Dopo il passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia, The Last Duel arriva finalmente in sala. In occasione della presentazione veneziana avevamo già avuto modo di raccontarvi un Ridley Scott tornato in forma e un progetto interessante, tratto dall'omonimo romanzo di Erik Jager e animato da un cast ricco, capace di raccontare con efficacia tradimento, vendetta e onore. Ce ne hanno parlato alcuni dei protagonisti nel corso della conferenza stampa del film, dalla co-sceneggiatrice Nicole Holfcener ad alcuni esponenti del cast: Jodie Comer, Matt Damon e Ben Affleck. Vediamo cosa ci hanno raccontato sulla realizzazione, cominciando da un punto essenziale: le motivazioni ad affrontare proprio questa storia e in questo modo.
Un lavoro di squadra
Due aspetti emergono dalle parole dei tre autori, Matt Damon, Ben Affleck e Nicole Holofcener, quando parlano della scrittura di The Last Duel. "Non sapevamo bene che stavamo facendo" ha dichiarato Damon parlando della prima fase della scrittura della sceneggiatura, "ci sono voluti anni e avevamo scritto migliaia di pagine che abbiamo compresso in 130 di script. Abbiamo fatto film per 25 anni e abbiamo assimilato il processo di scrittura per osmosi. Ma anche pregare un'autrice incredibile come Nicole è stata un'ottima idea." Un'idea di cui si è dimostrato entusiasta anche Ben Affleck, perché "non possiamo fare affidamento l'uno sull'altro" ha spiegato, facendo riferimento alla loro amicizia di vecchia data.
Un'amicizia che però non ha messo in difficoltà la Holofcener: "Matt e Ben avevano già iniziato a scrivere e aveva impostato il racconto su questi tre punti di vista, e mi hanno chiesto di lavorare all'ultima parte. Ne sono stata entusiasta e non mi hanno dovuto affatto pregare di unirmi a loro!" Per quanto riguarda il processo creativo vero e proprio, l'autrice ha spiegato che mandava le sue pagine a Damon e Affleck e poi si sedeva tutti insieme a tavolino per lavorarci insieme. "Di base ho scritto il secondo atto, ma c'è anche la loro mano perché doveva essere coerente con il resto del film e perché quando scrittori intelligenti hanno buono idee, bisogna coglierle!" Una collaborazione che si è estesa anche a Jodie Comer e gli altri membri del cast per i rispettivi personaggi.
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Prospettive e sfumature diverse
Una collaborazione necessaria nel veicolare le diverse sfumature di ogni prospettiva del racconto, ascoltando le perplessità relative a ogni scena. "La forza dello script è che è tutto lì su pagina, erano chiarissime le intenzioni e le necessità di ogni punto di vista diverso" ha spiegato Jodie Comer, che non ha mancato di sottolineare come il processo fosse a tratti spiazzante: "giravamo ogni versione parallelamente, quindi non facevamo che passare da una all'altra continuamente." La puntualità dello script non ha però limitato la libertà di espressione sul set: "abbiamo giocato con le diverse versioni, abbiamo avuto la libertà di esplorare e capire fin dove poterci spingere in ogni scena". Lo ha confermato Matt Damon, spiegando che "se hai un grande attore, tendi ad ascoltare quello che ha da dire".
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La verità rivelata
"Arrivati al terzo atto, volevo dire che quella è effettivamente la verità" ha spiegato la Holofcener parlando del punto di vista di Marguerite a cui ha lavorato. "La realtà" ha infatti aggiunto Matt Damon "è che il mondo delle donne viene del tutto ignorato, è invisibile, per i primi due atti del film. È stato come se io e Ben avessimo adattato il libro, mentre Nicole ha scritto una sceneggiatura originale. Perché gli uomini del tempo non faceva caso a quello che facevano le donne, così Nicole ha dovuto creare da zero il mondo di Marguerite."
Un lavoro facilitato dalla mole di materiale passatole dai produttori e la prova di Jodie Comer, elogiata anche da Ben Affleck: "Non avrebbe funzionato se Jodie non fosse stata così intelligente e coraggiosa nella sua performance. Volevamo approfondire il fatto che le donne, storicamente, le donne erano considerate personaggi secondari e in questo modo sarebbe sembrata fuori dall'ordinario, più forte ed elegante, capace di evidenziare la differenza tra un personaggio essenzialmente bidimensionale e un essere umano tridimensionale."
Lo specchio della società
In questo la storia e i personaggi di The Last Duel riflettono il periodo storico in cui ci si muove. "Voleva sottolineare come istituzioni misogine e moralmente corrotte creano persone che riflettono quei valori" ha spiegato Ben Affleck, parlando dei personaggi della storia "creati o cambiati dalle istituzioni", a cominciare dal suo che ha definito "un villain" per le azioni che compie. Elementi che vanno tenuti in considerazione nella costruzioni dei personaggi, nella speranza che "grandi attori riescano a far identificare il pubblico, senza sembrare troppo pedanti" nel condannare tempi diversi. "La speranza" ha aggiunto Nicole Holofcener "è che la gente esca dalla sala pensando che era terribile a quei tempi e che per fortuna oggi non è più così."