L'ultimo grande classico della storia del cinema, ancora più grande, ancora più spettacolare, ancora più emozionante. A venticinque anni esatti dall'uscito in sala, Titanic di James Cameron torna in sala in una versione rimasterizzata in 3D. Undici premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, Titanic è (ancora) il terzo film per incassi nella classifica all time. Un successo generazionale, nato idealmente nel 1989, durante la lavorazione di The Abyss.
Durante la conferenza stampa di James Cameron, organizzata per la re-release del suo kolossal, il regista, affiancato dal produttore Jon Landau, in veste di moderatore, ci ha raccontato infatti: "Il Titanic mi ha affascinato fin da quando ho iniziato a lavorare con il team del Woods Hole Oceanographic Institution, si occupavano di robotica quando ho realizzato The Abyss. Ma, ovviamente, erano diventati famosi per il ritrovamento e l'esplorazione iniziale del Titanic. Poi ho guardato Titanic latitudine 41 Nord, il famosissimo film in bianco e nero. E ho pensato: 'Wow, che sfondo fantastico per una storia d'amore'".
"Quando l'abbiamo proposto alla 20th Century Fox, sono entrato con un grande libro di dipinti del Titanic di Kenshaw, il famoso artista", continua il regista, "l'ho aperto su di una grande immagine: il Titanic che affondava e le scialuppe di salvataggio che si allontanavano a remi, con i razzi segnalatori che partivano. Un'immagine assolutamente splendida. E dissi all'allora capo della 20th Century Fox: 'Romeo e Giulietta devono essere su quel Titanic'".
Le nozze d'argento del Titanic
Ma perché, dopo venticinque anni, Titanic è ancora uno dei film che più continuano ad affascinare il pubblico? Una riflessione che James Cameron spiega così: "Dal punto di vista culturale, la storia sembra non finire mai. Ci sono state tragedie molto più grandi dopo il Titanic. Ci sono state tragedie di ogni tipo. Ma il Titanic ha questa storia quasi mitica, da romanzo, e ha a che fare, credo, con l'amore, il sacrificio e la mortalità. Gli uomini che si allontanano dalle scialuppe di salvataggio per permettere alle donne e ai bambini di sopravvivere. C'è qualcosa di molto elegante in tutto questo. E c'è qualcosa che riguarda l'arroganza umana e il fatto che la nave era considerata inaffondabile, ma l'hanno gestita male ed è affondata. Ci ricorda cosa può succedere quando riponiamo troppa fiducia nella tecnologia, nella nostra intelligenza. Una sensazione di strazio che dura nel tempo, quella sensazione di perdita e di tristezza, tutte le cose combinate la rendono una storia straordinaria. Così abbiamo aggiunto la nostra storia a quella che era già una storia straordinaria".
Una produzione durata quasi un anno, che ha decisamente cambiato il corso del cinema. Una riproduzione pressoché in scala esatta del Titanic e un importante apporto della computer grafica. Ma il fattore artigianale e immersivo è, tutt'ora, uno dei punti di forza del film. Una realizzazione che James Cameron ricorda citando uno dei tanti episodi accaduti sul set. "Ricordo la realizzazione del film quasi meglio del film stesso. L'ultimo giorno di riprese, l'ultimissimo, ero in muta da sub e con le ginocchiere da portiere di hockey quando l'acqua è entrata di getto. C'era una pressione di 15 piedi. Eravamo io e lo stunt polacco che interpretava il capitano, il quale aveva una bombola di riserva attaccata alla schiena e al braccio. Ma l'acqua, i vetri e tutto il resto si sono riversati in cabina. Centinaia di tonnellate d'acqua si sono riversate all'interno, è stato come un pugno in faccia!", dice Cameron ridendo.
Titanic: memoria e globalizzazione dell'ultimo grande classico cinematografico
Leo e Kate, forever
Se gli effetti visivi sono stati uno dei motivi dell'enorme successo del film, l'altro merito va naturalmente all'amore tra Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. Ma quanto ha influito il cast, secondo James Cameron? "Leo è Leo. Ero preveggente, sicuro che avrebbe avuto una carriera incredibile e molteplici nomination agli Oscar. All'epoca sapevamo fosse un attore molto, molto bravo, molto dotato e che sembrava avere possibilità illimitate. E lo stesso vale per Kate. Quando l'abbiamo scritturata per Titanic, aveva 19 anni. Leonardo aveva, credo, 20 anni. E ognuno di loro aveva un anno in più quando abbiamo finito di girare. Erano giovani, ma entrambi erano già sulla buona strada. Penso anche che sia giusto che non ci prendiamo il merito di aver lanciato le loro carriere".
