Il viaggio della Rocinante va avanti e The Expanse 4 è arrivato su Amazon Prime Video dal 13 dicembre, dopo il cambio di rotta seguito alle montagne russe emotive vissute nel maggio del 2018, quando il colosso di Jeff Bezos ha salvato la serie dalla cancellazione subita da parte di SyFy per portarla alla corte del proprio servizio streaming. Il punto di partenza di un nuovo cammino, che continuerà anche in una quinta stagione già ordinata la scorsa estate, che è stato anche uno degli argomenti della nostra intervista a due dei protagonisti della serie, Steven Strait e Dominique Tipper, rispettivamente interpreti di James Holden e Naomi Nagata. Una chiacchierata che è partita dal passato della serie ed è andata avanti sull'atmosfera che si è respirata sul set di questa rinnovata esperienza.
Nel mondo di The Expanse
Cominciamo guardando al passato: avete un momento preferito per i vostri rispettivi personaggi nelle prime tre stagioni?
Dominique Tipper: Il mio momento preferito è quello in cui Naomi deve scegliere le persone che possono salire sulla nave, perché non c'è abbastanza aria per tutti. Un momento di grande impatto, complesso da interpretare per un attore, anche perché al tempo si parlava molto di rifugiati con quelle foto terribili di bambini annegati che erano nella mente di tutti. Per questo ho trovato importante, ma anche triste, raccontare quella storia e credo che l'abbiamo fatto nel modo giusto, perché tante persone mi hanno detto di esserne state colpite.
Steven Strait: Da fan dei romanzi, uno dei momenti che più aspettavo di poter interpretare è l'apparizione dell'entità con la forma di Miller, perché è inusuale per un attore interpretare quel tipo di storia, che va dall'essere così scientifica e razionale a qualcosa non di soprannaturale ma fuori dal comune. Mi ha dato la possibilità di aggiungere tante sfumature come attore al mio personaggio, partendo dal terrore di diventar pazzo e non poter riparare al danno che è stato fatto all'universo.
Conoscevate bene i romanzi prima di lavorare a The Expanse?
Steven Strait: Sì, avevo letto i primi due prima che si sapesse che ne avrebbero fatto una serie, ero un fan della saga e finire in una storia che amavo è una grande esperienza e coincidenza!
E come hai ottenuto il ruolo?
Steven Strait: Hanno contattato il mio agente quando l'unico attore già scritturato era Thomas Jane. Io ovviamente conoscevo i libri e ne sono stato entusiasta, ma mi ha sorpreso scoprire che avevano intenzione di adattarli perché sapevo quanto vasta fosse la storia. E mi sembrava incredibilmente ambizioso farlo per la televisione, mi sembrava più adatta al respiro di un film. Ma ho letto lo script del primo episodio realizzato da Mark Fergus e Hawk Ostby, che sono straordinari e candidati all'Oscar per I figli degli uomini e hanno scritto Iron Man, e l'ho trovato bellissimo, definiva alla perfezione il tono che avrebbe avuto la serie. Poi ho incontrato il regista del primo episodio, Terry McDonough, ho fatto il provino per lui e gli altri produttori e ho capito che il livello che si voleva raggiungere era molto alto, che sarebbe stato qualcosa di incredibile.
Dominique Tipper: Quando ho ottenuto il provino, recitavo da soli tre anni. All'inizio ebbi l'impressione che avessero fretta di trovare Naomi, ma mandai un video e non ricevetti risposta. Passò un mese tra il mio primo provino e il secondo, perché nel frattempo è cambiato il direttore del casting. Pensai che non ci sarebbe stato niente da fare, visto il tempo d'attesa, invece poi mi ricontattarono e tutto fu rapidissimo: feci un altro provino, poi un test per valutare l'intesa con Steven e ottenni la parte. Non ci potevo credere, mi sembrava una cosa più grande di me vista la mia inesperienza, ma non sono una che si tira indietro davanti alle sfide. Quindi eccomi qua!
La svolta Amazon
Siete stati più sorpresi della cancellazione da parte di SyFy o del rinnovo da parte di Amazon grazie al supporto dei fan?
