Avremmo potuto metterci la maschera. Come fanno i Sussurratori. Avremmo potuto nasconderci, mentire, metterci una pezza sopra e far finta di niente, ma abbiamo scelto di dirvi l'amara verità. Questa non sarà l'abituale recensione di The Walking Dead alla quale vi abbiamo abituato dall'ormai lontano 2010. Perché da allora non abbiamo mai mancato un episodio, recensendo la serie tv ispirata al fumetto di Robert Kirkman puntata per puntata.
In mezzo ci sono state discussioni, critiche alla serie e alle nostre recensioni (a volte troppo morbide, altre troppo cattive), fan duri a morire e spettatori delusi. Insomma c'era vita attorno agli zombi. Poi qualcosa è andato storto. Ed è il motivo principale per cui, per la prima volta nella storia di Movieplayer, ci siamo dimenticati di recensire The Walking Dead. Alla base di tutto c'è stata un'incomprensione redazionale. Da queste parti eravamo tutti convinti che la nona stagione dello show sarebbe ripresa la notte tra domenica 24 e lunedì 25 febbraio, ovvero in concomitanza con la Notte degli Oscar e il finale di True Detective 3 (per la gioia di chi recensisce entrambe le serie tv). Così non era, perché The Walking Dead 9 è tornato in onda due settimane prima. Il che significa che su Movieplayer abbiamo saltato non una, non due, ma ben tre recensioni consecutive. Ora, dando per scontato un doveroso mea culpa da parte nostra per la svista, il problema è molto più grande di una data sbagliata sul nostro calendario.
Quello che ci ha colpito davvero, sino a spingerci a scrivere questo articolo a metà strada tra la confessione e la riflessione, è che della nostra mancanza non se ne è praticamente accorto nessuno. Nessuno ha sentito la mancanza di un'analisi sul ritorno di The Walking Dead. Forse perché non c'era più nessuno ad aspettarlo. Ecco da cosa ce ne siamo accorti. Ecco perché ci siamo dimenticati di recensire The Walking Dead. E non se ne è accorto nessuno.
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1. Silenzio social
Entusiasmo, tormentoni, piccole crepe, qualche perplessità, polveroni di rabbia e delusione. E poi il nulla. La parabola discendente di The Walking Dead potrebbe essere riassunta in queste tappe fondamentali. Una parabola che viene disegnata soprattutto sulle bacheche dei nostri social network. Tra Facebook, Instagram, Twitter e Youtube ognuno di noi crea la sua bolla di interessi, un recinto in cui racchiudiamo persone, pagine, contatti che parlano di quello che ci sta davvero a cuore. Noi non facciamo eccezione, e ci siamo accorti che ormai nessuno parla più di The Walking Dead. Il silenzio social sulla serie è simile a un cimitero in cui non si rialzano manco gli zombi. Gli ultimi segnali di vita sono arrivati con l'addio di Andrew Lincoln al suo caro Rick Grimes, ma da allora la nona stagione è passata talmente in sordina da non farci accorgere in tempo della nostra fatale dimenticanza.
2. Addio, meme
Strettamente legata al punto di cui sopra, c'è un'altra questione che sembra futile e secondaria, ma in realtà non lo è affatto. Perché quando una serie è in salute, a prescindere dal gradimento del pubblico, scatena spesso il desiderio di scherzarci e riderci su. La declinazione ludica e disimpegnata dei social passa spesso da meme, parodie, video ironici che giocano con i nostri beniamini. E anche in questo caso The Walking Dead ormai manca all'appello da tempo. Ricordate il celeberrimo meme di Rick che piange davanti a Carl? Se ne sono perse le tracce. E lo stesso accade per personaggi iconici e carismatici come Negan, Daryl e Michonne, che sembrano ormai spariti dai radar dei fan più inclini alla nobile arte del cazzeggio. Infine, anche il folklore ci suggerisce che la serie non se la stia passando bene: i cosplayer di The Walking Dead nelle fiere di settore sono più introvabili di una nostra recensione di The Walking Dead 9x11.
3. Emorragia di ascolti
E adesso ecco un altro fondamentale retroscena sul come ci siamo accorti della nostra dimenticanza. Abbiamo capito di aver sbagliato data soltanto quando abbiamo letto l'ennesimo articolo sul calo di ascolti di The Walking Dead. Sì, perché, ormai si parla della serie soprattutto seguendo la lunga scia della sua emorragia di spettatori. Il penultimo episodio andato in onda, ovvero il decimo della nona stagione, ha segnato il record negativo di ascolti, con poco più di 4 milioni e mezzo di spettatori. Un dato così basso non si registrava dalla seconda puntata della prima stagione, che ne aveva raccolti 4,7 milioni. A questo dato si aggiunge un andamento generale preoccupante della nona stagione, che rispetto all'ottava stagione, ha avuto il 40% di pubblico in meno. Rispetto alla settima, si arriva addirittura al 60%. Tutto questo per dire che ormai gli articoli che circolano in rete non parlano tanto di quello che succede dentro The Walking Dead, ma di quel poco che accade fuori la serie, ovvero dalle parti di un pubblico sempre più lontano, spazientito e deluso.
4. Addio, è stato un piacere ammazzare con voi
Non di soli ascolti bassi vivono le news su The Walking Dead. L'ultimo segnale mortifero che vi riportiamo è l'ormai abituale addio di attori e attrici che abbandonano la nave. Dopo l'addio di Andrew Lincoln (che dovrebbe tornare nei panni di Rick in una serie di film a lui dedicati) e di Lauren Cohan (l'addio di Maggie è stato gestito malissimo a livello narrativo), sembra che anche Danai Gurira appenderà al chiodo la mitica katana di Michonne. Il suo personaggio dovrebbe apparire soltanto in alcuni episodi della già confermata stagione 10 di The Walking Dead, il che metterebbe il destino dello show nelle mani degli unici due "volti storici" rimasti in The Walking Dead: Daryl e Carol. Il tutto senza mai perdere la speranza di vedere più spesso quel Negan che, grazie al carisma del grande Jeffrey Dean Morgan, resta uno dei buoni motivi per guardare la serie.
5. Come zombi: ancora in piedi
Dopo questa disamina a dir poco apocalittica, vi starete chiedendo cosa diavolo ci facciamo ancora qui a scrivere di The Walking Dead. Lo facciamo per due motivi. Il primo: continueremo a recensire la serie episodio per episodio, per cui lunedì prossimo il nostro abituale articolo dedicato all'analisi dell'episodio 9x12 non mancherà (promesso). Il secondo: nonostante i tanti problemi ancora presenti e gli errori da cui non sembra voler imparare, crediamo che la nona stagione di The Walking Dead non sia affatto da buttare. Anzi, la riteniamo migliore sia della settima che dell'ottava, e con dei meriti ingiustamente soffocati dalla brutta nomea di chi l'ha preceduta. Per tutti questi motivi, sappiate che noi non demordiamo. Siamo ancora qui armati di spade, archi, frecce balestre per credere ancora in una serie che forse non è soltanto uno zombi che si trascina a fatica.
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