Il press day organizzato per la nuova uscita di Titanic è stato l'occasione per James Cameron di spiegare un fraintendimento riguardo i dubbi di DiCaprio nell'accettare il ruolo di Jack. "Leo inizialmente non era interessato alla parte, e ultimamente si è pensato erroneamente che io avessi detto che la riteneva noiosa. Invece pensava che il film fosse bello, ma credeva che la sua parte non fosse abbastanza stimolante. Cercava una sfida. Ho dovuto convincerlo della sfida e si è interessato, perché non pensava che fosse abbastanza difficile. Questo dimostra la fragilità dell'intero processo di casting".
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"Titanic oggi? Rifarei tutto come allora"
Durante la conferenza, c'è stato spazio per un'altra interessante riflessione. Titanic è, tutt'ora, un film tecnicamente perfetto, ma c'è qualcosa che James Cameron cambierebbe se dovesse girarlo oggi? "Sono sicuro che lo racconterei ancora come una storia d'amore", afferma il regista: "Mi concentrerei ancora sulle emozioni. Oggi è tutto diverso. Avremmo usato molta più computer grafica. Avremmo costruito molti meno set. Avremmo usato un sacco di persone in CGI, perché ora sappiamo come farlo. Sappiamo come renderla indistinguibile dalla fotografia reale. Quindi il nostro approccio sarebbe stato molto diverso. Ma risultato finale non credo sarebbe dissimile. Probabilmente non lo sarebbe affatto, visto che la base di partenza è il copione. Gireremmo lo stesso copione, avremmo gli stessi valori, la fotografia sarebbe la stessa, ma non costruiremmo un set lungo 750 piedi occupando tutta Hollywood".
Anche se non cambierebbe nulla, Titanic è stata una pellicola spartiacque, dimostrando che la durata di un film non è un elemento restrittivo nei confronti del pubblico. "L'unica cosa che è apparsa subito chiara è che un film può essere lungo 3 ore. Perché storicamente, prima di Titanic, si pensava che la gente non recepisse una lunga durata. E poi si perde una proiezione al giorno. Ora, in un mercato estivo altamente competitivo e con finestre ristrette, questo potrebbe essere vero. Ma dopo il Natale, a gennaio, febbraio e marzo, come abbiamo fatto noi, se non potevi vederlo in una settimana, lo vedevi la prossima. O la settimana successiva. Alla fine la gente lo vedeva. E poi tornavano a vederlo, ancora e ancora. Ed è per questo che non siamo mai scesi nella classifica del botteghino per settimane e settimane e settimane. Quindi la durata di un film non è importante. Questa è l'unica cosa che abbiamo imparato", ha spiegato Cameron. Tanto che ha poi rafforzato il concetto grazie ad Avatar e Avatar: La Via dell'Acqua. "Abbiamo applicato il concetto ad Avatar. Due ore e tre quarti. Poi abbiamo abbiamo realizzato un film di tre ore e dodici minuti con Avatar: La via dell'acqua. E sta andando molto bene. Abbiamo sfatato il mito della durata come problema assoluto. E questa è una cosa importante..."
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Il nostro iceberg
Una storia immortale, un romanzo d'amore, un respiro epico. Ma i messaggi di Titanic sono ancora marcatamente attuali. In chiusura del nostro incontro, James Cameron si ferma a riflettere su una similitudine: l'iceberg e il cambiamento climatico. A farne le spese? I ceti più bassi, le popolazioni meno agiate. "I ricchi e i poveri. Sono le persone che sopravvivono e quelle che muoiono. In terza classe quasi tutti gli uomini e circa la metà delle donne e dei bambini sono morti. Ora ci troviamo di fronte a un'altra crisi, chiamata cambiamento climatico. Siamo stati avvertiti per anni. Lo vediamo arrivare dritto verso di noi. Non possiamo invertire la rotta. È esattamente come il maledetto iceberg. Ci sbatteremo contro. E indovinate chi soffrirà di più? I poveri. Non sono le nazioni ricche ad averlo causato. Sono stati i ricchi sul Titanic. La stessa cosa si sta ripetendo a livello globale con il cambiamento climatico e tutti gli altri disastri ecologici che ci si parano davanti. Un iceberg. Quando lo colpiremo, saranno le nazioni povere a soffrire. E i ricchi se la caveranno perché i ricchi se la cavano sempre. Direi che Titanic è più attuale di quanto non lo sia mai stato".