Steven Strait: Questa è una buona domanda. Sono stato sorpreso della cancellazione perché i motivi erano puramente tecnici e non avevano nulla a che vedere con i numeri o l'accoglienza della serie. Dipendeva solo dalla natura del contratto, fatto anni prima quando lo streaming non era ancora così importante e la gente guardava tutto live. Quando abbiamo iniziato, l'unica serie di Netflix era House of Cards, sembra una vita fa ma è pochissimo tempo, e SyFy riceveva introiti solo per gli spettatori live e sempre meno persone hanno continuato a farlo. Ma non credevo che sarebbe stato così importante, perché The Expanse stava dando valore al loro brand. Poi però siamo stati recuperati da Amazon ed è stato come sulle montagne russe, con Jeff Bezos in persona ad annunciare il rinnovo letteralmente 10 minuti dopo averlo definito al telefono accanto a noi. Assurdo! Ma la speranza era cresciuta fino a quel momento, c'era state l'incredibile campagna dei fan, l'aereo che volava attorno alla sede con il banner della serie, la Roci mandata nello spazio, messaggi da parte di tanta gente come George R.R. Martin, il supporto della comunità scientifica... insomma la speranza era cresciuta molto, ma ancora non c'era nulla di scritto quando abbiamo incontrato Bezos quello stesso pomeriggio. L'esperienza professionale più folle che ho vissuto.
Dominique Tipper: Io non c'ero, è quello che succede quando vivi a Londra... ma l'ho vissuta al contrario. Era distrutta e per niente sorpresa della cancellazione, me l'aspettavo. C'era qualcosa nell'aria quando abbiamo terminato la terza stagione, mi ricordo che pensavo "non torneremo" ma non sapevo perché, era una sensazione, sapeva di conclusione. Eppure quando è arrivata la notizia, sono stata distrutta. Sono stata invece sorpresa del salvataggio da parte di Amazon, non pensavo che sarebbe successo, sembrava la solita favola che si dice spesso e poi non si verifica mai. Quante volte si parla di salvataggi da parte di Netflix o Amazon e poi non accade? Ero realista, anche se nella vita sono piuttosto ottimista e mistica, ma era il mio modo per affrontare la sofferenza per la cancellazione.
L'atmosfera è diversa sul set ora che siete una serie Amazon? Avete sentito qualcosa di differente durante la lavorazione?
Dominique Tipper: C'era una sorta di placido orgoglio, perché tutti noi della produzione abbiamo sempre saputo che il nostro show era speciale, anche se sappiamo che non l'hanno visto tante persone quante avremmo sperato. Ma amiamo realizzarlo e ci siamo sempre sentiti un po' degli outsider, orgogliosi di quello che stavamo facendo. E ora avevamo questi nuovi genitori fighi ed è stata una conferma di quello che pensavamo della nostra serie e volevamo mostrare a tutti quello di cui eravamo capaci. E poi c'era il sollievo che tutti avevano ancora un lavoro, perché siamo come una famiglia.
Steven Strait: Lo so che è qualcosa che dicono un po' tutti, ma veramente siamo come una grande famiglia sul set, più come una compagnia teatrale che una produzione televisiva. Abbiamo mantenuto una grossa percentuale di staff sin dalla prima stagione, con tante persone che hanno rifiutato lavori nonostante le difficoltà solo nella speranza che sarebbe arrivato il rinnovo e di poter continuare questa avventura. Tornare è stato un sollievo e ci ha dato anche l'energia per spingerci ancora oltre in quello che stavamo facendo, di render giustizia alla storia che abbiamo vissuto e le aspettative che si erano create. E penso che ci siamo riusciti e abbiamo portato la nostra serie a un livello ancora superiore. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto fin dall'inizio, ma non l'abbiamo mai usato come scusa per smettere di spingerci oltre.
The Expanse 4 per James e Naomi
Che potete dirci delle storyline dei vostri personaggi nella stagione 4? Cosa possiamo aspettarci da loro?
