L'episodio 5 di The Acolyte - La seguace è all'insegna dell'azione, con una brutale strage di Jedi culminata da un colpo di scena che traghetta la serie nel suo arco finale. Nonostante ciò, è stato anche un momento importantissimo nella mitologia di Star Wars, calcando quei dilemmi filosofici che tengono in piedi la sua parte più fantasy.
L'episodio, in particolare, rivela l'identità del misterioso Maestro di Mae (Amandla Stenberg) che si è scoperto essere Qimir (Manny Jacinto). Ad un Sol (Lee Jung-jae) in difficoltà, Qimir ha affermato di essere un Sith... anche se non ha usato queste precise parole, il che solleva molte domande che rendono ancora più complicato inquadrare il significato di questa storia nel grande disegno che è la galassia lontana lontana di Star Wars. Cerchiamo di fare chiarezza.
I Sith in Star Wars
Prima di tutto, vale la pena ripassare la differenza tra Jedi e Sith. A livello basilare, i Jedi si abbandonano passivamente al volere della Forza, perseguendo i valori della pace, dell'armonia e dell'altruismo. I Sith, invece, preferiscono perseguire attivamente una condizione di dominio e superiorità per mezzo della violenza, della paura e del sotterfugio: per questo si dice che appartengono al lato oscuro della Forza. Eppure non tutti i Jedi "cattivi" sono Sith. I Sith hanno una storia (canonica) complicata che proveremo a riassumere: essenzialmente sono un culto formatosi a seguito di uno scisma nell'Ordine dei Jedi all'epoca della Vecchia Repubblica, quindi migliaia di anni prima di The Acolyte e della Saga degli Skywalker. Stabilitisi sul pianeta Korriban (poi ribattezzato Moraband) nell'Orlo Esterno, hanno condotto una guerra sanguinosa che si è conclusa con la vittoria dei Jedi.
Tuttavia i Sith non erano stati annientati completamente: ne era sopravvissuto uno, Darth Bane, che ha tenuto l'ordine in vita con lo stratagemma della Regola dei Due. Essa prevedeva che esistessero contemporaneamente solo due Sith alla volta, un Maestro che rappresentasse la dottrina e un apprendista che ambisse a ucciderlo e sostituirlo, scegliendo quindi un nuovo accolito. In questo modo, i Sith avrebbero continuato a esistere in segretezza, portando avanti un Grande Piano che mirava a sgretolare la Repubblica dall'interno.
The Acolyte: La seguace, ma cos'è l'Alta Repubblica nell'universo di Star Wars?
Il Sith di The Acolyte
Veniamo alla nuova serie TV su Disney+. Molti anni prima che il Grande Piano si compisse con l'ascesa di Shiv Palpatine al trono di Imperatore ne La vendetta dei Sith, i Jedi avevano altre problematiche nell'epoca dell'Alta Repubblica, circa cento anni prima della nascita di Anakin Skywalker. In questo periodo i Sith sono creduti estinti, sebbene i Jedi, abituati a vedersela con pirati spaziali e cartelli del crimine, ogni tanto si imbattano nel loro lascito (come nel caso della specie aliena Drengir). Per questo motivo nell'episodio 3 il consiglio segreto di Jedi con a capo Vernestra Rwoh non prende nemmeno in considerazione l'idea che il nemico sia un Sith, quanto piuttosto un "ordine scismatico": non è raro, infatti, che i Jedi si allontanino dalla retta via e cedano al lato oscuro, ma questo non fa di loro necessariamente dei Sith.
