei più spontaneo, più vero.

Vita da Carlo: il segreto della commedia è parlare con la gente

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Vita da Carlo: Carlo Verdone in un'immagine della serie

Una volta mi hai detto che nel momento in cui si smette di parlare con il panettiere la commedia è finita. Carlo Verdone parla ancora con la gente?

Io mi confronto con tutti ancora. Se non mi confrontassi non avrei più idee per raccontare tutto l'apparato umano che c'è intorno a me. Ieri ho passato un'ora con il mio corniciaio, a parlare di Covid e della Roma, quindi due argomenti brutti visto che la Roma... vabbè. Mi fermo, parlo, mi piace ascoltare. Non perché devo lavorare, però ogni tanto parlando esce qualcosa che dico: però questa cosa non è male, una frase, una parola, un racconto che può essere divertente per un film oppure per la serie stessa.

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Vita da Carlo: una scena della serie

Nella serie ci sono dei camei stupendi. Quello di Alessandro Haber è geniale: come avete convinto questi attori? Erano contenti di partecipare nel ruolo di se stessi

Haber è intelligente, ha capito quello che avevo scritto. L'ha capito e ha detto: te lo faccio di corsa! Gli è piaciuto. Quello è venuto da un episodio realmente accaduto, che poi abbiamo scritto con Pasquale Plastino e gli altri sceneggiatori. Anche se Haber fosse stato lucido e non ubriaco e avesse fatto, un po' alticcio, quel tipo di discorso forse non aveva tutti i torti dal suo punto di vista. Quando mi dice "tu hai avuto culo nella vita", io non è che me la prendo, perché da una parte ha anche ragione. Per fare questo lavoro ci vuole salute, un pizzico di fortuna e poi arriva il talento. La salute è in testa, il talento non è il secondo, forse è il terzo. Ci vuole una buona sorte, che ti aiuta per andare verso il talento: significa che il talento incontra un'opportunità.