The Walking Dead 9x13, la recensione: errando non si impara

La recensione di The Walking Dead 9x13 - Come in passato, gli episodi centrali della seconda metà di stagione si dimostrano scialbi, e Chokepoint non fa eccezione.

The Walking Dead Stagione 9 Episodio Chokepoint 6
The Walking Dead:Melissa McBride, Khary Payton nell'episodio Chokepoint

Prima di scrivere questa recensione di The Walking Dead 9x13, avevamo uno strano presentimento. Un timore figlio dell'esperienza, di un déjà vu provato più volte nello stesso, identico momento. Arrivati nelle puntate centrali della seconda metà di stagione (ma capitava lo stesso anche con la prima metà) è lecito iniziare a tremare. Perché l'ormai classica conformazione delle stagioni di The Walking Dead, divise in due blocchi da otto episodi, ci ha abituato troppo spesso a mandare giù episodi deludenti, poveri, scialbi, talvolta inconcludenti.

Dopo una ripresa promettente, con gli affascinanti e misteriosi Sussurratori al centro della scena, questo Chokepoint non fa eccezione e conferma la triste abitudine di tipico "episodio filler". Un riempitivo utile soltanto a vedere una soddisfacente scazzottata finale tra due personaggi bruti, sporchi e pronti a tutto pur di portare a termine la propria missione. Questa brusca frenata, per quanto prevedibile e temuta, è un ritorno agli antichi peccati di una nona stagione che sembrava aver imparato dagli errori delle due precedenti. Come se il saluto di Andrew Lincoln e l'addio a Rick Grimes avessero in qualche modo responsabilizzato gli autori e invitato tutti a non adagiarsi sugli allori di una serie ormai iconica ma ormai lontana parente di quella che ha fatto innamorate tanti della sua mostruosa epopea di sopravvivenza umana.

The Walking Dead Stagione 9 Episodio Chokepoint 5
The Walking Dead: Norman Reedus, Lauren Ridloff nell'episodio Chokepoint

A tre episodi dalla fine di The Walking Dead 9, con la decima stagione già annunciata, lo show AMC si ferma per 40 minuti nelle sabbie mobili, chiede a noi spettatori un altro atto di fede e un pizzico di pazienza. Così questo Chokepoint, che significa strozzatura, più che il titolo di un episodio ci sembra un modo involontariamente onesto di preparare il pubblico a quel che (non) sarà.

Daryl contro Beta: fight!

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Pericolosa ma dall'aria indifesa. Fragile psicologicamente ma feroce caratterialmente. La contradditoria Lydia, figlia della brutale Alpha, è forse una delle note più liete di questa stagione. In poco tempo abbiamo conosciuto abbastanza del suo vissuto e del suo profondo trauma familiare (una madre che ammazza un padre davanti a una figlia è un marchio a fuoco indelebile) per empatizzare con lei e capire il suo valore all'interno della serie. Per questo, dopo l'apparizione dei Sussurratori, Lydia è diventata il "soggetto del contendere", scissa tra la sua famiglia putrefatta di bisbigliatori e Hilltop, dove Daryl e Henry hanno preso a cuore la vita balorda della ragazzina. Chockpoint riprende con Daryl, Henry, Connie e Lydia consapevoli di essere braccati dai rabbiosi Sussurratori. Guidati da Beta, furibondo per la scomparsa della ragazza perché devoto al suo capo Alpha, i mascherati si mettono sulle sue tracce. Da qui parte una storyline molto classica e di genere, tipica dello zombi movie, in cui i protagonisti si barricano in un luogo inospitale e diroccato per tendere una trappola ai loro inseguitori.

The Walking Dead Stagione 9 Episodio Chokepoint 3
The Walking Dead: Brett Butler e John Finn nell'episodio Chokepoint

Mentre i nuovi arrivati di The Walking Dead (Magna, Yumiko, Kelly, la coppia composta da Rose ed Earl, guidati dalla sempre poco carismatica Tara) ci dimostrano di non poter reggere da soli sequenze capaci di catturare davvero le nostra attenzione e di guadagnarsi i nostri patemi per le loro sorti, Daryl e compagnia preparano la loro trappola dentro un palazzo abbandondato. Beta sarà anche una belva, ma non è stupido. Così l'inevitabile duello tra i due personaggi più lerci e rozzi di The Walking Dead può avere inizio. La lotta tra i due, meno cruenta di quanto era lecito aspettarsi, è solo un antipasto di quel che sarà, ma adesso sono chiare due cose: Daryl è uno dei pochi a poter raccogliere il testimone di Rick come figura-leader dello show; Beta è uno duro a morire. Il possente personaggio dalla voce cavernosa interpretato da Ryan Hurst (già apprezzato in Sons of Anarchy) ha la presenza scenica e il fascino malsano di un degno co-antagonista. Il che non significa che la lucida follia di Alpha non ci sia mancata.

L'ingenuità di Ezekiel

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The Walking Dead: Melissa McBride con Khary Payton nell'episodio Chokepoint

Ci sarà un motivo se "la sala del Trono" del Regno di Ezekiel è dentro un teatro. Il prode compagno di Carol, che non a caso detesta farsi chiamare "regina", vive nella sua eterna speranza di un mondo migliore. Un mondo spesso solo nella sua testa, un mondo messo in scena seguendo il copione di una realtà fittizia e immaginaria. Ma in The Walking Dead il confine tra speranza e utopia è assai labile. Così, fa sempre una certa tenerezza vedere Ezekiel mettere a rischio la vita di molti pur di recuperare una bacheca in cui incorniciare nuovi manifesti di pacifica convivenza e recuperare un proiettore pur di ripristinare la magia del cinema tra la sua gente. In Chokepoint non è una sorpresa vederlo deluso e stanco, quando una minacciosa lettera di un nuovo gruppo organizzato promette di intralciare il libero commercio tra le comunità. Il dissidio tra Il Regno e gli Higwaymen, che tanto assomigliano a una banda di cowboy fuori tempo massimo, si risolve in fretta e senza particolare interesse. Quello che colpisce è il distacco sempre più netto tra una comunità speranzosa, solare e ottimista come quella del Regno e la filosofia iperealistica, nichilista e arresa dei Sussurratori, ormai invischiati con un'apocalisse non più combattuta ma sposata appieno e vissuta sulla propria pelle. In mezzo ci sono gli scettici. Tra cui quella Michonne e quel Negan che questo The Walking Dead non può davvero permettersi di tenere in panchina.

Movieplayer.it

2.5/5