Questo ci porta a Qimir. Nel momento clou dell'episodio 5, Qimir dice a Sol: "I Jedi come te mi chiamerebbero... Sith". Questa affermazione tuttavia non significa, oltre ogni ragionevole dubbio, che Qimir sia un vero e proprio Sith, ma anche soltanto che si auto percepisca come tale. Sappiamo ancora pochissimo sul suo conto; i dialoghi lasciano intendere che Sol lo abbia conosciuto ma lo abbia dimenticato, ma The Acolyte è una serie più furba di quel che sembra e non è chiaro se Qimir si riferisca al loro incontro su Olega nel secondo episodio, a un rapporto ancora precedente oppure al misterioso incidente su Brendok. Per quanto ne sappiamo, Qimir potrebbe essere stato un Padawan che ha lasciato l'Ordine - un po' come ha fatto Osha - oppure semplicemente un umano sensibile alla Forza che rifiuta i precetti Jedi. E che per buona misura si è procurato un elmo e un bracciale in cortosis, una lega che manda in corto circuito le armi a energia come le spade laser.
Il problema è che su questo episodio si possono costruire mille teorie sull'identità e sul ruolo di Qimir, in base alle storie che conosciamo e anche al fatto che quelle storie possono essere riscritte - com'è successo con Ki Adi-Mundi la scorsa settimana, ricordate? La Saga degli Skywalker e The Clone Wars ci hanno insegnato che il principale Signore dei Sith nell'epoca dei film è stato Darth Sidious, cioè Palpatine, e che lui è stato il discepolo del misterioso Darth Plagueis prima di prendere il suo posto. È pertanto possibile che Qimir sia effettivamente Darth Plagueis e che The Acolyte ci stia raccontando le sue origini - finora relegate a un romanzo di James Luceno che appartiene, però, alla sfera Legends - riscrivendo la sua specie, dato che nel romanzo di Luceno era un Muun. Plagueis, però, avrebbe scoperto il modo di trasferire la propria essenza da un corpo all'altro come forma di immortalità - la stessa tecnica con cui Palpatine vuole possedere Rey ne L'ascesa di Skywalker - quindi è possibile che Qimir fosse la sua identità originale o che, semplicemente, Lucasfilm abbia riscritto la specie di Plagueis per approfittare del talentuoso attore Manny Jacinto.
I Jedi tra luce e oscurità
Ma per quanto ci intrighi questa teoria, è assolutamente possibile che Plagueis non c'entri niente con The Acolyte. Qimir potrebbe essere un Sith completamente diverso, come l'inquietante Darth Momin accennato nei fumetti ufficiali, oppure potrebbe non essere affatto un Sith, preservando la continuità narrativa con la trilogia prequel in cui i Jedi negavano con fermezza l'esistenza dei Sith. È un enigma che potranno risolvere solo i prossimi episodi di The Acolyte, più che altro una red herring che ci distrae dal tema principale della serie TV creata da Leslye Headland. The Acolyte non è stato pensato per raccontare i Sith quanto per raccontare il momento in cui l'Ordine dei Jedi ha cominciato a incrinarsi, consentendo ai malvagi come Palpatine di sgretolarlo dall'interno. È una storia sulla fragilità dei Jedi, rappresentata dal misterioso peso che Sol e i Jedi assassinati portavano sulle spalle, e sulla rigidità dell'Ordine, che con le sue aride regole rappresenta un vero e proprio corto circuito.
Nell'episodio 5 di The Acolyte: La seguace è Mae a pronunciare una scomoda verità. Affrontando a viso aperto la sorella Osha, Mae dice che i Jedi "l'hanno plagiata", invocando il loro legame di sangue. E per quanto orribile, è tutto vero. I Jedi prediligono i bambini sensibili alla Forza quando sono molto piccoli (meno di 6 anni) perché diventa più facile separarli dalle loro famiglie e sciogliere i loro legami, instaurando la percezione che l'attaccamento sia un peccato che logora e corrompe la connessione alla Forza. È una filosofia inquietante su cui la serie TV si sofferma in più momenti e che ha i suoi pro e i suoi contro, incarnati perfettamente dalla futura trasformazione di Anakin in Darth Vader, e che ancora oggi i fan discutono animatamente. La nuova serie TV, nonostante alcune incertezze soprattutto tecniche, sembrerebbe essere un'opera in grado di interconnettere praticamente ogni storia nell'immaginario di Star Wars. E non è cosa da poco.