Se dall'uscita al cinema, nel 1976, di Carrie - Lo sguardo di Satana, adattamento per il grande schermo del suo primo best seller, Stephen King ha sempre avuto uno strettissimo rapporto con cinema e televisione, è indubbio, però, che negli ultimi anni, in particolare dall'arrivo in sala di IT di Andy Muschietti nel 2017, questo autore e le sue opere stiano vivendo un periodo di rinnovato successo. I film e le serie tratte dai suoi racconti e romanzi ormai non si contano più e la tendenza, rispetto ai trascurabili adattamenti degli anni '80 e '90, è di un netto miglioramento in termini di qualità e aderenza al materiale originale. Nella recensione di The Outsider, miniserie HBO scritta Richard Price e tratta dal romanzo omonimo, vedremo come questa nuova trasposizione sia tra le migliori finora prodotte, perché riprende con cura e coerenza la storia ed i personaggi creati da King e li trasforma in qualcosa di originale e al tempo stesso di perfettamente adatto al nuovo format.
La prima impressione che questa serie ci lascia è quindi quella di un prodotto "tipicamente kinghiano" ma che evolve e si rinnova, riproponendo elementi di altri crime di successo di HBO come True Detective e The Night Of, in particolare le atmosfere cupe ed estremamente suggestive. Rispetto al materiale originale, The Outsider prende una strada addirittura più dark, esplorando ed approfondendo situazioni che nel romanzo erano solo accennate (come il suicidio on screen di uno dei personaggi) e, come vedremo, rendendo il passato dei propri protagonisti più drammatico e doloroso.
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Una trama che si espande senza essere stravolta
La storia si apre con un violento e raccapricciante omicidio: il corpo di un bambino viene trovato morto in un parco di Cherokee City, in Georgia, ricoperto di saliva e straziato da morsi. Le prove, sia fisiche e del DNA, ma anche quelle fornite da numerosi testimoni oculari, sembrano tutte dirette contro Terry Maitland (Jason Bateman), padre di famiglia e allenatore della squadra locale di baseball amatissimo nella comunità. Ralph Anderson (Ben Mendelsohn), detective che ha da poco perso l'unico figlio, convinto della sua colpevolezza decide di arrestare Terry proprio durante una partita, davanti alla sua famiglia e a centinaia di altre persone. Presto però le cose si complicano, Terry può infatti dimostrare che il giorno dell'omicidio si trovava da un'altra parte e, anche in questo caso, testimoni oculari e inoppugnabili tracce di DNA confermano la sua versione. Può un uomo trovarsi in due posti nello stesso momento? Esiste una spiegazione plausibile per queste circostanze apparentemente inspiegabili? Con il tempo Ralph e tutte le altre persone coinvolte nelle indagini si accorgeranno che logica e razionalità non possono aiutarli a risolvere il caso, ma che qualcuno, o qualcosa, di decisamente più diabolico ed oscuro potrebbe essere il vero colpevole.
Per parlare di The Outsider non possiamo esimerci dal confronto con il romanzo da cui e tratto, soprattutto perché per la sua trasposizione sono state fatte delle scelte che in un primo momento ci hanno stupito, ma che poi sono riuscite a convincerci. Una delle differenze più evidenti tra miniserie e materiale originale la troviamo infatti nello sviluppo narrativo, in particolare nella scelta di dare meno spazio alle indagini che portano alla cattura di Terry e al periodo precedente al processo. Questa parte, che è decisamente quella meglio riuscita del romanzo, qui viene limitata ai primi due episodi, e non nascondiamo di essere rimasti inizialmente piuttosto spiazzati da questa decisione. Questa porzione della storia, che se vogliamo è quella più crime e nelle "corde" della produzione seriale HBO, occupa più di un terzo dell'opera di King e ci è sembrato in un primo momento un errore trascurarla in questo modo. Procedendo nella visione però ci siamo resi conto che si tratta una scelta vincente: superati i primi episodi, infatti, la trama si espande rispetto al romanzo, arricchendosi di particolari e di storyline avvincenti, approfondendo anche alcuni dei personaggi secondari (che in origine venivano descritti più superficialmente). La parte più sovrannaturale della storia (e non vogliatecene qui per il piccolo spoiler sulle origini dell'outsider, il villain della serie) diviene, inaspettatamente, molto più interessante e progressivamente più coinvolgente.