Dominique Tipper: La quarta stagione inizia a esaminare aspetti fisici del mio personaggio. Come cinturiana è molto fragile ed è stato molto interessante da esplorare, perché siamo abituati a una Naomi molto forte ed esplosiva. Non avevo mai pensato a queste sue fragilità, perché siamo sempre stati nello spazio, ma ora, dopo il finale della scorsa stagione, è cambiato tutto e ci sono molti nuovi ostacoli da affrontare, per lei personalmente e con Jim come coppia. Ci sono molti bei momenti tra loro due quest'anno.
Steven Strait: All'inizio di questa stagione troviamo Holden molto più a suo agio nel ruolo di capitano, in modi che non avevamo ancora visto. Sta diventando un leader molto valido, ma le tante difficoltà affrontate dalla Rocinante l'hanno reso anche una persona più forte, una sorta di profeta, l'unico a comunicare con quel che è rimasto della civiltà precedente. Come attore mi ha offerto l'opportunità di passare da un'atmosfera all'altra, alternando momenti più seri ad altri più leggeri. Andiamo in nuovi sistemi e Holden, insieme alla ciurma della Rocinante, deve affrontare importanti novità.
Una differenza rispetto al passato è che su SyFy la serie veniva trasmessa un episodio a settimana, mentre su Prime Video è tutta disponibile nello stesso giorno. Qual è il vostro punto di vista? Preferite una programmazione più seriale?
Steven Strait: No, indubbiamente. Perché la nostra serie è molto complessa, richiede una certa attenzione e non se ne vergogna. Lo streaming è il contesto giusto per questo tipo di racconto, perché forniamo un sacco di informazioni insieme ed è più semplice assimilarle senza spezzettare troppo la visione. Se stai spiegando qualcosa di molto complesso, non solo per quanto riguarda i personaggi, ma anche per l'architettura sociopolitica del mondo, è più semplice mettere tutto insieme.
Dominique Tipper: Una cosa che mi piace dello streaming è che non si chiede alla gente di mettersi a guardare allo stesso specifico orario ogni settimana, ma ognuno può scegliere come e quando dedicarsi alla serie secondo le proprie esigenze di vita. Mi piace che la gente abbia la possibilità di scegliere quando immergersi nel mondo di The Expanse che trova nello streaming il luogo più adatto a lei. E' perfetta per la cultura del binge-watching e su Amazon può trovare anche tanti nuovi spettatori che nel frattempo hanno potuto riguardare le tre stagioni precedenti.
Steven Strait: Va detto anche che ogni nuovo episodio inizia subito dopo la fine del precedente, non c'è quasi mai un salto temporale nella nostra storia, quindi è perfetto passare da un episodio al successivo come se fosse un unico flusso narrativo.
Un altro aspetto positivo è di non avere pause pubblicitarie e altri schemi della televisione tradizionale. Avete percepito una maggior libertà creativa?
Dominique Tipper: Penso che abbia cambiato la qualità della serie, ha un sapore più cinematografico perché è un unico flusso di un'ora piuttosto che essere suddivisa in piccoli atti tra una pausa e l'altra. Segmenti diversi ci sono in ogni caso, ma non forzati da esigenze non narrative.
Steven Strait: Ma è anche molto importante il non dover finire l'episodio a una durata definita, il potersi prendere qualche minuto in più per aggiungere una scena di cui un personaggio ha bisogno o anche fermarsi prima per lasciar respiro a qualcosa che deve venire dopo. Sono piccole cose, che però nell'arco di un'intera stagione fanno una grande differenza.
Siete appassionati di fantastico e fantascienza, a parte The Expanse naturalmente?
Dominique Tipper: Sì che lo sono. Il trono di spade è stata tra le mie preferite, anche se è soprattutto fantasy. Poi guardavo The Walking Dead, ma ho smesso, e amo i film Marvel, gli X-Men e guardavo religiosamente Ai confini della realtà da bambina. Mi sa che amo il genere più di quanto pensassi!
Steven Strait: Amavo molto gli Alien da ragazzo, anche se Alien e Aliens sono un horror e un action piuttosto che fantascienza, Blade Runner e tutto il fantastico degli anni '80 è stato di grande influenza per me. Li guardavo e mi dicevo che avrei adorato fare quel tipo di film e ora eccoci qui. Mi hanno decisamente segnato.