Senza gli amori finiti avremmo meno film, poche canzoni, una strage di libri e di poesie. Le storie, tutte le storie, quelle raccontate, lette, cantate e messe in scena, sembrano davvero il modo migliore per sublimare i cuori giunti al tramonto, l'antidoto capace di lenire ogni dolore celebrando il meglio di ogni amore vissuto prima dei titoli di coda. Sarà per questo che, mossi da un moto di malinconico masochismo, film come Titanic si sono guadagnati un posto in prima fila nell'immaginario collettivo, senza alcuna voglia di farsi da parte ed essere dimenticati. Il kolossal di James Cameron ci ha dimostrato che persino i naufragi sollevano onde lunghe, lunghissime, e lo ha fatto con la potenza di un dramma romantico dove i sentimenti vincono ogni tragedia e il passare del tempo viene beffato dalla forza dei ricordi. Sfidiamo molti di voi a non aver gettato un pezzo del proprio cuore nell'oceano di Rose e Jack, a non aver canticchiato almeno una volta "My Heart Will Go On" di Céline Dion, a non aver trattenuto un magone in gola dinanzi ad un capitano che guarda in faccia la morte vicino al suo timone, ad un gruppo di musicisti che si dice addio, ad una coppia di anziani che si abbraccia in un letto per l'ultima volta. Inaffondabile nella memoria di molti, Titanic ha davvero segnato la sua epoca facendo dell'amore uno spettacolo memorabile, ed per questo che l'impresa di Cameron è rimasta (e probabilmente rimarrà) unica, inarrivabile e irripetibile nella storia del cinema contemporaneo. Però, esattamente vent'anni dopo la sua uscita nei cinema italiani (il 16 gennaio 1998), abbiamo intravisto in un film completamente diverso un suo piccolo, grande erede.
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Impossibile replicare quel fenomeno titanico, lo sappiamo, eppure c'è qualcosa tra i cieli stellati, i tramonti violacei e le note di La La Land che ci ha fatto salpare di nuovo verso un cinema emozionante e irresistibile, quello che ti prende sottobraccio e ti riporta in sala, quello che ti trasforma in accanito sostenitore con amici, parenti e persino sconosciuti. Tra dramma in costume cameroniano di inizio Novecento e il musical di Damien Chazelle c'è un abisso in termini di genere e di visione d'autore, una distanza siderale colmata da temi affini e da un impatto sulla cultura pop in grado di valicare gli argini del grande schermo. Due decenni dopo lo scontro con quel maledetto iceberg, varcare la soglia di un malinconico locale jazz e imbatterci nelle passioni contagiose di Mia e Sebastian ha creato più di qualche déjà vu, riassunti in questi quattro punti di contatto tra i film di Cameron e Chazelle. Succede perché sia Titanic che La La Land sono attraversati da due forze solo in apparenza opposte ma complementari: quella sognante, travolgente e spensierata degli amori appena nati e quella malinconica di quelli finiti. Gli amori inabissati che si tengono a galla negli occhi di non riesce proprio a dimenticare, e si aggrappa al valore di un diamante o di un'insegna luminosa blu.
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Note, immagini, tormentoni: l'impatto sulla cultura pop
Una nota, un'immagine emblematica, una frase. Quando si tratta di lasciare un segno nell'immaginario collettivo, tra Titanic e La La Land c'è l'imbarazzo della scelta. Partiamo dal dato più ovvio e scontato, quel parametro che, a torto o a ragione, iscrive un'opera nella storia del cinema: i Premi Oscar. Entrambi forti di 14 nomination, i film di Cameron e Chazelle sono diventati a loro modo memorabili grazie alle scelte dell'Academy. Se Titanic resta ancora il "re del mondo" con le sue 11 statuette, La La Land è riuscito nell'impresa di ricreare durante la notte degli Oscar lo stesso, brusco passaggio tra aspettative e realtà del suo meraviglioso finale. Perché, diciamo la verità, quello dell'anno scorso verrà ricordato come l'Oscar perso da La La Land più che quello vinto da Moonlight dopo la clamorosa gaffe della premiazione sbagliata.
Riconoscimenti dorati a parte, la lunga scia di queste due opere si rispecchia nelle canzoni cantate e fischiettate mesi (o anni) dopo la visione, dentro parodie e citazioni, dentro spot e copertine di riviste che ne rievocano le atmosfere. Possiamo soltanto immaginare cosa sarebbe successo alla "Leonardo DiCaprio mania" se nel 1998 fossero esistiti i social network, ma chi ci è passato ricorda bene che il bel faccino di Jack Dawson era diventato virale e onnipresente anche senza bacheche e filtri Instagram. Ryan Gosling non ha scatenato lo stesso delirio collettivo, ma è indubbio che anche La La Land abbia lasciato un solco nella cultura pop (pensiamo alla pubblicità di un noto operatore telefonico o all'apertura dei Golden Globe 2017). Però, i film sono soprattutto immagini, e Titanic e La La Land sono riusciti a regalarci due fotogrammi che bastano a raccontare i loro amori. Due giovani che volano insieme sulla prua di una nave e due ragazzi che si incrociano durante il loro primo duetto. Momenti entrambi suggellati dal tramonto.