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Una serie che si regge su un ottimo cast
A rendere The Outsider una serie assolutamente da non perdere non è solo la trama accattivante ma anche l'ottimo cast di interpreti. Le scelte fatte per i personaggi principali - in particolare Mendelsohn, Bateman e Cynthia Erivo nel ruolo di Holly Gibney -, non potevano essere migliori: raramente ci capita di dirlo, ma i volti dati ai protagonisti della serie rispecchiano molto come ce li eravamo immaginati durante la lettura del romanzo. Ben Mendelsohn, che è anche tra i produttori, risulta estremamente credibile nel ruolo del detective tormentato dal rimorso, spinto dalla necessità di trovare un colpevole ma radicalmente contrario a qualsiasi spiegazione di tipo sovrannaturale. Per quanto riguarda il suo personaggio, inoltre, abbiamo trovato che la morte del figlio Derek (che nel romanzo era vivo e vegeto ma distante dai fatti) lasci spazio ad una riflessione più profonda e renda molto più complesse le motivazioni che lo guidano. Questo fa si che anche il rapporto a tratti difficile con la moglie Jeannie (Mare Winningham) acquisisca un ruolo più centrale ed interessante.
L'altra grande scoperta della serie è senza dubbio Cynthia Erivo, che riesce a dare vita, in maniera assolutamente verosimile, a uno dei personaggi più particolari e affascinanti del romanzo, la detective privata Holly Gibney, dotata di un'intelligenza straordinaria ma con serie difficoltà nelle relazioni sociali. Erivo, che poteva limitarsi a un'interpretazione sopra le righe calcando sulle eccentricità di Holly, crea, invece, un personaggio più trattenuto ma, proprio per questo, inaspettatamente realistico e al tempo stesso attraente. Menzione speciale va infine fatta a Jason Bateman che, anche se la sua presenza è piuttosto limitata, si sposta dal ruolo di amorevole padre di famiglia a quello di killer efferato e senza sentimenti con straordinaria abilità. La scena in cui una giovane testimone lo vede allontanarsi dal luogo del delitto con il volto completamente ricoperto di sangue è, ad esempio, tra i momenti in assoluto più inquietanti di tutta la serie.
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Un adattamento che migliora il romanzo
Tirando le somme di quanto detto fino ad ora The Outsider riesce a prendere il romanzo da cui è tratto, che per quanto interessante e ben scritto non può essere considerato uno dei capolavori di King, e farne qualcosa di più, trovando il perfetto equilibrio tra le atmosfere create da questo autore e i temi che caratterizzano molte delle serie crime prodotte da HBO. Le storie create da King non sono facili da adattare, molti fallimentari tentativi passati ne sono la prova, ma, nel caso di The Outsider, ci sembra che sia stata trovata la formula giusta per portare un romanzo complesso come questo sul piccolo schermo, senza mai snaturarlo e al tempo stesso riuscendo ad arricchirlo. Chissà che in futuro non si possa prendere spunto da quanto fatto da HBO per altre storie del prolifero autore del Maine, che meriterebbero trasposizioni che finalmente gli rendano onore.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di The Outsider ribadendo come questa miniserie HBO, adattamento del romanzo omonimo di Stephen King, ci abbia piacevolmente stupito. La serie riprende con cura e coerenza la storia ed i personaggi creati da King, trasformandoli in qualcosa di nuovo ed originale e avvicinandoli per atmosfere ai prodotti crime più conosciuti di HBO. Ottimo il cast, in particolare Ben Mendelsohn, Jason Bateman (che è anche alla regia dei primi due episodi) e la straordinaria Cynthia Erivo nel ruolo di Holly Gibney.
Perché ci piace
- La trama originale ed avvincente.
- I personaggi ben costruiti e l’ottimo cast scelto per interpretarli, in particolare Ben Mendelsohn, Jason Bateman e Cynthia Erivo.
- Le atmosfere cupe ed estremamente suggestive che ricordano i crime prodotti da HBO.
- La scelta di prendere una strada più dark rispetto al romanzo.
Cosa non va
- Il ritmo a tratti altalenante, in particolare nel terzo e nel quarto episodio.