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Rivedere: Another day of Titanic
"Hai visto Titanic?". "Hai visto La La Land?". Domande legittime e naturali, che andrebbero leggermente corrette in: "Quante volte hai visto Titanic e La La Land?". Accessibili e abili a condensare più generi al loro interno, i cult di Cameron e Chazelle hanno messo in atto un clamoroso effetto domino di seconde, terze, infinite visioni. Vedere il film una volta sola non basta, no. Il pubblico ha sentito il bisogno di tornare in sala e accompagnare conoscenti al cinema pur di condividere con loro un'esperienza insolita, l'esigenza di rivivere sulle propria pelle queste storie travolgenti e stracolme di commozione. Però, mentre i folli sognatori collezionavano biglietti del cinema, una folta schiera di immancabili guastafeste sgomitava nell'ombra. Come spesso accade per i fenomeni di massa, anche Titanic e La La Land hanno conosciuto il "lato Oscuro" del troppo amore. Scettici e disillusi hanno criticato i due film, ritenendo il loro successo esagerato, le loro storie banali e la passione dei fan del tutto immotivata. Noi, intanto, ci schieriamo dalla parte di chi sorvola l'oceano e di chi salta nella Senna.
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Coppie affiatate
Oltre lo schermo e i confini della finzione, esistono coppie cinematografiche dotate di una rara alchimia, una connessione testarda che non si esaurisce con la fine di un film. Questo amalgama magico tocca attori e attrici tra cui sembra esserci un'intesa e una familiarità fuori dal comune. Succede così che il pubblico si affezioni a questi interpreti, considerandoli sempre "credibili insieme" anche durante un'intervista o un red carpet fianco a fianco. Cose che accadono guardando Leonardo DiCaprio vicino a Kate Winslet ed Emma Stone a braccetto con Ryan Gosling. In uno strano cortocircuito tra realtà e immaginazione, con loro sembra che il legame filmico non si spezzi mai, che quell'affiatamento nato tra balli, sorrisi e lacrime non sia destinato a spegnersi. Se tra DiCaprio e Winslet c'è una tenerezza spontanea, mai maliziosa e degna delle amicizie più pure, tra Stone e Gosling persiste una complicità e un'ironia comune difficile da ritrovare altrove. Tutti legati da una stima profonda e sincera, i nostri quattro hanno saputo traslare tutto questo dentro interpretazioni sempre convincenti e (non a caso) hanno condiviso il set molte volte. Leo e Kate sono tornati a naufragare nell'amarissimo rapporto di coppia messo in scena da Revolutionary Road, mentre Ryan ed Emma avevano scaldato i motori con il dimenticabile Gangster Squad e il riuscito Crazy, Stupid, Love. Ne vogliamo ancora, in entrambi i casi. Che si sappia.
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L'amore, la fine, il fine
Due storie d'amore che finiscono, due racconti senza lieto fine. Volendo guardare Titanic e La La Land con occhi disincantati, questo è quello che rimane di viaggi transoceanici e sogni artistici. Due morali amare, verrebbe da dire. Nonostante siamo qui per sottolineare punti di contatto, va detto che l'amore messo in scena dai due film è molto, molto diverso. Titanic racconta di un sentimento vorace, immediato, assolutamente irrinunciabile. Cameron ci imbarca dentro un rapporto lungo quanto l'impeto fugace dell'innamoramento, ma in grado di superare una disparità sociale che negli anni Dieci non era certo un impedimento da poco. Ecco che Titanic, nel suo romanticismo sincero, ci racconta una forza emotiva capace di vincere ogni difficoltà per diventare libera e ingorda di momenti indimenticabili. La La Land, al contrario, si prende il suo tempo nel delineare la parabola di un rapporto di coppia costruito più gradualmente.
Gli scontri iniziali, gli sfottò, l'ironia dietro cui nascondere l'imbarazzo di un reciproco interesse, i baci mancati e quelli finalmente dati, per poi arrivare ai voli pindarici, ai picchi di entusiasmo mitigati dalle prime difficoltà e sormontati dai desideri inconciliabili. In questo Chazelle è stato davvero bravo: nel rappresentare un amore contemporaneo, quello minacciato dall'individualismo, quello costretto a fronteggiare la distanza fisica e le prospettive divergenti. Titanic e La La Land si intersecano di nuovo nei loro finali, perché entrambi celebrano i sentimenti che beffano il tempo e gli addii. È tutto negli occhi della vecchia Rose, ancora pieni del suo amato Jack. È tutto negli occhi di Seb e Mia che con quello sguardo finale, pieno di affetto e gratitudine, sembrano sussurrasi: "Sono diventato questo grazie a te". È forse questo che ci lega a Titanic e La La Land, ovvero una lezione semplice, che ci dice quanto sia facile innamorarsi e quanto sia difficile amare.